martedì 28 luglio 2009

Filosofia sul gelato.

Perché quando in gelateria chiediamo un cono con due gusti, il gelataio mette sempre il gusto che ci piace in alto?

Il formaggio pedopornografico.


E' notizia di oggi che i NAS hanno trovato nel nord Italia 900 tonnellate di cibo avariato, che poi sarebbero finite nei nostri stomaci.

Mi chiedo perché i media non facciano i nomi di queste carogne che ci vendono porcherie. La stampa e la tv, cosi' facendo, ci impediscono un grande atto di democrazia, quello di boicottare le aziende che non si comportano bene o che addirittura ci possono fare crepare con i loro yogurt scaduti, formaggi male conservati, pani biologici che biologici non sono e altro.

I media non sono pero' altrettanto omertosi quando ad essere indagato è un povero cittadino comune: allora li si' che piovono dettagli su dettagli sull'indagato, dettagli che dovrebbero interessare sono la magistratura.

Va di moda in questi ultimi anni che la maggior parte delle volte che un cittadino è indagato, infatti, subito i media rivelino cosa è stato trovato sul suo pc.
E quasi sempre di tratta ovviamente di materiale pedopornografico; avete mai notato che ormai il termine 'pornografia' non esiste più negli articoli della stampa e alla tv? Il termine è stato sostituito dalla parola ben più insidiosa ed efficace per il popolo 'pedopornografia'.

Perché possiamo sapere tutto su cio' che un indiziato (*) conserva sul pc (poco interessante), mentre non possiamo conoscere i nomi delle aziende che mettono in commercio cibo fetido (molto interessante) ?

(*) ricordate il padre di Tommasino, il povero bambino ucciso qualche anno fa?
Il padre ai tempi era stato messo alla gogna in quanto il suo pc conteneva immagini pedopornografiche. Oltre al dolore della morte di un figlio e all'accusa (poi rivelatasi infondata) di omicidio, al povero uomo è toccata anche la vergogna.

sabato 25 luglio 2009

Il cassiere monotask


Mi sono espresso più volte sulla lentezza delle code francesi (per es. qui), e leggendo altri blog di italiani a Parigi ho scoperto di non essere l'unico a meravigliarmi di questa esasperante caratteristica.

Mi riallaccio al post precedente sul viaggio Parigi Lamezia per fare luce su questo interessante argomento sociologico e antropologico.

Sabato 11 luglio, una volta sbarcato a Linate, sono andato a prendere un caffè in un bar e ho avuto l'illuminazione: ho infatti scoperto una delle cause della lentezza spaventosa delle file francesi.

Facendo la fila a Linate, infatti, mi sono accorto che la cassiera di Linate è multitask: quando un cliente (cliente N) ordina qualcosa, lei gli comunica l'importo da pagare e dà lo scontrino.
Il cliente prepara i soldi. Se anziano magari si mette a cercare gli spiccioletti per dare l'importo esatto alla cassiera, se giovane e di sesso maschile capita che sia distratto dal cellulare o da una bionda che passa. Il tutto prende del tempo.
La cassiera, però, mentre attende i soldi dal cliente N , inizia a servire il cliente N+1. Quando il cliente N ha trovato i soldi e paga, la cassiera con forti probabilità ha già servito il cliente N+1 o addirittuta N+2, ma ritorna molto velocemente al cliente N per terminare la sua pratica.

Nella maggior parte delle code francesi ciò non è possibile perché la cassiera (il cassiere) finché non ha servito completamente il cliente N, non avanza. Rimane immobile, con lo sguardo da bovino che guarda il treno passare. Trattasi infatti di esemplare di cassiera/cassiere monotask.

Da Wikipedia la definizione di multitask applicata ai sistemi operativi. Cambiando qualche parola si può adattare ai cassieri della Gallia.

I programmi non hanno sempre realmente bisogno della CPU: a volte, invece di eseguire istruzioni stanno aspettando che arrivino dei dati da un file, o che l'utente prema un tasto alla tastiera. Quindi si può, in linea di principio, usare questi tempi "morti" per far eseguire un altro programma. Questa idea, sorta fin dai primi anni cinquanta, si concretizzò nei sistemi operativi multitasking, cioè dotati di uno scheduler che manda in esecuzione più processi (esecuzioni di programmi), assegnando a turno la CPU a ognuno e sospendendo l'esecuzione dei programmi in attesa di un evento esterno (lettura/scrittura sulle memorie di massa, stampa, input utente ecc.) finché questo non si verifica.

Imbarcarsi per l'Italia dal Charles de Gaulle

Ormai da 5 anni a Parigi, per tornare in Calabria dai miei per le vacanze ho sempre preso voli Alitalia o Air France dall'aeroporto parigino Charles de Gaulle.

Non esiste un volo diretto per la Calabria, quindi l'unica alternativa è cambiare aereo a Roma o Milano.

Fino a due anni fa la procedura era questa:

- Con il codice della prenotazione e carta d'identità mi presentavo al check-in.
Il personale mi consegnava la carta d'imbarco Parigi Milano e quella Milano Lamezia, spediva il bagaglio in stiva e mi augurava buon viaggio.
Una volta a Milano senza uscire dai transiti potevo mettermi in fila direttamente per l'imbarco perché avevo già la carta d'imbarco Milano Lamezia.

Totale file prima dell'imbarco: 1.

Poco per volta la procedura si è sempre di più complicata. Di seguito ciò che ho dovuto fare due settimane fa.

1. Una fila alla macchinetta elettronica per stampare la carta d'imbarco utilizzando il codice della prenotazione.
Al De Gaulle, per lo meno agli sportelli Air France Alitalia, al check-in non ti danno più la carta d'imbarco, quindi devi passare dalla macchinetta elettronica.

Ora, è vero che questo nuovo metodo può essere utile se viaggi senza bagaglio (ti evita la fila al check-in tra giovani con tavole da surf, famiglie con valigie e altro), però se hai il bagaglio da spedire in stiva è solo una fila in più e una perdita di tempo in quanto potrebbero stamparti la carta d'imbarco al check-in.

2. Fila per il check-in per la spedizione del bagaglio.
Una volta arrivati al check-in la tizia pesa i nostri bagagli, mette l'etichetta e poi ci dice che trattandosi di zaini bisogna andare alla spedizione dei bagagli hors format (fuori formato).

3. Fila per spedire il bagaglio hors format.

4. Inoltre, poiché la macchina elettronica ci ha dato solo la carta d'imbarco per il Parigi Milano ma non quella per il Milano Lamezia, a Linate siamo stati costretti ad uscire dai transiti e fare un'altra coda al check-in.

Totale file: 4.

A proposito di code al check-in, c'è da dire che per i voli Alitalia Air France al De Gaulle quel sabato 11 luglio saremmo stati circa 100-150 persone e gli sportelli aperti 8, mentre a Linate eravamo 20 persone con 12 sportelli aperti.
C'è una leggerissima differenza di rapporto tra clienti in coda e persone che servono. Forse questo aiuta a capire la proverbiale lentezza delle code francesi, su cui mi sono già espresso e su cui ritornerò a breve.

Altro punto a favore di Linate: al check-in ci hanno dato la carta d'imbarco Milano Lamezia, senza farci passare dalla macchinetta elettronica.

Ora, io non so perché al De Gaulle Air France si diverta così tanto a spezzettare un viaggio in una miriade di procedure: probabilmente da un punto di vista organizzativo è meglio, gli permette di ridurre i costi o chissà cos'altro. Chi organizza queste procedure si mette però nei panni dell'utente finale a cui viene complicata sempre di più la vita ?

martedì 21 luglio 2009

Il tassista romano


"I miei clienti pagano e se pagano è perché vogliono arrivare prima che con i mezzi pubblici. E' per questione di professionalità che io vado veloce, per farli arrivare prima. Noi tassisti lavoriamo, quindi tutti gli altri si devono scansare quando noi passiamo".

Questo bel discorsetto mi è stato fatto da un tassista romano mentre portava me e donna a casa sabato sera: probabilmente ha iniziato ad esporre le sue teorie filosofiche per farci uscire dal silenzio in cui eravamo piombati a causa della sua guida che definire folle sarebbe riduttivo.

Un'esperienza orribile che non consiglio a nessuno.

Nota a margine sul tassista della periferia parigina: nonostante i costi ormai ridicoli, una buona parte dei tassisti che servono gli aeroporti di Parigi si ostinano a non comprare un navigatore.
E purtroppo spesso non conoscone bene la periferia parigina, per cui se la vostra destinazione è in periferia sono obbligati a chiedere al cliente il percorso da fare e le strade da prendere.
A volte capita che non si tengano informati sulle condizioni del traffico (e sì che basterebbe un telefonino con connessione internet o più semplicemente ascoltare la radio) per cui fanno strade intasatissime.