sabato 30 gennaio 2010

Blogger italiani a Parigi.

Cosa ne pensate di organizzare una cena nelle prossime settimane?

Trovo che dopo tanto conoscersi tramite i nostri blog sarebbe simpatico incontrarsi, mangiare e bere come i maiali insieme.

Avanzo già una proposta per il venerdi 12 o sabato 13 febbraio corrente anno.

Per organizzarci possiamo usare i commenti a questo post o la mail: il mio indirizzo mail è nel profilo.

venerdì 29 gennaio 2010

Un film: Gainsbourg - (vie héroïque)

Link IMDB

La straordinaria vita di Serge Gainsbourg, dall'infanzia ebrea al successo nazionale. Serge sempre con la sigaretta in bocca, Serge ubriaco, amante delle belle donne e amato dalle belle donne. Serge che fa scandalo con le sue canzoni dai forti ammiccamenti erotici, con la sua parodia dell'inno francese. Serge che fuma in ospedale dopo un infarto. Il successo, la figlia Charlotte.

Il commento più bello su questo film non viene da una rivista di critica cinematografica, né da un sito specializzato. L'ho trovato sulla bocca di una signora alla fine del film. Era una barbona, uno scarto della società.

Chissà per quanti giorni ha dovuto mettere da parte i soldi per poter vedere questo film ed entrare in una sala cinematografica insieme alle persone normali, alle coppie, ai gruppi di amici o semplicemente ai solitari come me che amano vedere i film da soli.

Mi piace immaginare la signora con la sua vestaglia rosa come una donna che un tempo ha avuto una vita normale: magari un lavoro, un marito o un fidanzato, una casa. E poi, chissà per quale motivo, magari il lavoro perso, forse un esaurimento nervoso, si è trovata sotto un ponte della Senna, a vivere insieme ad altri scarti della società nelle squallide tendopoli.

E mi piace immaginare la signora con la vestaglia rosa che nel suo peregrinare quotidiano è passata davanti ad un cinema, ha visto la locandina del film su Serge Gainsbourg e si è messa in testa di volerlo vedere. E stasera ce l'ha fatta, per iniziare bene il suo fine settimana.
E chissà, mentre Serge cantava sullo schermo, mentre il fim mostrava i titoli dei giornali dedicati al provocatore Gainsbourg, la signora con la vestaglia rivedeva la sua vita, il suo passato. Ascoltava forse le canzoni su cui si è innamorata, sulle cui note ha amato, canzoni che le hanno scandito la vita.

Ecco, il sorriso della signora con la vestaglia rosa alla fine della proiezione, quel sorriso per me è il migliore commento al film che ci possa essere.

giovedì 28 gennaio 2010

Vecchie auto: Citroën DX 2500 D



Anche se non la definirei 'una bella macchina', ne riconosco il fascino, da vecchia signora francese.

La vedo quasi tutti i giorni durante il tragitto casa lavoro, nella stessa rue in cui è spesso parcheggiata la Fuego di cui ho pubblicato le foto qualche giorno fa. In una stradina di 100 metri ben due tregge, e proprio accanto a casa mia.

Come la Fuego, anche questa Citroën non è mai parcheggiata nello stesso posto, il che mi fa intelligentemente dedurre che è usata quotidianamente.

IPad


Fonte

L'IPhone e SFR

Tra tutte le società francesi la SFR è una di quelle che mi sta più sulle balle.

SFR è la seconda compagnia di telefonia mobile francese, dopo Orange. Ne ho parlato almeno un altro paio di volte, qui e qui, e sempre male perché non merita altro.

Ho un abbonamento SFR da 2 anni: essendo la durata del mio contratto proprio 24 mesi, mi sto informando se sia meglio cambiare operatore o rimanere in SFR.

Durante la vita dell'abbonamento, il cliente accumula mese dopo mese i punti fedeltà, che a fine abbonamento possono essere sfruttati per cambiare telefono ad un prezzo particolarmente vantaggioso.

Stasera allora faccio un giro sul sito della SFR per vedere cosa mi propongono: ho un abbonamento da 40€ al mese per 24 mesi, sicuramente ho una quantità di punti che mi consente di avere un IPhone ad un buon prezzo.

Mi identifico sul sito e trovo subito l'IPhone: il sito mi propone 3 tipi di contratto, che prevedono l'acquisto del magico apparecchio Apple a partire dal vantaggioso prezzo di 199€, come si puo' vedere ingrandendo l'immagine seguente.




Viene bene specificato che posso avere l'IPhone a questo prezzo grazie ai punti accumulati sul mio conto "Tutti i vostri punti saranno utilizzati per beneficiare di questo telefono ad un prezzo eccezionale".

Bene, dev'essere un vero affare, mi sono detto. Sarà meglio approfittarne prima che ci ripensino.

Pero'...siccome sono anche una persona naturalmente curiosa, mi sono posto una domanda fondamentale: senza i punti quanto costerà questo benedetto IPhone sul sito di SFR?

E cosi' mi ho fatto il log off dal sito con la mia utenza (mi sono disconnesso per chi non mastica termini informatici) e sono andato nella pagina del sito SFR relativa all'IPhone, come un cittadino qualunque e anche un po' complessato perché non ha i punti SFR.


Ho selezionato lo stesso modello IPhone da 32G che avevo scelto prima, e ho simulato un acquisto. Arrivato alla scelta del contratto da abbinare al telefono, scopro con grande meraviglia che per tutti i contratti proposti il prezzo del telefono è di 199€, come si evince dall'immagine




Morale: i punti fedeltà non servono ad un emerito niente presso SFR!!!! Allucinante, altro che pubblicità menzognera!

Ma che se ne andassero affanculo quelli di SFR, loro e il loro fetente sito che ogni tanto ti porta in una 'pagina non disponibile', i loro contratti poco chiari (in quello stipulato 2 anni fa non ho capito una mazza), e anche il fatto che di sera non puoi fare acquisti sul sito.

E che, nel 2010 quando tutto il mondo è informatizzato, i loro server vanno a dormire?

Penso proprio che il mese prossimo cambiero' operatore.

martedì 26 gennaio 2010

Facce

Secondo me è giusto avere delle antipatie a pelle: io diffido di quelli che non hanno antipatie ingiustificate, di quelli che 'prima bisogna conoscere, poi giudicare'.

In alcuni casi è comprensibile e molto umano che una persona ti stia antipatica, anche se non riesci ad individuarne con precisione il motivo o i motivi.

A me, tra tanti altri, sta sulle balle il regista Gabriele Muccino.



Oh, magari poi un giorno ci esco insieme e lo trovo interessante, simpatico, alla mano. Ma per ora non riesco proprio a digerirlo.

Questa sera l'ho visto in tv per la seconda volta in 3 giorni (Che tempo che fa di domenica scorsa e oggi al tg2 delle 20.30), e sono convinto che nei prossimi giorni sentiremo parlare di lui sempre più frequentemente.

Eh si', perché venerdi esce il suo nuovo film, e la macchina pubblicitaria si è già messa in moto. Avremo copertine e articoli di giornali, interviste ripetute giorno e notte, commenti entusiasti sul film. Sicuramente se uscisse un nuovo film di Kubrick o di Sergio Leone se ne parlerebbe di meno.

Ci tenevo a condividere con voi questa mia antipatia. Ed io vi sto antipatico a pelle?

lunedì 25 gennaio 2010

Un film: Hadewijch


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Céline è una novizia molto giovane che aspira a prendere i voti in un convento in provincia. Con le suore il rapporto non è idilliaco, quindi Céline rientra a Parigi presso la sua ricca e borghese famiglia. In giro per i caffè parigini fa conoscenza con un ragazzo musulmano e del suo fratello teologo.

Ho voluto dare fiducia al regista Bruno Dumont, di cui non apprezzo tutti i film, ma del quale ho stima, se non altro per il coraggio di osare e proporre qualcosa di particolare. Eppure Hadewijch mi ha annoiato terribilmente. L'ho trovato terribilmente lento e il soggetto poco interessante.

Prometto che non andro' più a vedere un film a sfondo religioso. E' più forte di me, non riescono a tenermi sveglio. Salvo comunque la fotografia.

Voto di Kurtz: meno

Un film: Invictus


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Sudafrica, metà degli anni '90: subito dopo la sua elezione, Nelson Mandela fa di tutto per unificare le componenti nere e bianche del suo paese tramite il rugby, sport associato fino a quel momento ai bianchi del Sudafrica.
Nel 1995 si tengono i campionati mondiali di rugby e il sogno del presidente è che la squadra del Sudafrica possa vincere.

Non posso non apprezzare le buone intenzioni di Clint Eastwood nel raccontare una bella storia, piena di buoni ideali, ma anche questo film non mi ha lasciato molto dopo la sua visione. Si segue bene, ci si appassiona pure, ma gli manca quel qualcosa in più che distingue un buon film da un ottimo film.  Forse gli manca il tocco del regista, che ne ha voluto fare un film troppo pulito e solare per il suo stile.

Voto di Kurtz: più.

Un film: Bright star


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Il giovane poeta inglese John Keats e la bella Fanny Brawne, ottima ricamatrice ma ignorante sulla poesia: il loro incontro, la loro passione amorosa.

Film biografico, girato con classe e delicatezza e con due ottimi attori perfettamente calati nella loro parte. Belle immagini, ma nel complesso non mi ha fatto sobbalzare dalla sedia.

Voto di Kurtz: più.

venerdì 22 gennaio 2010

Vecchie auto: Renault Fuego

Prima treggia del 2010, la vedo quasi tutte le mattine parcheggiata mentre mi reco al lavoro. Quale migliore occasione di un po' di neve per fotografarla?

La Renault Fuego all'inizio degli anni '80, quando avevo 8-9 e la mia lettura preferita era Quattroruote (nel 1982 ho avuto in regalo anche il TAM - Tutte le auto del mondo), era una delle mie macchine preferite, insieme alla Lancia Beta Montecarlo e alla Ford Sierra Ghia.

Voilà le immagini dell'esemplare bianco di Renault Fuego da me fotografato.


 








Questo invece è il TAM 1982, che rimpiango tanto aver buttato.


giovedì 21 gennaio 2010

Un film: La merditude des choses



Titolo originale: De helaasheid der dingen

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Gunther è un ragazzino di 13 anni, che vive in paese sperduto del Belgio. Divide la casa con la nonna, il padre e 3 zii. Il padre è l'unico ad avere un lavoro stabile, mentre gli zii si arrangiano giorno per giorno. La vita dei 4 fratelli adulti scorre tra bevute colossali, goliardate, gare nudi in bicicletta, e Gunther spesso li segue.
Dopo una quindicina d'anni ritroviamo Gunther lavorare saltuariamente, ma riesce nel suo sogno: diventare scrittore. 

Ottimo film, con una galleria di personaggi da collezione, anche se a volte il regista fa di tutto per non farceli amare (vedi la reazione di Gunther adulto quando apprende che la ragazza è incinta). Si ride molto, ma ci sono anche dei momenti delicati e poetici.

Nel film c'è uno splendido omaggio a Roy Orbison, uno dei miei cantanti preferiti, che vediamo esibirsi in televisione prima in Only the lonely, poi in Pretty woman, canzone resa celebre al popolo dall'omonimo film, ma che i veri duri come me conoscevano ben da prima.

Voto di Kurtz: doppio cuoricino.

Pezzi di ricambio

Qualche settimana fa ho parlato di una canzone di Bruce Springsteen, Spare parts, che amo in particolare modo.

A proposito di questo meraviglioso pezzo, ho dimenticato pero' di nominare un grande quanto sconosciuto artista, che ne ha fatto una versione italiana: l'artista è Giròlo Mc, mentre il pezzo si chiama Pezzi di ricambio.

Ci tengo a precisare che Pezzi di ricambio non è una semplice traduzione di Spare parts, ma anche una sua rivisitazione. Il giovane artista, che il fato mi ha dato la fortuna di conoscere personalmente, la chiamerebbe rivisitazione Decimina, dal quartiere romano dove vive.

L'unica esibizione di Pezzi di ricambio risale al maggio del 2004, località Reggello, in occasione di un raduno tra appassionati di Springsteen. Purtroppo la qualità della registrazione non è un eccelsa, per cui riporto il testo, che in alcuni momenti è di difficile comprensione.



PEZZI DI RICAMBIO

Bobby era un duro agile forte e robusto
Per tutte le ragazze lui era quello giusto
Giusto per amare, trombare, sognare
Sognare di andar via da una citta’ che puo’ strozzare
 Bobby era veloce da scatto d’ autovelox
Che malattia bastarda l’eiaculatio precox
Janey si fidava lo amava era convinta
Ma Bobby venne dentro e lei rimase incinta
Anch’io ora vengo dentro con spirito creativo
Nella storia di una donna e di un uomo non cattivo
E di un preservativo che se fosse stato usato
Chissa’ quanti problemi gli avrebbe risparmiato
 Fissarono la data del loro matrimonio
Ma ci mise lo zampino il fottutissimo demonio
E l’immaturita’ o l’idea di crescer figli
Mise Bobby in fuga come il peggiore dei conigli
 CHORUS (sul campionamento di spare parts mandato a velocita’ ridotta)
Lento lento lento il movimento
Lento lento  il campionamento
Carica er grammofono
Passame er megafono
 Il cuore e’ troppo debole e spesso si spacca
Lo sorregge la tua anima, e’ soltanto cera lacca
Il sigillo che lo blocca se lo spezzi e’ un bel guaio
Devi girare il mondo per il pezzo di ricambio
 L’inverno porto’ un bimbo era quasi Natale
Dalla sera al mattino la vita sempre piu’ uguale
Per questa ragazza mai stata ad una festa
Che penso’:”Ma che merda di vita e’ questa?”
 Quando Bobby seppe che suo figlio era nato
Giuro’ che lui indietro non sarebbe tornato
Lo assunsero ai pozzi divento’ un operaio
Ci mise poco tempo a dimenticare il guaio
 Intanto Janey seppe la storia di una donna
Che insieme al figlio era scesa alla sponda
E gli aveva nell’onda lasciato la mano
Aspettando che il fiume lo portasse lontano
 CHORUS (sul campionamento di spare parts mandato a velocita’ ridotta)
 Lento lento il movimento
Lento lento il campionamento
Carica er grammofono
Passame er megafono
La nebbia avvolgeva di primo mattino
Il fiume, il lago ed il bosco vicino
Un’ombra si mosse in basso nella risacca
Eran Janey e il figlio che entravano in acqua
Ma tutto d’un tratto cambio’ la fotografia
Il freddo e la nebbia fuggirono via
Una luce colpi’ il viso di questa donna
Due occhi trasmisero una gioia profonda
 Strinse piu’ forte che poteva al suo petto
Il bimbo che intanto rideva contento
In fondo per lui era stato solo un bagnetto
Salirono via e ritornarono a letto
 Nel cassetto si sa si nascondono i sogni
Ma se devi mangiare li porti al banco dei pegni
Vendette l’anello d’oro senza diamanti
Ne uscì con dei freddi ma buoni contanti.

lunedì 18 gennaio 2010

Vecchie auto: Giulia Super


Questa bella Giulia parigina è probabilmente la mia treggia preferita, tra quelle da me fotografate.

La foto è stata scattata a Parigi, se non ricordo male nei pressi della Bastille, il 10 marzo 2007 (dato assolutamente insignificante, ma che figo riportare).

Un film: Zabriskie point


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Anni '60, anni della contestazione giovanile, quando ancora al mondo c'era qualche gruppo di persone non normalizzate dalla cultura e dalla polizia: in una California già brutalizzata da giganteschi cartelloni pubblicitari (sui quali la macchina da presa di Antonioni si sofferma spesso) e oppressa dalla polizia, il giovane studente Mark ruba un piper e sorvola il deserto attorno Los Angeles.
Nel deserto incontra Daria, una bella ragazza disinibita che da sola in macchina viaggia con calma in direzione Phoenix, dove ha appuntamento di lavoro con il suo capo amante.
I due si conoscono, si amano nel deserto, fanno della strada insieme. Mark decide di rientrare in città e restituire il piper al deposito, non prima di averlo personalizzato con dei vivaci colori e disegni. Scelta sbagliata quella di rientrare, perché ad attenderlo in città ci sono le volanti della polizia, che non va certo per il sottile.

Come tutti i film di Antonioni, anche Zabriskie point non è facile da vedere: confesso che un paio di volte la palpebra mi si stava chiudendo, per il suo incedere lento, la sua quasi totale assenza di azione e di emozione - trovo che lo stile freddo sia una delle caratteristiche dei suoi film.
Eppure, a parte questo, ho trovato Zabriskie Point un grande film con un finale splendido, sul quale ovviamente non mi sono soffermato nel riassuntino della storia per non rovinare la sorpresa a chi non l'ha mai visto. La fotografia è curata.

La bellezza giovanile, la ribellione, la contemplazione, la derisione del consumismo (irresistibili quanto tristi nello sbatterci in faccia la realtà alcune parodie della pubblicità - dopo 40 anni il film si dimostra quanto mai attuale): un classico da non perdere.

Voto di Kurtz: cuoricino.

PS. Per chi scrive questo film vale 10 Avatar.

domenica 10 gennaio 2010

Un film: Avatar



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Dal 16 dicembre, giornata in cui Avatar è uscito in Francia, il film è in testa alle classifiche: nel multisala che frequento abitualmente, ben 3 sale lo proiettano, e c'è sempre il tutto esaurito. Per prendere un biglietto devi andare almeno un'ora prima, e un'altra bella fila devi farla per prendere dei posti decenti in sala.

Ovvio che con queste premesse, e visto anche il nome del regista (Cameron, che per me più che Titanic vale a dire Terminator 1 e 2), le aspettative non erano alte, ma enormi.

E cosi' giovedi sera armato di pazienza e di amici vado a vedere questa meraviglia: premesso che non ho mai visto un film in 3d, da un punto di vista puramente tecnico Avatar è straordinario. La foresta dove abitano i Navi è fantastica, pieno di colori, di piante, animali. Vedere tutto questo in 3d, con un effetto presenza decisamente superiore a quello delle pellicole bidimensionali, ti fa rimanere come un bambino stupito di fronte a qualcosa di molto bello e fantastico.

Purtroppo pero' le altre cose del film non convincono altrettanto: la storia è vista e rivista mille volte (americani cattivi e forti tecnicamente contro indigeni buoni che vivono in armonia con la natura, come dei buoni selvaggi) e non presenta alcuna imprevedibilità, i personaggi sono manichei, o buoni o cattivi senza un attimo di ripensamento o spessore psicologico (in particolare il colonnello cattivo, vero cliché del cinema americano), e tutte le scene di azione che occupano buona parte della seconda parte del film, mi hanno fatto sbadigliare più volte.

Risultato: se Cameron avesse dedicato l'1% di quanto ha dedicato alla tecnica alla sceneggiatura e alla caratterizzazione dei personaggi, sarebbe potuto essere un grande film.

Di certo sarà interessante vedere come evolverà il 3d, che si annuncia essere una delle probabili rivoluzioni del cinema, un mezzo che ha conosciuto poche rivoluzioni dalla sua nascita (l'audio, il colore...e poi?).

Voto di Kurtz: più

martedì 5 gennaio 2010

Il body scanner


"Body scanner" è la parola del 2010: non si sente parlare d'altro da qualche giorno. Qualcuno prova ad usare la versione italiana scanner corporale, ma con scarso successo.

Qualche mia considerazione sulla questione dei body scanner e sul viaggiare in aereo:

1.  A me viaggiare in aereo non fa particolare paura.
Tra i miei amici e conoscenti diretti nessuno è mai morto di incidente d'aereo, mentre in molti troppi sono morti di incidenti d'auto.
L'anno scorso in Europa, come ogni anno, ci sono state circa 39000 vittime di incidenti della strada. Morti di attentati terroristici? Sicuramente qualcuno in meno.

Essendo un uomo statistico e razionale ho molta più paura a viaggiare in auto o in scooter che in aereo.

2. Se è vero che gli aeroporti mettono i body scanner io cambio lavoro e vado a lavorare come omarino che controlla i monitor dei suddetti apparecchi, cosi' vedo le donnine nude.

3. L'idea di passare sotto un body scanner ogni volta che devo prendere un aereo un po' mi infastidisce: non potete immaginare quante donne addette alla sicurezza dopo avermi visto sfilare nudo sul monitor mi fermeranno: Rocco Siffredi, facci un autografo!

4.  La tecnologia insegna che trovato un rimedio si trova la soluzione per aggirarlo. Sicuramente tra un paio d'anni sarà trovato il modo per imbarcare l'esplosivo senza farlo rilevare dal body scanner. E come faremo allora? Gli aeroporti di tutto il mondo passeranno il loro tempo ad installare macchine costosissime?

5. Se è plausibile che gli aeroporti internazionali e principali installeranno facilmente e velocemente i nuovi scanner, cosa impedirà al terrorista di imbarcarsi da un piccolo aeroporto, dove non ci saranno i nuovi controlli?

6. Ho sentito al tg di regime di stasera che alcuni stati non faranno i controlli ai minorenni per motivi di privacy e alle donne incinte per motivi di salute. E' cosi' difficile da immaginare che il terrorista porterà con se un ragazzino minorenne a cui dare la polverina magica?

7. Perché per salire in un aereo bisogna fare tutti questi casini, mentre uno puo' prendere un treno, una metro, entrare in un centro commerciale, in uno stadio pieno senza controlli?

Se questi body scanner saranno veramente infallibili, non è plausibile pensare che i terroristi cambieranno strategia, facendosi esplodere su treni all'ora di punta, durante i concerti a stadio pieno di Eros Ramazzotti o il giorno di Natale al centro commerciale durante la tombolata che fa vincere la batteria di pentole?

D'altra parte che si possano uccidere tante persone facendosi esplodere su un treno ce l'hanno già fatto vedere a Londra e a Madrid qualche anno fa.

Che faremo allora? Installeremo body scanner all'ingresso dei treni per i pendolari la mattina? All'ingresso dei centri commerciali? Ai lati della piazza durante il concerto di capodanno?

Siamo sicuri che la strada giusta sia questa e che non ce ne siano altri più sottili ed efficaci?

Barak, premio nobel per la pace, non riesci ad invertarti niente di meglio di queste soluzioni tampone che servono solo a rassicurare temporaneamente il popolo?

lunedì 4 gennaio 2010

Un film: Orphan

In Francia: Esther


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Famiglia benestante statunitense con due figli, di cui una muta e quasi completamente sorda. Per cercare di compensare il dramma del parto di un bambino nato morto, decidono di adottare una bambina, Esther. 9 anni, russa, la bambina è intelligente, portata per la musica e il disegno, e molto affettuosa.
Almeno, cosi' sembra.

Ho letto in giro che questo film presenta una trama piuttosto banale nel suo genere: io non posso dirlo perché non sono molto esperto di thriller e dell'orrore. Non perché snobbi il genere, che anzi mi affascina terribilmente, ma semplicemente perché la visione di un film di questo tipo turba il mio fragile sonno, nonostante la mia età.

Chiacchiere a parte: Orphan a me è piaciuto. Ho apprezzato le interpretazioni della piccola Esther (la promettente Isabelle Fuhrman una dodicenne che promette molto bene) e della bella Vera Farmiga, e la tensione che non ti lascia un attimo per tutta la durata del film. Confesso che ieri ho avuto qualche problema prima di prendere sonno.


Voto di Kurtz: cuoricino.

Vecchie auto: 850 parigina.

Come promesso, mi sono messo a spulciare il mio archivio fotografico, in cerca di tregge: ho trovato qualcosa di interessante, ma siccome mi piace tenere i lettori sul filo del rasoio, pubblichero' sul blog un automezzo alla volta.

Oggi è la volta di una 850 con targa parigina (*), fotografata nel novembre 2007 nel quartiere parigino di  Belleville.

Siccome oscurare la targa di una treggia è come oscurare il culo a una bella ragazza, per questa volta ho fatto  un'eccezione e ho oscurato le targhe degli altri mezzi di locomozione presenti nella foto. Cosi', giusto per non perdere la mano.



(*) Fino all'anno scorso era facile individuare il dipartimento di provenienza di un'auto immatricolata in Francia: il département (dipartimento, concetto che più o meno coincide con la provincia italiana), erano infatti le ultime due cifre a destra della targa posteriore (e, se non sbaglio, le prime due a sinistra di quella anteriore). Il dipartimento 75 dell'850 in figura è Parigi, unica città francese ad essere anche dipartimento a sé stante. Il dipartimento di cui fa parte Vincennes, dove vivo, è invece il 94.

Da aprile del 2009 la Comunità Europea ha imposto le targhe nuove anche in Francia, con notevole ritardo rispetto all'Italia (non chiedetemi il motivo): il dipartimento quindi è scomparso dal numero di immatricolazione dalla targa, ma è possibile farlo stampare in piccolo a fianco. La maggior parte dei francesi l'ha fatto. Non vi dico le polemiche che ci sono state l'anno scorso: molti erano contrari alle nuove targhe, che trovavano anonime e fredde.


sabato 2 gennaio 2010

Vecchie auto

Ogni volta che vado in Calabria rimango colpito dal numero di vecchie auto che si trovano in giro, sia abbandonate che perfettamente funzionanti, mantenute e circolanti.

Nel passato mi è capitato di fotografarle, ma mai pubblicarle, a parte forse un caso, nel blog. Dopo aver scoperto il blog Treggia's Blog: Vecchie Auto a Firenze del buon vecchio Riccardo Venturi, qualche settimana fa, ho deciso che d'ora in poi pubblichero' le foto che faro' ai vecchi mezzi di locomozione.

Certo, essendo io un uomo molto arido non avro' la fantasia di scriverci due righe di accompagnamento, quindi dovete accontetarvi del solo fatto di vederle.

Ecco gli esemplari che nella mia settimana calabrese natalizia hanno catturato me e l'obiettivo della mia macchina fotografica.


venerdì 1 gennaio 2010

Capodanno a Parigi

Secondo me il capodanno a Parigi è una chiavica, detto sic et simpliciter. Ci sono miliardi di persone per le strade, macchine dappertutto (ville voiture), i ristoranti ne approfittano alzando i prezzi, se sei sfortunato di prendi anche una bottigliata in testa da un ubriaco e soprattutto a livello comunale non organizzano quasi nulla. Certo, la città offre come sempre spettacoli teatrali, cinema, concerti di tutti i tipi, ma manca a mio avviso qualcosa all'aperto, come un concerto gratuito in piazza dove passare una bella serata. L'unica cosa che fanno per il 31 è chiudere al traffico gli Champs Elysées, "la più bella avenue del mondo" (io avrei da obiettare su questa definizione).

Quest'anno, in occasione del 120 anni della costruzione della Tour Eiffel, hanno organizzato uno spettacolo di luci proprio sulla torre.

Essendo io e Caroline ieri sera già a Parigi per un concerto alla chiesa di Saint Eustache (concerto deludente: la chiesa è gigantesca, gli strumenti non erano amplificati, quindi il volume della musica era bassissimo. Per non parlare del freddo polare), decidiamo di andare a vedere questo meraviglioso spettacolo di luci, evento molto pubblicizzato da una città che negli ultimi mesi ha paura di perdere il suo ruolo di capitale europea della cultura e del divertimento.

Ieri siamo usciti con i mezzi pubblici: non mi sarei mai fidato di guidare la Vespa nel traffico parigino del 31 dicembre.

Per arrivare da Châtelet, dove ci trovavamo dopo una buona cena a Le hangar, a Passy (16esimo) ci abbiamo messo più o meno un'ora: la metro 6 era blindatissima. Noi abbiamo dovuto attendere più o meno 5-6 treni a Etoile prima di poterci salire. I tizi della sicurezza della RATP, per evitare che tutti si riversassero sui treni, facevano accedere al binario solo un certo numero di persone per volta. Il resto degli umani aspettava per prendere uno dei treni successivi.
Chi stava in coda era pero' costretto ad aspettare in un corridoio stretto e basso della stazione della metro: tutti pressati l'uno contro l'altro.

Io, che sono un inguaribile ottimista, ho subito pensato che se fosse scoppiato un incendio saremmo morti tutti come topi, cercando di scavalcarci l'un l'altro verso l'uscita. E lo spettacolo di luci l'avremmo visto non sulla Tour Eiffel ma sui nostri corpi direttamente.

Va beh, arriviamo a spettacolo iniziato a Passy, più o meno di fronte alla Tour Eiffel illuminata con mille luci di mille colori. Il grosso problema è che il comune non ha pensato di chiudere neanche le strade di fronte alla torre, dove era facile immaginare si sarebbe accumulata la gente. Morale: vedevi lo spettacolo tra code e code di macchine che claxonavano ed emettevano i loro veleni direttamente nei nostri polmoni.

In questa città c'è la perfetta comunione tra pedoni ed auto, mai visto nulla di simile nella mia corta ed esimia esistenza.

Considerazioni automobilistiche a parte, lo spettacolo non era nulla di eccezionale. A parte qualcuno (per es. il conto alla rovescia per la mezzanotte), i giochi di luce erano un po' banali. Ho letto stamattina che c'era anche della musica, ma noi non ce ne siamo accorti :-)

Non un brutto spettacolo, sia chiaro, pero' mi sarei aspettato di più, soprattutto dopo tutta la pubblicità che ne hanno fatto.

Come fuochi d'artificio, poi, hanno fatto quattro porcherie in croce, una vera delusione. I fuochi artificiali di Bianco (RC), per esempio, di ferragosto battono quelli della Tour Eiffel 100 ad 1.


Io l'ho sempre detto di persona ai miei amici, ed ora lo dico anche nel blog: Parigi è una splendida città, ma il capodanno a Parigi è una di quelle leggende che si alimenta senza alcun fondamento anno dopo anno. Se volete venire a Parigi fatelo in altri periodi, come maggio, quando i parchi e i giardini sono stupendi, il clima mite e le giornate lunghe. Oppure in settembre ottobre, quando la città diventa maledettamente malinconica e affascinante. Lasciate assolutamente perdere il mese di dicembre, quando ci sono più auto che pedoni, quando non si riesce a camminare dalle persone che affollano i marciapiedi e i negozi.

P.S. per essere sinceri del tutto, bisogna dire che a livello di trasporti Parigi è sempre meglio organizzata per l'ultimo dell'anno. Ogni anno sono sempre di più le linee della metro che viaggiano fino a notte fonda, oltre gli orari di chiusura abituali: ed in più i mezzi pubblici per la notte del 31 sono gratuiti.
Ieri notte addirittura la RER A ha viaggiato tutta la notte, senza un attimo di pausa. Queste penso sia ottime iniziative, che cercano di limitare il flusso d'auto verso la capitale (il 31 tutta la periferia o quasi si riversa nella città) e sopratutto gli incidenti d'auto.