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Da quando ho iniziato a seguire con un po' di interesse la stampa e la tv francese, ho l'impressione che il livello di entrambe sia estremamente basso.
In accordo con Antonio Capranica, ex corrispondente Rai a Parigi, che questa sera alla trasmissione di Fabio Fazio esponeva le sue opinioni sulla Francia, direi che i media francesi mi sembrano 'omertosi'.
Per esempio, il giornalismo investigativo, in Italia ben presente a vari livelli (Report per la tv, le inchieste dell'Espresso con i suoi giornalisti infiltrati, Le Iene e Striscia la notizia più in piccolo...) mi pare non esista proprio. E' probabile esista, ma io non mi ci sono mai imbattuto, cosi' come non ho mai viste una trasmissione a difesa dei consumatori come Mi manda Rai3.
Anche quando vedo un banale telegiornale, mi sembra che tutto sia molto leggero, per lo meno per quanto riguarda la politica francese e la Francia in generale.
La più famosa rivista dei consumatori, Que Choisir, non regge il confronto con l'omologa italiana Altroconsumo in quanto ad approfondimento.
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I documentari sulla natura, i documentari storici, i reportage dagli altri paesi, invece, sono fatti molto bene. Basti pensare a quanti ottimi documentari francesi sono usciti nelle sale di tutto il mondo (Il popolo migratore, Microcosmos, La marche de l'empereur...).
A meno che non ci sia da parlare bene della Francia e delle sue imprese, come il record di velocità mondiale del TGV, o il primo volo del gigantesco nuovo Airbus partito da Toulouse, le informazioni sulla Francia sono molto leggere.
L'autocompiacimento invece non manca mai. Se durante un servizio parlano degli Champs Elysée, subito aggiungono "La avenue più bella al mondo" (commento mio: si tratta di uno stradone a 2-3 corsie per senso di marcia mai chiuso al traffico, con aria irrespirabile e niente di particolare da vedere, se non le vetrine dei grandi stilisti a prezzi inaccessibili), se parlano della Place des Voges non mancano di aggiungere "La piazza più bella al mondo" (commento: senza nulla togliere alla bella Place des Voges, sono mai stati questi giornalisti a Piazza di Spagna o a Piazza Navona? E a piazza del Pantheon a Roma?), se parlano del verde di Parigi non dimenticano di aggiungere che Parigi è "la capitale più verde d'Europa" (commento personale:
da questo documento, redatto, tra gli altri, da Legambiente, non sembra proprio che sia cosi'). Se invece il soggetto è il sistema sanitario francese, ovviamente segue la frase "il migliore sistema sanitario al mondo", cosi' come il sistema di trasporti dell'intera ragione parigina.
Le mie sono solo le impressioni di un lettore saltuario e di un utente televisivo inconstante. E' probabile che mi sbagli, è probabile che la mia attenzione registri solo le cose che non mi piacciono. Non lo so precisamente, per questo sono stato cauto e ho parlato solo di impressioni.
Sull'Espresso del 10 maggio 2007, pero', queste mie impressioni sembrano trovare qualche conferma: a pagina 51 scopro infatti che:
- - Il primo editore francese, Arnaud Lagardère, leader mondiale della stampa periodica (gruppo editoriali Hachette), è anche il secondo produttore di armi del paese e presente nell'industria aeronautica e militare.
- - Il proprietario della prima rete televisiva, TF1, Martin Bouygues, è costruttore di prigioni, autostrade, centrali nucleari, aeroporti, linee Tgv e grandi opere pubbliche.
- -L'editore del quotidiano conservatore "Le figaro", Serge Dassault, produce armi e aerei di caccia.
Questi industriali, nonché padroni dell'informazione (TF1 sembra sia il canale più visto non solo in Francia, ma anche in tutta l'Europa; il gruppo editoriale
Hachette è presente anche in Italia) lavorano ovviamente a stretto contatto per il governo.
Un giornalista di TF1 potrà mai fare un reportage in libertà sullo stato delle autostrade francesi, o su un'eventuale storia di corruzione per la costruzione di un tratto autostradale?
Come editoriale di Le figaro, potrà mai essere pubblicato un articolo che critica il governo per un'eventuale decisione dell'aumento della spesa militare?
Voilà il conflitto d'interessi alla francese.
P.S.: Tutti questi grandi editori dell'informazione e industriali sono amici di Sarkozy.