giovedì 7 marzo 2013

Un film: To the wonder

Regia di Terrence Malick

Titolo francese: A la merveille



Lui è americano, vive a Parigi. Lei è divorziata e vive a Parigi con la figlia di 10 anni. Si amano di un amore folle, quelli che si vedono solo nei film (e quindi ci sta tutto). Decidono di andare a vivere negli USA: iniziano le crisi, i tradimenti. Il prete della città di provincia dove vive la coppia e con cui lei parla dei suoi dubbi esistenziali, attraversa anche lui un periodo di crisi.

A Malick, che tanto giovane non è più, piace circondarsi di belle ragazze giovani: è probabilmente questo il motivo principale per cui ha girato To the wonder. Io lo capisco benissimo perché sono molto sensibile alla beltà femminile, soprattutto quando le ragazze sono Olga Kurylenko e Rachel McAdams.

Scherzi a parte, è difficile parlare di questo film e darne un giudizio netto: da una parte hai la mano di un grande regista, un uso sapiente delle musiche come pochi sanno fare (ricordate il pezzo di Wagner all'apertura de Il nuovo mondo?) e con delle inquadrature così personali dei corpi, della natura, delle mani, dell'erotismo. Dall'altra parte c'è troppa spiritualità (1), tanto da sembrare un film sponsorizzato dalla CEI (i lunghi monologhi interiori del prete, un Bardem a mio avviso fuori luogo), ci sono troppe voci off interminabili, dei frammenti di storia mal ricuciti. E poi delle ragazze che volteggiano e che ballano per 2 ore di film, spesso con le mani verso il cielo: all'inizio ti dici "Come è bella Olga che balla e volteggia, è proprio leggiadra", la seconda volta ti dici "Che bella, che leggiadra...Ma non l'abbiamo già vista ballare e volteggiare Olga?", dopo 2 ore ti chiedi "Ma che minchia avrà da ballare e volteggiare Olga?".

Ho il vago sospetto che il film sia stato pesantemente finanziato dallo stato Francia: a parte che la pellicola si chiude su un'immagine fissa sul Mont Saint Michel, poco prima della fine ci sono delle inquadrature della reggia di Versailles che a mio modesto parere non c'entrano nulla e che sono posizionate nel film un po' cartoline pubblicitarie.

To the wonder è in parte ambientato a Parigi: ad un certo punto lei prende la linea 1 della metro. Mi pare di aver capito che la prendesse dalla stazione di Place de la Nation, praticamente a 700metri da casa mia. L'idea di sapere che Malick ha girato a due passi da casa mia mi entusiasma e mi fa immaginare un futuro da grande regista.

Voto di Kurtz: più.

(1) Lo riconosco, è un mio limite: quando il cinema affronta temi troppo elevati io inizio a sbadigliare. Per me ci vogliono sparatorie, alieni e donne nude. Un buon film deve avere almeno 2 di questi componenti.

Merito indiscutibile di To the wonder. Avermi fatto scoprire questo pezzo di Max Ritcher




Nessun commento: