domenica 27 settembre 2009

Un film: District 9


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Nel 1990 una gigantesca astronave aliena si piazza sopra il cielo di Johannesburg: dopo qualche settimana ancora non ne è uscito nessuno. Quando gli umani fanno irruzione scoprono degli alieni in cattivo stato di nutrizione e malati. Questi sono allora sistemati in una zona recintata alla periferia della città, il District 9, dove vengono sfruttati dalla malavita nigeriana e tenuti buoni con del cibo per gatti, di cui sono ghiotti.
Gli alieni vivono e si riproducono, tanto da essere quasi 2 milioni dopo una ventina d'anni. E sono ovviamente un pericolo pubblico per la città, i cui abitanti si lamentano spesso del degrado e della loro pericolosità.
Si decide di spostarli in un nuovo distretto, a 200km dalla città. Comandante dell'operazione è designato il poco brillante Wikus, che durante una perlustrazione nel distretto 9 viene in contatto con uno strano fluido.


Doveva essere dal 1956 che non vedevo un film di fantascienza: nonostante il genere non mi affascini in particolar modo, District 9 mi è piaciuto: ha un buon ritmo, dell'azione e soprattutto tante metafore, alcune facili, sul migrante.

Coincidenza vuole che il fim sia uscito in Francia negli stessi giorni in cui è sgomberato un campo di migranti nella regione del Nord, a Pas de Calais: nel corso degli ultimi anni, infatti, a Pas de Calais, si sono accampate centinaia di immigrati, principalmente afgani, iracheni e africani, che da li'  cercano di raggiungere l'Inghilterra imbarcandosi sui tir che passano nel tunnel della Manica. Qualche giorno fa la giungla, come era chiamato l'accampamento, è stata sgomberata in meno di un'ora, con grande uso delle forze di polizia e grande richiamo mediatico.

Sugli immigrati che cercano di raggiungere l'Inghilterra l'anno scorso il regista francese Philippe Loiret ci ha fatto un bel film, Welcome, che vi consiglio di vedere.
E' stato grazie a Welcome che ho scoperto che in Francia aiutare o semplicemente dare da mangiare ad un immigrato clandestino è reato.

Alla faccia dell'umana pietà.

Voto di Kurtz (sul film): più.

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