domenica 8 febbraio 2009

Un film: The curious case of Benjamin Button.

USA, 2008. Regia di David Fincher.
Mk2 Bibliothèque, 08.02.2009

La storia è ormai nota, dato che si parla molto di questo film negli ultimi giorni: il bambino appena nato Benjamin Button è abbandonato dal padre e accolto in una casa di cura per anziani da una gentile donna nera. La particolarità di Benjamin è che appena nato ha i problemi e il corpo di una persona di 80 anni, quindi sordità, pelle rugosa e altro.

Con il passare del tempo il corpo di Benjamin ringiovanisce. E cosi' decenni dopo decennio seguiamo la strana vita del protagonista negli USA e non solo: costante di tutta la vita è l'amore per Daisy, una bella ragazza appassionata di danza. Daisy è interpretata da Kate Blanchett, mentre Benjamin è Brad Pitt.

Fincher racconta in modo classico una storia poco classica, facendo anche ricorso a tecniche digitali molto avanzate: in particolare, il volto di Benjamin da piccolo e da vecchio è ricostruito e invecchiato al computer e poi 'attaccato' sopra al corpo di altri attori.
Quando ho visto il film ancora non avevo letto di questa tecnica adottata, e a volte mi sono chiesto se la poca espressività del protagonista in alcune fasi della vita del protagonista fosse dovuta ad una scelta del regista o all'attore stesso: ora mi rispondo e mi dico che forse la colpa è della tecnica adoperata, probabilmente da perfezionare.

Cate Blanchett è bravissima e bellissima come sempre. La coppia Pitt - Blanchett, già vista in Babel, funziona bene sullo schermo.

Fincher ricorre a tecniche digitali anche in altre scene del film, per esempio (suppongo) molte scene relative alla guerra. Il risultato secondo me non toglie passione al film, che invece risulta molto intimo.

E' un film che fa molta leva sui sentimenti: se siete in vena o se riuscite ad entrare nella vita e nelle emozioni dei personaggi allora lo apprezzerete, altrimenti probabilmente gli troverete un bel po' di difetti. A me è piaciuto molto per il suo parlare in modo delicato e discreto delle cose che più tormentano l'uomo: l'amore, il tempo che passa, la morte (elemento sempre presente). Alcune parti un po' lunghe, per esempio l'incontro con la ricca signora fallita nuotatrice.

Voto di Kurtz: cuoricino.

3 commenti:

Francesco Santoro ha detto...

Convincente, andrò a vederlo.
In questo 2009 ho visto solo il II film "americano" di Muccino e lo strepitoso "Milk".
Spero (a breve) di assistere alla proiezione di "Operazione Valchiria" e alla vicenda narrata da Fincher, anche per vedere se ci sono analogie con la storia raccontata ne "Il ritratto di Dorian Grey".
Poi, vabbè, c'è "The Wrestler" ... ;-)

Colonnello Walter Kurtz ha detto...

Io Muccino ancora non l'ho visto, e forse non lo vedro'. Non mi attira, nonostante abbia sentito pareri entusiasti da parte di molti spettatori. C'è cosi' tanta roba nelle sale, che qualcuno deve essere sacrificato. Anch'io attendo l'uscita di The Wrestler, il 18 di questo mese. Mi ispira molto.

The milk perso ugualmente: c'è da dire che il precedente Paranoid Park non mi ha entusiasmato, anzi l'ho trovato molto lento e poco interessante.

Operazione Valchiria è in dubbio: lo vedro', non lo vedro'?

Insomma, Francesco, non vediamo gli stessi film. E' grave?

Francesco Santoro ha detto...

Direi di no.
Ho odiato sia il primo che il secondo film americano di Muccino: fai bene a snobbare "7 anime".
Operazione Valchiria, invece, devo vederlo perchè ci devo portare mio nipote.
Per "Milk" insisto: guardatelo.