
Premetto che questo post è una
generalizzazione e quindi, come tutte le generalizzazioni, lascia il tempo che trova.
Allora, in Italia esiste il detto "Il cliente è re". A Parigi te lo puoi scordare: il cliente non solo non è re, ma non si avvicina neanche lontanamente a questo grado.
La vetrina.Partiamo dalle vetrine: a parte casi rari, le vetrine parigine non sono belle. Cioè, se passaggi per strada non ti viene quasi mai voglia di fermarti a vedere una vetrina, o addirittura ad entrare in un negozio dopo aver visto qualcosa di bello in vetrina. Spesso sono disordinate, c'è troppa roba e cio' che è esposto è poco valorizzato. Mancano di stile: mi riferisco in particolare modo alle vetrine dei negozi di abbigliamento e scarpe. Alcune vetrine sono anche sporche, e non attirano per nulla la tua attenzione.
A Parigi io compro solo quando ho realmente bisogno di qualcosa, raramente perché ho visto qualcosa in vetrina che mi ha fatto venire un istinto folle di acquistare.
Fanno eccezione alcune vetrine di abbigliamento nel quartiere del Marais e, in generale, le boulangerie (panetterie) o le patisserie (pasticcerie): queste si' che sono belle, curate, e ti danno voglia di entrare e mangiarti qualche kilo di dolci e baguette.
Il vendeur/la vendeuseUna volta entrato nel negozio ti scontri con il
vendeur (impiegato addetto alla vendita): il vendeur è in generale poco simpatico, poco preparato e poco portato per i rapporti sociali. Non sorride quando lo saluti, a volte non ti guarda negli occhi, risponde alle tue domande per monosillabi e non è mai propositivo. Il vendeur che ho in mente mentre scrivo questo post è quello della FNAC, avendo negli ultimi giorni fatto degli acquisti in questa catena.
Se per esempio al vendeur chiedi di consigliarti una macchina fotografica tra due modelli, lui si limita ad elencarti i dati delle macchine che trovi nelle brochure o su internet.
Io dal vendeur mi aspetto delle informazioni non presenti sulle brochure, per esempio la robustezza della macchina, la qualità della costruzione, il costo degli obiettivi, la qualità della garanzia in caso di guasto. Che una macchina ha 10 milioni di pixel e l'altra 11, questo lo posso guardare comodamente da internet da casa, pirla! Provi allora a spronarlo, a farlo parlare, ma niente: non si sbilancia, né ti propone altri modelli di sua iniziativa nella stessa fascia di prezzo.
Un vendeur automa, il cui unico scopo è elencarti le caratteristiche dei modelli e verificare la loro disponibilità.
Il cassiere/la cassieraUna volta passato il
vendeur, solitamente si va alla cassa: anche qui il cassiere/la cassiera spesso non brillano per simpatia, socievolezza né per delicatezza.
A proposito, c'è un'abitudine francese che mi ha sempre fatto sorridere: quando sei alla cassa se capita che il cassiere incroci il tuo sguardo mentre sta servendo un cliente precedente, non ti saluta. Ti saluterà solo una volta che sarà il tuo turno. Procedura e rigidezza: salutare il cliente solo quando è il suo turno. A volte mi sembra di essere in Brazil, il film di Terry Gilliam.
Ho sempre trovato quest'abitudine un po' ridicola, ma tant'è, ormai ci sono abituato.
Esasperante ai massimi livelli è il bradipismo di cui sembrano essere affetti tutti i cassieri di Parigi e dintorni. Ma di questo ho già parlato in un altro post, precisamente
qui
Discorso del tutto analogo si puo' fare per i serveur/serveuse dei ristoranti e dei bar: maleducati, scontrosi, mancano del tutto di gentilezza e cortesia. Ricevere un sorriso da un serveur parigino o scambiarci quattro chiacchiere è un evento raro come l'apparizione della Madonna a Lourdes!
Quando ti porta le prelibate pietanze il serveur te le porge con noncuranza e strafottenza.
Una volta un serveur mi ha portato una forchetta sporchissima: io gliel'ho fatto notare e ne ho chiesto un'altra in cambio. Lui ha preso la mia forchetta sbruffando e ne ha portata una nuova pulita, il tutto senza chiedere minimamente scusa o per lo meno fare il viso dispiaciuto e imbarazzato per il fattaccio.
Un'altra volta ero con mia mamma, nella sua unica volta che è venuta a trovarmi, in un bar vicino la Tour Eiffel: il serveur, un uomo sulla 50ina, ad un certo punto, fortunatamente dopo averci servito, inizia a farsi la manicure con molta naturalezza. Per gli amanti dei particolari, si pulisce le unghie, con un oggetto appuntito da me non identificato. Vuoi vedere che è questo il motivo per cui mia mamma non è più venuta a Parigi?
L'eccezione.
Indovinate cosa fanno eccezione? Le boulangerie ancora una volta: in boulangerie tutto procede al doppio della velocità, il personale è spesso gentile e sorridente. Che la boulangerie sia la vera anima di Parigi, e il cuore dell'economia francese?

Tutte le caratteristiche negative che contraddistinguono il personale parigino che ha a che fare con il pubblico si possono estendere anche al personale che risponde ai call center: anche qui trovi personale poco simpatico, rigido ed indisponente. E spesso impreparato.
Un disastro? In parte si', anche se con l'abitudine riesci a passare sopra a questo modo di trattare le persone, per noi italiani cosi' inusuale. E poi, come detto all'inizio, non tutti sono maleducati e indisponenti. Per questo quando si trova un bar o un ristorante in cui il personale è gentile, bisogna tenerselo ben stretto e annotarselo.