venerdì 14 marzo 2008

La morte di due parole.

Sentendo la tele, parlando con i clienti e con i colleghi italiani, mi sono accorto che due parole stanno scomparendo dalla lingua italiana: parlo della parola "problema" sostituita dalla più altisonante "problematica" e della parola "tipo" sostituita dalla più magniloquente "tipologia".

Vuoi mettere una frase del tipo: "Una tipologia di problematiche..." contro una ben più misera "Un tipo di problemi..." ?

Certo, poi magari sbagliamo il congiuntivo che segue, ma quanto è più bello dare un tono di importanza alla frase!


martedì 11 marzo 2008

Un film: Mademoiselle.

Francia, 2000. Regia di Philippe Loiret.
Dvd, marzo 2008.

E' bello questo film, malinconico e triste, anche se i momenti simpatici non mancano. Il tocco del regista (regista del bellissimo Je vais bien ne t'en fais pas, 2006) è molto delicato.

L'attrice (Sandrine Bonnaire) è brava e colpisce per i suoi modi.

Voto di Kurtz: cuoricino.

venerdì 7 marzo 2008

Un film: Juno.

Film USA, ungherese, canadese, 2007. Regia di Jason Reitman.
Paris, 03.2008.

Una bella commedia, simpatica e non banale con una storia semplice, nonostante il tema (gravidanza indesiderata a 16 anni) non si presti molto al genere commedia.

Voto di Kurtz: più.

Un film: Liscio

Italia, 2006. Regia di Claudio Antonini.
Paris, 03.2008

Una piattezza desolante domina questo film davvero mediocre; piatto, noioso, non offre nessuno spunto interessante la pellicola.

Laura Morante non mi piace affatto: sempre cosi' piagnucolosa, con gli occhi umidi, con la sua recitazione poco fluida. E poi con la pettinatura del film sta male, sembra Medusa.

Qualcuno mi dovrebbe anche spiegare perché i bambini nei film italiani sono sempre più saggi degli adulti e soprattutto perché risultino sempre odiosi.

Voto di Kurtz: meno.

lunedì 3 marzo 2008

Uccidere un cadavere.

Io ai giornalisti gli voglio bene.

Si', lo so, oggi voglio bene a troppe persone, pero' mi gira cosi'.

Come si fa a non volere bene ad uno che scrive che due cadaveri sono stati uccisi?

(immagine da www.repubblica.it, qualche giorno fa).

Il commerciale.

Io ai commerciali gli voglio bene.

Non riesco a trovarli antipatici, qualunque cosa facciano, per il semplice motivo che a volte hai l'impressione che non si accorgano di avere un essere umano pensante di fronte a loro e non un pollo.

La settimana scorsa sono andato a trovare un commerciale di una società che fabbrica e installa finestre con i doppi vetri; il tizio aveva già preso le misure a casa mia, e quando sono andato a trovarlo aveva già tutto pronto.

...
-Io: Quindi il totale è 4100€ compresa l'installazione.
-Lui: Si', e puo' scegliere di pagare a rate senza interessi fino a 35 mensilità.
-Io: Davvero interessante. Se il prezzo è lo stesso, perché non pagare a rate. Senta, ma se pago in contanti, mi fa una riduzione?
-Lui: Si', dell'8%, cioè il tutto le viene a costare 3770€
...

Come non si puo' volere bene ad uno cosi'?

Uno che invece di dirti che il prezzo è di 3700€ e che viene maggiorato in caso di pagamenti a rate, ti dice il prezzo con gli interessi e che ti fa una riduzione se paghi in contanti?

Domani vado a firmare.

Un film: Nightwatching.


Peter Greenaway, 2007.
Paris, marzo 2008.
Titolo francese: La ronde de nuit.

Peter Greenaway è tornato! Dopo gli ultimi deludenti film (a partire da Pillow's book compreso), è ritornato ai picchi degli anni '80 e dimostra di essere il migliore, soprattutto quando non esagera con la sperimentazione (Tulse Luper).

Questo film visivamente parlando è incredibile, ha del magnifico. Ci sono tutti gli elementi che hanno fatto di Greenaway uno dei più grandi registi: la regia elegantissima (niente macchina a mano, lasciamola al Dogma quella), lunghi carrelli laterali che ricordano "Il cuoco, il ladro...", nature morte a non finire (ancora "Il cuoco..." e "Giochi nell'acqua"), complessi movimenti di macchina, dialoghi colti, raffinati e brillanti.

E poi, la cosa che a Greenaway riesce meglio: giocare con la luce, il voler fare di ogni fotogramma e di ogni scena un'opera d'arte a se stante.

Purtroppo anche questo film risente del problema classico di alcuni film di Greenaway, che fanno la gioia dei detrattori del regista, cioè una eccessiva freddezza nel raccontare, che a volte rende il film poco coinvolgente.

Esteticamente parlando penso sia in assoluto il film più bello che ho mai visto.

Voto di Kurtz: sindrome di Stendhal.