mercoledì 27 marzo 2013

Un libro: Mi ricordo di te

Autore: Yrsa Sigurdardóttir.



3 amici (una coppia più una giovane vedova) sbarcano a Hesteyri, villaggio abbandonato dell'Islanda, per fare dei lavori in una vecchia casa appena acquistata, che vorrebbero ristrutturare in vista della prossima estate, quando il paese si popola. La casa non accoglie così bene i nuovi arrivati. 

In un altra città islandese un uomo di professione psichiatra, divorziato dalla moglie in seguito alla morte del loro figlio Benni, di cui non sono mai state ritrovate le ossa, si ritrova quasi per caso coinvolto in una incomprensibile serie di omicidi, e nella scomparsa di un altro bambino, avvenuta 50 anni prima.

Libro molto scorrevole, si legge molto volentieri: regala, soprattutto all'inizio, dei piacevoli brividi di tensione. La scrittura è essenziale, asciutta, senza troppi particolari, e molto efficace.

Voto di Kurtz: cuoricino. 







lunedì 25 marzo 2013

Un film: Die Wand

Regia di Julian Pölsler

Titolo francese: Le mur invisible.
Titolo italiano: non pervenuto. Secondo IMDB questo film non uscirà in Italia.



Una donna si reca in un grazioso chalet di montagna con una coppia di anziani coniugi (parenti, amici?). La coppia si assenta per fare una passeggiata ed arrivare al villaggio più vicino.
Il giorno dopo non sono ancora rientrati: la donna esce per cercarli ma i suoi movimenti sono limitati da alcuni muri invisibili. La sua vita cambia e si dovrà adattare alla sua nuova situazione.

Tanta natura, metafore e una brava attrice a portare il film sulle spalle. E ci aggiuno anche una buona fotografia notturna.

Tratto dal romanzo omonimo di Marlen Haushofer, uscito in Italia con il nome La parete.

Voto di Kurtz: cuoricino.

venerdì 22 marzo 2013

Un libro: Il bar delle grandi speranze

Titolo originale: The tender bar

Di J.R. Moehringer

Uno degli acquisti più interessanti e funzionali degli ultimi anni è sicuramente il Kindle. L'ho preso in agosto scorso, quando iniziava a diffondersi in Francia e se ne iniziava a parlare in Italia.
Anche se non scrivo spesso di libri, sono un grande lettore: mi piace leggere in tutte le situazioni: il week end, quando torno a casa dopo il lavoro, in viaggio, nella pausa pranzo. Ultimamente la quantità di libri letti supera il numero di film visti (un romanzo o anche due a settimana in media).

Mi piace leggere in italiano, nella mia lingua: non disdegno ogni tanto romanzi in francese, e più raramente anche in inglese. Il piacere della lettura nella mia lingua madre, tuttavia, trovo che sia davvero più grande.

L'estate scorsa sono partito per le mie due settimane calabre con 4-5 libri: finiti questi, in Calabria ne ho comprato altri 2-3, per cui sono ritornato a Parigi con circa 7-8 libri, di cui uno di 700-800 pagine: Duma Key, di Stephen King. Un ottimo romanzo (pur con un finale affrettato), ma che vi sconsiglio di leggere quando siete da soli: io l'ho letto quando la Francese era in vacanza, e la notte prima di addormentarmi mi immaginavo scene piuttosto inquietanti :-)



Dunque, è stato proprio Duma Key a convincermi a comprare il Kindle: a me piace avere sempre un libro con me (da leggere durante le attese, i viaggi in metro), e vi posso assicurare che andare in giro con Stephen King non era affatto facile, per l'ingombro e per il peso.

Ordinato l'oggetto del desiderio, mi sono divertito ad osservare la reazione delle persone a cui comunicavo la notizia del passaggio al libro elettronico. La reazione del 99% delle persone è stata piuttosto standardizzata, 'fatta con lo stampino':

- Ma come, non ti piace l'odore della carta? E il contatto fisico con la carta?
- Io non potrei mai: mi piace troppo tenere il libro in mano.
- Ma non puoi prestarlo, come si fa con i libri cartacei!!!
- E' cosi' bello avere una libreria e spolverare i libri.

A poco valevano le mie osservazioni:

- Non mi interessa in particolare modo il contatto con la carta, mi sono abituato in pochi giorni al contatto con la plastica del Kindle.
- Tieniti pure il tuo libro da 4kg in mano e fatti venire una lussazione alla spalla, ora che ci sei: io tengo pochi grammi di Kindle, dove ci metto dentro migliaia di libri.
- Non ho amici, di conseguenza non ho nessuno a cui prestare i miei libri.
- Quando abiti nelle petites surfaces parisiennes, avere una libreria è un lusso. I libri occupano spazio, sono pesanti da trasportare quando traslochi e, sinceramente parlando, spolverare non è tra le mie attività preferite.

A questo aggiungevo altre vantaggi incontestabili del Kindle, che ogni tanto mi facevano apparire come un commerciale di Amazon:


- In caso di incendio dell'appartamento, basta ricomprare il Kindle e scaricare dal server i libri che hai acquistato (sono sempre ottimista, lo so).
- Pur abitando in Francia posso comprare facilmente libri elettronici in italiano, in francese e in tutte le lingue del mondo. E' vero, a Parigi ci sono le librerie italiane per comprare i libri italiani in formato cartaceo, ma spesso costano molto. E' vero, potrei ordinare i libri italiani dai siti italiani, ma le spese di spedizione diventerebbero troppo alte.
- Posso leggere gratuitamente il primo capitolo di qualsiasi libro e poi decidere se acquistarlo, se mi piace lo stile dell'autore.
Quanti romanzi cartacei ho comprato e non finito perché non ero in sintonia con l'autore...
- Nello stesso dispositivo ho più libri e in ogni momento posso scegliere quale leggere (prova a portarti in giro nella borsa anche 4-5 libri e vedi il divertimento).
- Ogni giorno grazie all'Offerta Lampo di Amazon posso comprare un libro a 1-2€, libro che solitamente ha un prezzo di mercato di 15-20€.
Quasi tutti i libri che ho letto sul Kindle sono stati acquistati grazie all'offerta lampo: visto il basso costo posso permettermi di comprare libri di autori che non avevo mai sentito nominare, di autori emergenti, ...
- Ci sono molti libri gratuiti da scaricare su Amazon, libri classici di cui sono scaduti i diritti.
- Se leggo in una lingua straniera e non conosco il significato di una parola, basta cliccarci su e mi appare la traduzione. Quando leggo in formato cartaceo devo posare il libro, aprire il dizionario, cercare la parola, riprendere il libro...Niente di trascendentale, ma a me spezza il piacere della lettura.

Finita la pagina pubblicitaria del Kindle.

Dunque, tra i libri più belli letti ultimamente c'è Il bar delle grandi speranze, del giornalista americano Moehringer, premio Pulitzer qualche anno fa per un suo pezzo.







 

La storia è semplice: la vita ordinaria di una persona, dai suoi 7 anni fino all'età adulta. I suoi successi, le sue delusioni, le sue storie d'amore, l'università. Ma sopratutto il bar, che ha iniziato a frequentare da bambino, luogo di incontro di uomini di tutte le razze sociali, origine di infinite sbornie, scommesse, storie, amori e conflitti.

La storia, dunque, non è niente di particolare: semplicemente la biografia dell'autore. Quello che più mi ha colpito è il modo in cui l'ha raccontata: con passione, con sentimento, con una vena di nostalgia per un mondo per lui finito. E' vero che alcuni personaggi sono solo abbozzati, e che servono solo da contorno. E' anche probabilmente vero che dal testo appare un po' di autocompiacimento, ma a mio avviso sono difetti minori di questo buon libro.

Questo libro mi ha convinto di una cosa: quando sei uno scrittore che padroneggia l'arte della scrittura, non hai bisogno dei grandi avvenimenti drammatici che popolano buona parte della letteratura (morti, aborti, tradimenti strazianti, rabbia, ...) per scrivere un libro piacevole, che ti fa attaccare ai personaggi e che si fa leggere con calma e trasporto nello stesso tempo.

Voto di Kurtz: doppio cuoricino.

lunedì 18 marzo 2013

Murales a Parigi

Mi affascinano i murales che danno un po' di colore ai muri parigini: ne trovate alcuni in questo mio post di un po' di mesi fa. Oggi ne ho scoperto un altro, vicino République.








domenica 17 marzo 2013

Vecchie auto: Renault 4v












All'inizio l'ho vista da dietro e mi è sembrata un vecchissimo modello di Maggiolino: vedendola da altre angolazioni, pero', mi sono reso conto che quest'auto del Maggiolino aveva poco. Si tratta di una Renaul 4cv: confesso che prima di googlare non sapevo minimamente cosa fosse questa simpatica macchina: nessuna targhetta posteriore, ma solo un'enigmatica targhetta RNAR sul davanti. In pratica RNAR sta per Régie Nationale des Usines Renault, nome della casa automobilista Renault nel dopoguerra, dopo che lo stato francese confisco' e nazionalizzo' la Renault. Sembrerebbe, infatti, Louis Renault aveva collaborato con i nazisti durante la seconda guerra mondiale.


venerdì 15 marzo 2013

Un film: Argo

Regia di Ben Affleck



Nel 1979 6 diplomatici americani sono fatti prigionieri a Teheran, in seguito alla rivoluzione iraniana.
Gli Stati Uniti e il Canada mettono su un piano strategico e rischioso per liberarli.

Film con tutti gli elementi per piacere: una storia vera (ormai è un elemento fondamentale perché un film piaccia), dell'ironia (il mondo di Hollywood), della tensione (la scena finale) e non per ultimo un po' di sano filooccidentalismo, che non guasta mai.
Gli iraniani di inizio anni '80 sono dipinti più o meno come dei cavernicoli: non che io sia un appassionato filoislamico o che abbia gli elementi per dire se lo fossero davvero, pero' nel complesso la descrizione di quel mondo mi è parsa un po' riduttiva.

A mio avviso i 3 oscar meritati ad Argo non sono meritati. Nel complesso il film si fa vedere volentieri.

Voto di Kurtz: più.

giovedì 14 marzo 2013

La soluzione è il meteorite


Ci sono dei giorni in cui non puoi accendere la televisione. Non che io la guardi spesso: non più di 15-20mn al giorno, quando la guardo, in occasione del tg di France2 delle 20 quando sono a casa di sera: oppure mi capita di vedere il giovedì' sera Envoyé spécial, sempre su Fr2, una bella trasmissione di giornalismo d'inchiesta: per esempio stasera si sono occupati degli appartamenti sfitti che ci sono a Parigi e in tutta la Francia. Alcuni di essi sono di proprietà dello Stato e sono tenuti vuoti da anni: alcuni sono addirittura riscaldati durante tutto l'inverno, non si sa per quale misterioso motivo (si', un motivo ci sarà, probabilmente per non permettere all'umidità di invaderli: è comunque uno spreco lasciare degli appartamenti vuoti e riscaldati).

Anche la tv francese in questi giorni è inguardabile (ma un po' meno rispetto a quella italiana): su qualsiasi canale non si parla d'altro che di Francesco I. Insopportabile, come lo era qualche settimana fa quando Benedetto 4x4 ha dato le dimissioni.

A questo punto io mi auguro che stanotte arrivi sulla terra un grande meteorite di un diametro di almeno 500 kilometri (possibilmente non a Parigi): almeno i tg domani avranno qualcosa di nuovo di cui parlare.


giovedì 7 marzo 2013

Un film: To the wonder

Regia di Terrence Malick

Titolo francese: A la merveille



Lui è americano, vive a Parigi. Lei è divorziata e vive a Parigi con la figlia di 10 anni. Si amano di un amore folle, quelli che si vedono solo nei film (e quindi ci sta tutto). Decidono di andare a vivere negli USA: iniziano le crisi, i tradimenti. Il prete della città di provincia dove vive la coppia e con cui lei parla dei suoi dubbi esistenziali, attraversa anche lui un periodo di crisi.

A Malick, che tanto giovane non è più, piace circondarsi di belle ragazze giovani: è probabilmente questo il motivo principale per cui ha girato To the wonder. Io lo capisco benissimo perché sono molto sensibile alla beltà femminile, soprattutto quando le ragazze sono Olga Kurylenko e Rachel McAdams.

Scherzi a parte, è difficile parlare di questo film e darne un giudizio netto: da una parte hai la mano di un grande regista, un uso sapiente delle musiche come pochi sanno fare (ricordate il pezzo di Wagner all'apertura de Il nuovo mondo?) e con delle inquadrature così personali dei corpi, della natura, delle mani, dell'erotismo. Dall'altra parte c'è troppa spiritualità (1), tanto da sembrare un film sponsorizzato dalla CEI (i lunghi monologhi interiori del prete, un Bardem a mio avviso fuori luogo), ci sono troppe voci off interminabili, dei frammenti di storia mal ricuciti. E poi delle ragazze che volteggiano e che ballano per 2 ore di film, spesso con le mani verso il cielo: all'inizio ti dici "Come è bella Olga che balla e volteggia, è proprio leggiadra", la seconda volta ti dici "Che bella, che leggiadra...Ma non l'abbiamo già vista ballare e volteggiare Olga?", dopo 2 ore ti chiedi "Ma che minchia avrà da ballare e volteggiare Olga?".

Ho il vago sospetto che il film sia stato pesantemente finanziato dallo stato Francia: a parte che la pellicola si chiude su un'immagine fissa sul Mont Saint Michel, poco prima della fine ci sono delle inquadrature della reggia di Versailles che a mio modesto parere non c'entrano nulla e che sono posizionate nel film un po' cartoline pubblicitarie.

To the wonder è in parte ambientato a Parigi: ad un certo punto lei prende la linea 1 della metro. Mi pare di aver capito che la prendesse dalla stazione di Place de la Nation, praticamente a 700metri da casa mia. L'idea di sapere che Malick ha girato a due passi da casa mia mi entusiasma e mi fa immaginare un futuro da grande regista.

Voto di Kurtz: più.

(1) Lo riconosco, è un mio limite: quando il cinema affronta temi troppo elevati io inizio a sbadigliare. Per me ci vogliono sparatorie, alieni e donne nude. Un buon film deve avere almeno 2 di questi componenti.

Merito indiscutibile di To the wonder. Avermi fatto scoprire questo pezzo di Max Ritcher




mercoledì 6 marzo 2013

Differenze di informazione


Questa sera ho visto il TG delle 20 su France2. Poi ho visto il TG delle 20h30 di Rai2.

Uno dei due ha fatto un servizio di 10mn in cui si parlava con molta naturalezza sull'aborto in Francia: i diritti delle donne, le difficoltà pratiche incontrate da molte donne (mancanza di strutture, medici obiettori, ...), interviste con donne che hanno subito questo trauma, con donne che lavorano in centro di sostegno.

L'altro dei due TG ha fatto un servizio di 15mn in cui si parlava con molta naturalezza del conclave che si tiene in questi giorni a Roma: previsioni sul prossimo papa, interviste a cardinali, ad opinionisti.

Vi lascio scoprire quale era il TG che ha parlato dell'aborto e quale del conclave.


martedì 5 marzo 2013

Italiano e francese: differenze di genere

Sono tante le parole che in francese hanno genere differente dalla corrispettiva parola italiana, così tante che un giorno qualcuno ci dovrà scrivere un post.
Tra queste ce ne sono due pericolose, a cui bisogna prestare molta attenzione per evitare brutte figure al ballo delle debuttanti.

1. Fico (il frutto). In francese è femminile, la figue. Il che potrebbe portare un francese a dire ad fruttivendolo italiano: Mi dia 2kg di mele Golden e 8 etti di fiche ben mature.

2. Corrente (elettrica). In francese è maschile, le courant.
La courante nel linguaggio comune di tutti i giorni è invece la diarrea.
Il che porta l'italiano che parla francese a dire all'elettricista: Mi può controllare quel filo perché l'altro giorno ho preso una diarrea da 220 volt ?


lunedì 4 marzo 2013

Un film: Heaven's gate

Regia di Michael Cimino.



Fine 1800, Johnson County. Gli allevatori di bestiame, con l'appoggio del governo, non vedono di buon occhio la popolosa comunità di gente dell'Est Europa, che si appropria della terra e ruba il bestiame. Lo sceriffo è dalla parte della comunità.

Aspettavo da anni di vedere questo film, sicuramente uno dei più famosi della storia del cinema: costato uno sproposito, ha fatto fallire la casa di produzione United Artisted, incassando invece una modica cifra: lo stesso Cimino è stato giudicato peggior regista del 1981 nel contesto dei poco onorevoli Razzie Awards del 1981. Non ci ho quindi pensato due volte quando ho visto che a Parigi proiettano al cinema l'edizione  completa del film e rimasterizzata, presentata a Venezia nel 2012.

Che dire? A me il film è piaciuto: è esagerato in tutto, nella lunghezza (3h40mn), è approssimativo in alcune cose (*), ma proprio in questo suo essere atipico sta la sua bellezza: nelle interminabili scene di ballo e di società, nel paesaggio che ti fa innamorare degli spazi americani, nell'idealismo semplice dello sceriffo.

Se i miei lettori sono d'accordo propongo una colletta per far ritornare dietro la macchina da presa Cimino. Se nell'81 Heaven's Gate è costato più di 40mln di dollari, non voglio immaginare quanto ci costerebbe ora produrre un suo film :-)

Voto di Kurtz: doppio cuoricino.

(*) Scena diurna: la donna esce di casa ed è notte, la donna guarda verso il cielo ed è di nuovo giorno.
Ancora: battaglia finale, inquadratura dall'alto del campo di battaglia: decine di uomini morti a terra, ma neanche il cadavere di un cavallo :-)

Un film: Horses of God


Regia di Nabil Ayouch 


Titolo francese: Les chevaux de Dieu

Due fratelli nelle bidonville di Casablanca. Due caratteri diversi, due destini apparentemente diversi, ma che confluiscono negli anni 2000 nell'integralismo islamico.

Ottima regia (la sequenza iniziale è splendida, ma anche le tante riprese aeree sulle bidonville sono belle), un buon accompagnamento musicale, una storia credibile (ai miei occhi di occidentale).
. Ispirato a dei fatti reali: gli attentati di cui si parla nel film sono infatti quelli di Casablanca nel 2003: 5 attentati simultanei in orribili luoghi di perdizione, tali ristoranti. Qui la notizia dal Corsera.

Voto di Kurtz: cuoricino.

Un film: La demora

Regia di Rodrigo Plá



Una donna vive con 3 figli e il padre, dalla memoria incerta. Non ce la fa più a sostenere da sola la famiglia, e quindi trova una soluzione per disfarsi (nel senso buono) del padre.

Confesso che se non fossi stato in compagnia, probabilmente durante i primi 30 minuti me ne sarei andato: piani fissi, o al massimo camera a mano a seguire i personaggi, totale assenza di musica, pochi avvenimenti. Sono tutti elementi che mi rendono un film terribilmente pesante.
Nella seconda parte si riprende un po' a livello di azione, ma il mio giudizio complessivo cambia poco.

Voto di Kurtz: meno.

PS. Il regista è lo stesso de La zona, decisamente più interessante.

PS. Ho decine e decine di film di cui scrivere i miei brevi commenti. Questo blog sta per diventare monotematico :-)