giovedì 31 dicembre 2009

L'alcool fa male, molto male.

Un ragazzo di 25 anni, sorpreso a rubare della birra in un Carrefour di Lione, è stato condotto in uno stanzino dagli addetti alla sicurezza del supermercato.

Qui un'asfissia meccanica dovuta alla compressione della gabbia toracica ha posto fine alla sua esistenza.

Buon anno a tutti e ricordate che l'abus d'alcool est dangereux pour la santé, à consommer avec modération, come ci ricordano le pubblicità di alcolici in Francia.

La notizia da Le Monde

Un homme de 25 ans est mort mardi 29 décembre à Lyon "par asphyxie mécanique" après avoir été interpellé dans un supermarché Carrefour par quatre vigiles, a indiqué mercredi le parquet. Le jeune homme, retenu par les agents de sécurité pour le vol de bouteilles de bière, est "mort d'une asphyxie mécanique par compression de la cage thoracique" et portait des hématomes "au bras et au front", selon les résultats de l'autopsie communiqués par le parquet de Lyon.

Les quatre agents, dont deux salariés de Carrefour et deux employés d'une société sous-traitante, ont vu leur garde à vue prolongée mercredi pour "violences volontaires aggravées ayant entraîné la mort sans intention de la donner" et seront déférés jeudi matin devant un juge d'instruction.
Les faits se sont déroulés lundi vers 18 heures 15, quand un jeune, "logé dans un foyer à Lyon", connu des services de police pour vol mais jamais condamné, a été arrêté alors qu'il était en train de voler des bouteilles de bière au supermarché Carrefour du quartier de la Part-Dieu. Trois agents ont emmené le jeune dans une salle de contrôle où il a été immobilisé en attendant l'arrivée de la police, cinquante minutes plus tard. Selon l'avocat de deux des agents de sécurité, "le jeune homme a été plaqué contre un mur, puis contre une table haute". Il a ensuite perdu connaissance en tentant de se dégager.

"SIMPLEMENT AHURISSANT"
Le procureur de la République de Lyon, qui a pu visionner les images de la vidéosurveillance du magasin a lui accablé les vigiles et parlé d'une arrestation trop musclée. "Sur les images on voit qu'il y a eu des échanges verbaux provocants", lors de l'intervention, raconte-t-il. Puis, "un vigile se lève, et le jeune [SDF] se prend un coup de poing dans le visage. Il commence à se rebiffer. C'est à partir de là que les quatre agents lui sautent dessus", poursuit le procureur "On les voit le coucher littéralement sur la table. (...) Ils étaient tous les quatre sur lui, c'était tout simplement ahurissant".
Mais les vigiles estiment être intervenus "de façon professionnelle, ce qui est confirmé par les enregistrements sonores du local de rétention", a assuré leur avocat. Aucun des quatre agents n'a jamais été condamné, "un casier judiciaire vierge étant requis à l'embauche" dans une société de sécurité, a rappelé le vice-procureur de Lyon.



mercoledì 30 dicembre 2009

Un film: Tetro



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Non dico altro se non che sono contento di aver chiuso l'anno cinematografico con una sindrome di Stendhal.

venerdì 25 dicembre 2009

Ma allora è vero che porta sfiga!


 
Un paio di giorni fa....

Il premier, nel ringraziare Benedetto XVI per la "vicinanza" mostratagli dopo l'aggressione di Milano e per le parole che "mi sono state di grande conforto.,...

Ieri, durante la messa di Benedetto Sedici...





martedì 22 dicembre 2009

Sarkozy, i passeggeri di serie A e quelli di serie Z

Nei giorni scorsi, a causa delle condizioni meteo, alcuni esemplari di uno dei fiori all'occhiello della tecnologia francese, il treno ad alta velocità che collega Parigi con Londra, sono rimasti in panne sotto il tunnel della Manica, grande opera voluta da Mitterand, inaugurata nel 1994 e da allora in colossale perdita, per la grande gioia degli azionisti. 

Il traffico degli Eurostar è stato completamente bloccato per qualche giorno, cosi' come bloccati sono rimasti alcuni passeggeri per decine di ore sotto il tunnel, con un pessimo servizio di assistenza da parte della compagnia.

Ieri il presidente Sarkozy è andato su tutte le furie e ha chiesto che il traffico riprendesse a partire da oggi, martedi' 22. Inoltre ha voluto incontrare il presidente della SNCF, la società ferroviaria francese. Sembra che Sarkozy abbia detto al suo ospite che incidenti di questo tipo, inaccettabili per i viaggiatori, non devono più avvenire.

Il presidente Sarkozy invece non ha speso neanche una parola per i pendolari dell'Ile de France che per i loro spostamenti quotidiani sono costretti a usare RER A, quella che i francesi amano definire la linea più trafficata al mondo, visto che trasporta ogni giorno 1 milione di passeggeri e che collega l'est di Parigi con l'ovest, in particolare con la Défense, dove c'è un'alta concentrazione di uffici e quindi di impiegati. 

Sulle condizioni della RER A mi pare di avere già parlato qualche volta: nelle ore di punta si praticamente in piedi come sardine, pressati l'uno contro l'altro, e di conseguenza la gente è comprensibilmente aggressiva e nervosa. Per non parlare del periodo estivo, quando la temperatura a bordo dei treni raggiunge temperature elevate e l'aria diventa irrespirabile.

Oggi è il 13esimo giorno consecutivo che i passeggeri della RER A hanno la vita ancora più difficile: essendo i lavoratori di questa linea in sciopero, infatti, il servizio è ridotto a 1 treno su 3 nelle ore di punta e addirittura annullato nelle altre fasce orarie (*). Se per caso fai un lavoro che finisce dopo le 19.30 (fine dell'ora di punta), ti arrangi. Se invece sei fortunato e hai orari standard, benvenuto nei treni della RER A in periodo di sciopero, quando tutto quanto scritto sopra sulle condizioni dei passeggeri è amplificato. 

(*) Aggiornamento postumo: leggo che oggi nelle ore di punta circolano 2 treni su 3 e qualche treno nelle altre fasce orarie. Fino a qualche giorno fa, invece, la frequenza dei treni era quella riportata sopra.


Chiudo questo messaggio con un'immagine rubata all'interessante blog Paris est sa banlieue.




Spare parts and broken hearts



 

Ci sono delle cose che fanno parte di te e della tua anima più di quanto tu non te ne accorga.

Spare parts, una canzone di Bruce dell'album Tunnel of love, è una di quelle. Sono ricapitato sul suo video proprio questa sera, e mi è sembrato di tornare indietro di 21 anni fa, quando Bruce era il mio dio e il libro dei suoi testi con traduzione il vecchio e nuovo testamento.

La versione del vivo di Spare parts (Tunnel of love tour del 1988) è, come spesso accade per le canzoni di Bruce, molto più bella ed intensa che in studio. Il video, sprovvisto di effetti speciali e luci stroboscopische, è tra i suoi più belli, insieme ovviamente a quello di Tougher than the rest.

Ricordo la forte emozione quando lo vidi per la prima volta, probabilmente su qualche trasmissione dell'epoca su Italia 1, nell'88, ché a casa mia non si prendeva Videomusic. 

Un lungo e poetico intro al piano di Roy Bittan, l'introduzione con tono pacato di Bruce alla canzone, quando ancora aveva la splendida abitudine di introdurre i brani parlando o scherzando con il pubblico, e poi lei, Spare parts: la prima strofa in parlato, poi entra tutta la E street band, arricchita in quel tour da una potente sezione fiati.

Penso sia una delle più belle canzoni mai scritte sul passato: passato non come fonta di malinconia e nostalgia, ma come forza per affrontare un nuovo futuro quando la vita sembra voltarti le spalle.







SPARE PARTS (Pezzi di ricambio) - Traduzione dal sito Loose ends



Bobby aveva promesso di uscire, Bobby rimase dentro di lei
Jane rimase incinta, non c'era niente di male
dovevano sposarsi in un giorno d'estate
ma Bobby si spaventò e fuggì via
Jane si trasferì con sua madre a Sahawnee Lake
e diceva sospirando "Mamma,a volte la mia vita mi pare tutta un unico grande sbaglio"
si sistemò in una stanza sul retro, e il tempo passava
e quell'inverno suo figlio venne alla luce

(Chorus)
Pezzi di ricambio
e cuori infranti
mandano avanti il mondo

Janey cullava quel bambino
notte dopo notte
ma lei era giovane, e le mancavano
i party e i diveryimenti
nel frattempo nel South Texas in una
sporca zona di petrolio
Bobby venne a sapere del bambino e giurò che non sarebbe mai più tornato

(Chorus)

Pezzi di ricambio
e cuori infranti
mandano avanti il mondo

Janey sentì di una donna a Calverton
che mise il suo bambino nel fiume, e lo lasciò andare
lei guardò il suo bambino nella culla
si inginocchiò, pianse fino a quando non pregò
c'era foschia sull'acqua e bassa marea
Janey teneva suo figlio, in riva al fiume
con l'acqua fino alla cintola, ma come brillava il sole
lei prese suo figlio in braccio e lo riportò a casa
mentre dormiva sul suo letto, Janey si guardò intorno
aprì un cassetto del suo comò e prese il suo vecchio anello di fidanzamento
tirò fuori il suo abito da sposa, infilò l'anello nella custodia
andò al banco dei pegni ed uscì con un bel po' di freddo denaro

(Chorus)

Pezzi di ricambio
e cuori infranti
mandano avanti il mondo

sabato 19 dicembre 2009

Alitalia e i bagagli.

E anche quest'anno sono in Calabria dai miei per le vacanze di Natale. E precisamente come l'anno scorso sono qui senza bagaglio: eh sì, perché Alitalia ha deciso anche quest'anno di perdermi lo zaino con tutto il contenuto (tra cui dei buonissimi financiers e cannelés bordelais).

Nell'ultimo anno e mezzo, su 3 tratte Parigi Lamezia e ritorno (totale ad oggi 7 voli), la simpatica compagnia mi ha perso il bagaglio 3 volte, di cui una volta per sempre e non rimborsato. Non male come statistica! 2/7: bagaglio perso e ritrovato. 1/7: bagaglio perso e non più ritrovato né rimborsato

Come spesso mi accade dopo aver preso un aereo per l'Italia dall'aeroporto Charles de Gaulle, ne approfitto anche per lamentarmi un pò dell'organizzazione delle code del check in Alitalia AirFrance KLM di stamattina allo Charles de Gaulle.

La fila per il checkin era mostruosamente lunga, essendo il week end prima delle feste. Mentre attendevo, per ingannare il tempo, ho anche contato a spanne il numero di persone che attendevano e avanzavano ad una velocità media di una mattonella ogni quarto d'ora: circa 150 persone. I check in aperti ad un certo punto erano ben....2!
In altri momenti erano 3 o 4, però spesso un impiegato si alzava per fare qualcosa, per cambiare la carta alla stampante, per consultare un altro collega: ad un certo punto ho visto un capannello di ben 5 colleghi che parlavano seriamente di chissà quale problema, mentre in due cercavano di smaltire 150 viaggiatori.

Una volta fatto il check in anche la fila per i controlli di sicurezza non scherzava: decine di persone in una coda che si confondeva con quella del check in. Ho visto più di un viaggiatore fare la fila sbagliata e poi improvvisamnte cambiare perché accortosi di seguire il flusso errato.

Inizio a capire perché ogni tanto il Charles de Gaulle sia votato dagli utenti come uno dei peggiori al mondo, anche se immagino che la gestione delle code non dipenda tanto dall'aeroporto ma dalle singole compagnie.

Non so voi, ma io trovo sempre più stressante viaggiare in aereo, soprattutto se c'è da fare un cambio (non esiste un volo diretto Parigi Lamezia): il giorno che faranno l'alta velocità in treno Parigi Locri sarò l'uomo più contento del mondo...

Aggiornamento del 21.12
Oggi pomeriggio ho finalmente ricevuto il mio bagaglio. I financier e i cannelés si sono seccati un po', ma ancora buoni.
Il bagaglio è stato imbarcato sul volo 1175 di ieri, arrivato a Lamezia Terme alle 13.05, ma solo alle 8 di sera il centralino di Alitalia è stata capace di confermarmi che lo zaino era arrivato a Lamezia.

giovedì 17 dicembre 2009

Ipxe dixit: Jacques Myard

"La rete internet è completamente marcia. Bisogna nazionalizzare questa rete per poter meglio gestirla (maîtriser), i cinesi l'hanno fatto".

Jacques Myard, deputato dell'UMP (il partito di Sarkozy).

Articolo completo


"Aujourd’hui, le réseau Internet est totalement pourri", explique Jacques Myard. Il faut "nationaliser ce réseau [pour] avoir la capacité de mieux le maîtriser, les Chinois l'ont fait..."

Ipse dixit: Schifani

"Si leggono dei veri e propri inni all'istigazione alla violenza. Negli anni 70, che pure furono pericolosi, non c'erano questi momenti aggregativi, che ci sono su questi siti. Così si rischia di autoalimentare l'odio che alligna in alcune frange".
17.12.2009
Fonte


martedì 8 dicembre 2009

Un film: The road


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Il mondo è morto. Sono sopravvisuti pochi uomini e animali e la vegetazione non cresce più.
I sopravvissuti si sono organizzati in bande e praticano il cannibalismo per vivere.
In questo mondo apocalittico si muovono un padre e un figlio, in cammino verso sud per svernare.
Durante il loro viaggio a piedi si imbattono nelle più disparate situazioni e persone. Il figlio scopre i resti della civiltà, mentre il padre cerca di essere una guida morale.

Molto bello il paesaggio della Terra morta (il film ci nasconde la causa della sua morte), ma nel complesso la pellicola non mi ha convinto. E' un film intimo, che forse avrebbe avuto bisogno di un attore meno freddo di Viggo Mortensen, che apprezzo invece molto nei ruoli da duro.  E poi ho avuto l'impressione che due ore siano troppe per questo film e che forse un'operazione di sintesi lo avrebbe reso più compatto.

Voto di Kurtz: più.

giovedì 3 dicembre 2009

Un film: A l'origine.


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La storia vera di Philippe Miller, un uomo che vive di truffe giorno per giorno.
Quando gli capita di passare un bel di' di fronte al cantiere abbandonato di un'autostrada, mette in piedi la sua truffa più grande, spacciandosi per capo cantiere e facendo riaprire i lavori. L'abbandono del cantiere aveva provocato nella popolazione locale della disoccupazione e un grande senso di abbandono. Preso dai sentimenti, la situazione gli sfugge di mano.
Basato su una storia vera.

La storia alla base del film è molto appassionante e interessante. Purtroppo il regista Xavier Giannoli non ha saputo tradurla bene in immagini secondo me. L'attore principale François Cluzet gioca troppo a fare l'alienato tanto da apparire monoespressivo.

C'è qualcosa di bello, come la sempre brava Emmanuelle Devos, ma nel complesso il film è anche troppo lungo.

Voto di Kurtz: indifferente.

Un film: Away we go



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Burt e Verona sono una giovane coppia che si ama. Quando lei scopre di essere incinta,  si mettono in viaggio per andare a trovare delle coppie amiche in varie città per cercare un posto dove fondare la loro famiglia.

Commedia insignificante, con qualche momento simpatico e basta. Non mi ha detto niente.

Voto di Kurtz: indifferente.

domenica 29 novembre 2009

Un film: Le concert


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Andrei Filipov era un grande direttore d'orchestra dell'Unione Sovietica: dirigeva infatti l'orchestra del Bolshoi. Licenziato per non aver acconsentito di mandare via dall'orchestra i musicisti (e suoi amici) ebrei, lavora come uomo delle pulizie nello stesso teatro dove era direttore qualche decennio prima. Durante le pulizie un giorno intercetta per caso un fax del Théâtre du Châtelet che invita l'attuale Bolschoi a suonare a Parigi.
Nasconde al vero direttore il fax e si lancia in un'impresa folle: rimettere in piedi la sua ex orchestra e suonare a Parigi, spacciandosi per i veri Bolshoi. La violinista solista sarà una giovane e famosa violinista francese.

Nel complesso il film non è male: c'è qualche scenetta simpatica e della buona musica. Pero' trovo che il regista (lo stesso di Train de vie) giochi troppo sui cliché - russi caciaroni, zingari truffaldini ma sempre pronti a darti una mano e ottimi suonatori, francesi freddi. Ed inoltre trovo che nella sequenza finale il regista cerchi di fare di tutto per strapparti la lacrima.

Voto di Kurtz: più (per Mélanie Laurent e perché c'è il concerto per violino e orchestra di Tchaikovsky, altrimenti sarebbe un indifferente).

Ipse dixit: Benedetto XVI

Da Repubblica

"Moltiplicando e coordinando gli sforzi, si giunga a fermare e debellare questa malattia". Così Benedetto XVI oggi all'Angelus in San Pietro, ricordando che il prossimo 1 dicembre si celebra la Giornata mondiale contro l'Aids. "La Chiesa - ha aggiunto il Papa - non cessa di prodigarsi per combattere la malattia, attraverso le sue istituzioni e il personale a ciò dedicato".

E' proprio vero, Benedetto, questa malattia va debellata. Su questo siamo d'accordo, e apprezzo che
ci siano le istituzioni e del personale della Chiesa che si prodigano per combattere la malattia,: lo apprezzo davvero perché è una malattia bastarda, che colpisce i paesi più deboli e la popolazione più povera, che si propaga con l'atto più naturale al mondo.

Pero' ora magari potresti chiedere scusa per quella stronzata detta qualche mese fa (L'aids non si vince con il preservativo) perché sminuendo (o criminalizzando) l'importanza del preservativo come hai fatto tu probabilmente la malattia sarà debellata con molta più difficoltà.

Dài, Benedetto, ammettilo di aver sbagliato. Tutti sbagliamo nella vita, non vedo perché tu non dovresti: non ti assaliro', anzi apprezzero' il tuo coraggio nell'ammettere un errore.


giovedì 26 novembre 2009

Un film: Das weisse Band



In italiano Il nastro bianco.
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Un piccolo villaggio della Germania, prima della prima guerra mondiale: nel giro di pochi mesi accadono cose strane: un attentato al medico vedovo del paese (che impone alla giovane figlia una relazione incestuosa), l'omicidio di una donna al servizio del ricco barone, le sevizie ad un bambino handicappato. Il paese si interroga, gli abitanti sospettano l'un dell'altro alla ricerca di un o più colpevoli. Sono in pochi senza colpa.

Film glaciale sull'umanità puritana, perbenista, vendicativa, sui soprusi dell'uomo nei confronti della donna e dei bambini, della classe dominante verso quella sottomessa. La religione usata come strumento di potere, di censura e controllo.Il piccolo villaggio metafora dell'umanità che porterà alla prima guerra mondiale.

2 ore e 20 di pellicola di alto livello, con una fotografia in bianco e nero splendida e una cura dell'immagine che si vede raramente al cinema.

Un Haneke lucidissimo, tra le cose più belle che abbia fatto. 

Voto di Kurtz: doppio cuoricino.

mercoledì 25 novembre 2009

Un film: Vincere


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Mk2 Bastille, sala 4. La qualità dell'audio è uguale a quella dei cellulari usati come riproduttori mp3 senza auricolare.

La storia di Ida Dalser, amante e probabilmente prima moglie di Benito Mussolini, conosciuto agli inizi della sua carriera giornalistica e politica. Ida rinnegata da Benito e fatta rinchiudere in  manicomio.

Ammetto che la prima parte di questo film, quando si parla della storia di Ida e Benito, non mi ha catturato: guardavo il film senza riuscire ad entrare nel mondo rappresentato da Bellocchio. Guardavo con distacco.
La seconda parte, incentrata più sulla storia di Ida rinnegata, è più bella, intima e coinvolgente. Il duce si vede solo di sfuggita, e quasi tutta la scena è occupata dalla brava Mezzogiorno. Le budella si contorcono, la rabbia monta.

Al di là dei gusti personali, consiglio il film a quelli che discutendo della necessità del crocifisso nelle aule scolastiche mi hanno più volte ripetuto: rileggiti la storia d'Italia, capirai che il crocifisso fa parte della storia e della cultura del nostro paese.
Probabilmente si riferivano alla convivenza tra fascismo e chiesa, come messo in scena da Bellocchio.

E da parte mia non posso che apprezzare Marco Bellocchio uomo, oltre che regista, che non è andato all'incontro con il papa di qualche giorno fa, al quale hanno partecipato più di 200 artisti di tutti i tipi.

La coerenza non è solo la virtù degli imbecilli, come va di moda dire nei nostri tempi citando Oscar Wilde: a volte la coerenza è anche integrità morale, intelligenza e in questo caso coraggio.

"Ci deve essere una corrispondenza fra ciò che si fa e ciò che si crede. E se io credo che l'aborto non sia un assassinio, che non è giusto che il crocifisso incomba nelle scuole, che vietare il preservativo in Africa sia un crimine, ecco, allora faccio come Ernesto Picciafuoco, il protagonista del mio L'ora di religione, e ad applaudire il Papa non vado".
Marco Bellocchio. 

Voto di Kurtz: cuoricino.

lunedì 23 novembre 2009

Santo Natale.

Ci siamo: nell'aria si respira già la magica atmosfera natalizia. Manca più di un mese è vero, ma il mondo si mobilita per rendere questo evento una vera tradizione familiare.

Quello del Natale è senz'altro il periodo più bello dell'anno, per lo meno per me. I motivi sono tanti, e nell'elencarli sicuramente me ne sfugge qualcuno. Probabilmente aggiornero' il post in seguito.

- Le cassiere dei supermercati hanno il cappellino rosso e bianco in testa.
- Nelle vetrine dei negozi c'è la neve finta dappertutto e finanche gli orsi polari di peluche. Anche se fa 20 gradi fuori, come in questo periodo.
- Nelle finestre delle case di intravedono delle magiche luci lampeggianti attaccate ad un albero finto insieme a delle palle colorate.
- In tv appare spesso un vecchio grassone vestito di rosso che come un pirla cavalca una slitta che vola e che pubblicizza una bibita con le bollicine.
- Le città si addobbano con delle finte coccarde di tutti i colori.
- La tele ci offre il meraviglioso spettacolo di uomini vestiti di nero che ci parlano di famiglia, proprio loro che la famiglia non possono averla (se non quella di provenienza).
- Le compagnie telefoniche propongono le stesse offerte del resto dell'anno solo che nei cartelloni c'è scritto in grande Offerta promozionale per Natale.
- Il palinsesto televisivo propone cose impensabili e nuove, come Ben Hur o la Bibbia.



...continua

L'iva e i ristoranti.

Correva l'anno della crisi 2009 quando il governo francese ha deciso di abbassare l'iva (TVA in francese) sul cibo dei ristoranti e bar, dal 19.6% al 5%.

Prima della legge, quindi, se pagavi un piatto 10€,  dei 10€ il ristorante doveva versarne 2€ al fisco. Il resto, 8€, se lo intascava lui.

Dopo la legge, invece, se un piatto lo paghi 10€, dei 10€ il ristoratore ne versa solo 50 centesimi al fisco. E i 9.5€ che restano se li intasca lui.

I miei esami di analisi matematica all'università mi fanno dedurre che il medesimo piatto che prima costava 10€ al cliente, dopo la legge sarebbe dovuto costare circa 8.5€.

Ma cosi' non è stato: in base alla mia esperienza personale, la maggior parte dei ristoranti di Parigi, non ha abbassato assolutamente i prezzi. Quelli che l'hanno fatto, si solo limitati ad abbassarli su una selezione di piatti, circa il 10% di quelli proposti, e guarda caso sulle pietanze meno interessanti e meno attraenti.

In soldoni (è il caso di dirlo), la legge si è tradotta in un maggiore guadagno per i ristoratori ed un esborso uguale per i consumatori. Anzi, se vogliamo vederla in termini più ampi, il mancato gettito fiscale derivante dall'iva dei ristoratori aumenterà in qualche modo le tasse dei cittadini non ristoratori.

In questi giorni il governo dice di voler ripristinare l'iva al suo valore iniziale, e ovviamente si è scatenata l'ira (non l'iva) dei sindacati dei ristoratori.

Posso fare la mia previsione su come andrà a finire? Che in seguito al ristabilimento dell'iva al valore iniziale, la maggior parte dei ristoratori aumenterà i prezzi dicendo che è a causa dell'aumento delle tasse.

Accetto scommesse.

giovedì 19 novembre 2009

Ipse dixit: Mussolini

"Le idee religiose hanno ancora molto impero, più di quanto non si creda da taluni filosofi. Esse possono rendere grande servizio all'umanità.
Essendo d'accordo col papa si domina ancora la coscienza di 100 milioni di uomini."

Mussolini, discorso alla Camera del 5 maggio 1929

mercoledì 18 novembre 2009

Un film: Sin nombre


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Honduras: Sayra decide di intraprendere con il padre e lo zio un lungo viaggio sul tetto di un treno verso la frontiera statunitense, dove incontreranno il resto della famiglia, installata nel New Jersey.
Nello stesso tempo Casper, giovane appartenente ad una violente e potente mara (band giovanile - ragazzi tranquilli, che quando trovano un membro di una band avversaria lo uccidono e ne danno il cadavere in pasto ai cani), uccide il capo banda della mara, per vendicare l'uccisione della sua ragazza.
Casper incontra Sayra: insieme affronteranno il viaggio verso gli USA.

Una bella storia, violenta e triste, raccontata con una certa eleganza registica. Si vede che al regista non interessa tanto far riflettere sulla condizione degli immigrati clandestini o sulle bande dell'Honduras, ma è più interessato alla storia, alla finzione.

Film complementare con La vida loca, film di Christian Pavoda, che pero' ha un taglio più documentaristico.

Voto di Kurtz: cuoricino.




martedì 17 novembre 2009

Cinema a Parigi: Le Saint Germain des Prés.

Accanto alla piazza Saint Germain des Prés si trova questo cinema monosala, dalla buona programmazione. In questo momento per esempio c'è il discreto Le concert.

La sala è grande, le poltrone comode e lo schermo medio - grande. L'audio non è un granché, anzi piuttosto impastato quando il volume è alto.

Il grosso problema di questo cinema è pero' lo scarso, se non assente, ricambio d'aria che rende l'aria della sala molto pesante da respirare. Inoltre, spesso fa molto caldo.

Un film: The imaginarium of Doctor Parnassus




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Il dottor Parnassus gira per la città di Londra con un vecchio carrozzone, e in compagnia della figlia e di altri amici offre al rado pubblico uno spettacolo unico: entrare nella sua immaginazione varcando uno specchio magico.
All'alba del sedicesimo compleanno della figlia si presenta dal dottor Parnassus uno strano tipo, che Parnassus aveva incontrato qualche secolo prima, con la pretesa di prendere la bella ragazza. I due ingaggiano quindi una scommesa.

Ho trovato L'immaginari del dottor Parnassus perfetto: il mondo meraviglioso nel quale riesce a proiettarci è disegnato con molta cura e stupisce minuto dopo minuto. La storia, per quanto semplice, sta bene in piedi e la scelta degli attori è azzeccata. La cosa che più stupisce pero' è il mondo fantastico messo in scena da Gilliam. 

Da vedere in un cinema con un grande schermo. Da non vedere in tv né in dvd: penso che perderebbe gran parte della sua magia.

Voto di Kurtz: doppio cuoricino.

Un film: A religiosa portuguesa.


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Un'attrice francese di origini portoghese si reca per la prima volta nella sua vita a Lisbona per girare un film ispirato alle Lettere di una monaca portoghese. Durante le riprese incontra un bambino abbandonato dai genitori che vive con una signora che chiama zia, qualche uomo e una monaca con cui si intrattiene a parlare per una notte intera. La sua vita cambia.

Particolare questo film: i dialoghi ricordano quelli laconici e un surreali di Kaurismaki, la fotografia è molto curata e patinata e per finire l'immagine di Lisbona sembra quella di un'agenzia viaggi. Bizzarro anche il modo in cui sono filmati i dialoghi: invece del solito campo controcampo, l'attore che parla è inquadrato frontalmente e guarda nella macchina da presa.

A me nel complesso è piaciuto.

Voto di Kurtz: cuoricino.

venerdì 6 novembre 2009

Un libro: L'osso di Dio




Di Cristina Zagaria.

Angela Donato abita nel catanzarese. A 17 anni scappa di casa per avere una propria vita, lontana dai genitori, e poco per volta viene a contatto con la 'ndrangheta. Ha storie con 'ndranghetisti, impara il codice mafioso, smercia liquori, gira armata, guida la macchina.

Con la nascita dei figli Angela si allontana dall'ambiente della 'ndrangheta e lavora molto per dare un futuro migliore del suo ai suoi 3 figli. I lavori più disprezzati: bidella, pulizie in casa dei ricchi e dei mafiosi. L'unico figlio maschio, Santino, dopo aver studiato con successo al liceo ad Assisi, decide di rientrare in Calabria.

Purtroppo Santo finisce in un brutto giro, che lo porterà alla morte prematura. Lupara bianca: fanno sparire qualcuno. Per i familiari niente di più atroce: in cuor tuo speri che la persona sia ancora viva, anche se il cervello ti dice che non lo è. Angela indaga per anni per dare una verità alla morte del figlio, o almeno per trovarne il cadavere per dargli una sepoltura dove andare a piangere.

Ho comprato questo libro per caso e svogliatamente, attratto forse solo dal fatto che parla della mia regione. Dopo averlo iniziato a leggere, pero', l'ho finito in due sole tirate.

Il libro non si sofferma tanto sulla descrizione dell'ambiente della 'ndrangheta, ma di più sulla bellissima figura di Angela, pronta a sfidare da sola (ha rifiutato la scorta) i grandi mafiosi della sua zona per amore del figlio morto. La storia è davvero coinvolgente, scritta con passione dalla giornalista Zagaria, che ha girato la Calabria insieme ad Angela per ricostruire la sua vita.

Qui un'intervista ad Angela, trasmessa da TG3 Calabria.

Ristoranti e bar a Parigi: Café dell'Olympia.

2 Boulevard Madeleine, 75009 Paris

A due passi dal teatro dell'Olympia si trova questo café, dove mi sono recato domenica a pranzo, costretto a fermarmi nel primo posto aperto da una fastidiosa pioggia.

10€ un croque madame (pane con formaggio, prosciuto e un uovo) con due foglie di lattuga di cui una avvizzita, 4.9€ una bottiglia di Coca Cola da 33cl.

Fosse stato un croque eccellente, avrei anche chiuso un occhio sul prezzo, ma oltre ad essere di qualità scadente era anche bruciato, e non poco.

Bagno alla turca fetido.

Com'è difficile mangiare bene in questa città quando vai a caso.

Come è difficile trovare un locale pubblico in questa città con il bagno al piano e non a -1: ma agli handicappati e alle persone con problemi a camminare non ci pensa nessuno?

Un film: (500) days of Summer


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Mk2 Bibliothéque. Certo che se qualcuno volesse farmi fuori saprebbe dove trovarmi.

Lui e lei: si incontrano e si innamorano. La loro coppia.

Potrei parafrasare il mio amico Jonny che defini' il film Matrix Uno spot della Nokia gonfiato a 90 minuti e definire 500 days of Summer Uno spot dell'Ikea gonfiato a 96 minuti. Penso che in questo film la tecnica della pubblicità indiretta (product placement per i fighi) abbia raggiunto uno dei suoi apici.

Al di là di questo, bisogna ammettere che il film in questione, in uscita in Italia a fine novembre, è simpatico e guardabile: nulla di più di una stereotipata storia di coppia, sia chiaro, pero' raccontata bene e con delle belle trovate registiche. Mi viene in mente per esempio quando lui dopo la rottura va ad una festa da lei. Lo schermo è diviso in due orizzontalmente: da una parte c'è l'attesa, come lui immaginava l'incontro (lei che gli si butta sulle braccia, che si entusiasma per il regalo, che non lo molla per tutta la serata), dall'altra la realtà, come le cose sono realmente andate (lei che lo saluta formalmente, che guarda il regalo senza troppo entusiasmo, lui in mezzo agli altri ospiti come una qualunque persona).

Se un giorno faro' un film sulla mia vita, cosa che tutto il mondo si augura, rubero' l'idea a questo regista. Da una parte dello schermo metto le attese degli spettatori, dall'altra cio' che volevo davvero raccontare.

Voto di Kurtz: più.

domenica 1 novembre 2009

Inciviltà parigina.

Al tg italiano di regime TG1 di questa sera il corrispondente di Parigi ha spiegato di come tra gli utilizzatori del servizio Vélib, le biciclette messe a disposizione dai comuni di Parigi e banlieues, regni l'inciviltà: biciclette rubate, danneggiate, buttate nella Senna. Ed in effetti quando passo davanti ad una qualsiasi stazione di Vélib, è triste constatare come almeno il 50% delle biciclette non sia in buono stato, e quindi inutilizzabile.

Qui un articolo in italiano sull'argomento delle Vélib distrutte.

Ho sentito la notizia proprio mentre riflettevo su un'altra grande inciviltà con cui è facile scontrarsi a Parigi. Meno distruttiva, ma altrettanto fastidiosa e deprimente, per lo meno per me.

Negli ultimi due fine settimana sono uscito spesso con i mezzi pubblici in quanto avevo ospiti e mi sono accorto di una cosa a cui non avevo prestato molta attenzione nel passato: l'impressionante numero di persone che prende i mezzi pubblici, metro e RER, senza pagare il biglietto.

Non tanto a Parigi, dove già non è raro vedere ragazzi più o meno agili che scavalcano i tornelli o che ti si incollano dietro per passare con te nel tornello all'uscita o all'entrata della stazione, ma in periferia, dove il numero dei non paganti aumenta in modo esponenziale in funzione della distanza da Parigi.

Abitando a Vincennes, le mie osservazioni si riferiscono principalmente alle entrate/uscite della RER di questa città.

Ebbene, oggi ho accompagnato il mio amico Iena alla stazione della RER A della mia città: più precisamente ad un'entrata secondaria della stazione, più vicina a casa mia rispetto a quella principale.
Tra 6 persone che sono uscite dalla stazione, ho contato solo una donnina che è passata regolarmente con il suo abbonamento. Una persona su sei! Capisco che il campione è troppo piccolo per essere significativo e quindi a livello statistico non dice una mazza, pero' colpisce ugualmente.

Dovete sapere che in molte stazioni della metro/RER subito dopo i tornelli ci sono anche delle porte molto alte che si aprono quando il cittadino inserisce il suo biglietto nel lettore: in teoria queste porte dovrebbero scoraggiare chi viaggia senza biglietto, in quanto sono difficili da scavalcare a causa della loro altezza.

Qualcosa più o meno del tipo: 



Difficile, ho scritto, ma non impossibile: molti ragazzi infatti si arrampicano come scimmie, con le quali condividono il quoziente intellettivo e la capacità di esprimersi, e scavalcano tornello e porta.

Ieri la scena più triste: stavo entrando alla stazione quando un tizio, che invece dalla stazione usciva, mi ha chiesto se la porta in vetro, che solitamente è usata da donne con passeggino o handicappati, fosse chiusa. Io gli ho risposto di si' e lui mi ha ribattuto che 'non è un problema'. Con una forte spallata ha aperto la porta e a momenti la buttava giù del tutto. Poi mi ha sorriso per sottolineare quanto il suo gesto fosse intelligente e furbo e per cercare un po' di complicità nel mio sguardo, che spero invece gli abbia trasmesso il mio senso di schifo.
Con lui una donna che rideva e rideva della scena come un'ebete ripetendo a voce alta 'la porta chiusa, non è un problema, ahahahahahha'.

Non so cosa ne pensate, ma io trovo questo genere di spettacolo molto triste: quando viene a mancare il rispetto per tutto cio' che è pubblico e usato anche dagli altri, a me prende una sorta di sfiducia nel genere umano. Lo so che nel mondo ci sono cose di molto peggiori, lo so che posso sembrare moralista a chi non mi conosce, pero' questo era il mio pensiero di oggi e l'ho espresso senza filtri.

martedì 27 ottobre 2009

Il ratto va di moda.

Qualche mese l'hanno trovato nella pizza.

In questi giorni invece nel pane.


Il topo inizia a diventare un elemento culinario ricercato in Francia. Sono convinto che tra qualche tempo nei ristoranti più prestigiosi potremo gustare un ottimo foie gras de rat.



lunedì 26 ottobre 2009

Una dedica.

A tutti i trans del mondo, che in questo momento sono nominati più volte al giorno per aggravare la posizione morale di un politicante.

mercoledì 21 ottobre 2009

Scoop sensazionali: il vento e il Papa

Neanche il tempo di riprendermi dallo sconvolgente ed emozionante servizio fotografico sulla berretta del Papa che vola, che già Repubblica on line pubblica un altro servizio fotografico di elevato valore.

I protagonisti sono ancora il vento e il Papa. Questo il link e questa una golosa anteprima:


martedì 20 ottobre 2009

Un film: Je suis heureux que ta mère soit vivante


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Thomas all'età di 4 anni è stato abbandonato dalla madre e adottato da un'altra famiglia. Ad un certo punto decide di cercare la sua madre biologica. Riesce a trovarla e a stabilire con lei un rapporto difficile.

Non mi è rimasto molto di questo film, a parte la bella interpretazione del giovane Vincent Rottiers, che è in ben 3 film francesi attualmente in sala.

Curiosità (per me, agli altri sicuramente interessa poco): in una scena ho riconosciuto la città dove lavoro e ho abitato fino a qualche mese fa, Nogent sur Marne, anche se nel film si parlava di Bonneuil.

Voto di Kurtz: indifferente.

Elvis è vivo?

Chi dice che Hitler è vivo, chi dice che gli alieni sono sbarcati sulla terra e una loro navicella tenuta nascosta dall'esercito americano nel deserto, chi dice che Elvis Presley è vivo.

Per mia natura io sono un tipo piuttosto incredulo e scettico, ma dopo la visione di questo video inizio a pensare che Elvis sia davvero vivo.

Guardare dal minuto 1.45 in poi per capire.

domenica 18 ottobre 2009

Un film: Inglorious basterds


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Francia occupata dai nazisti: la giovane Shosanna sfugge quasi per miracolo alla troupe del colonnello  Landa, spietatamente specializzato nello scovare ebrei in ogni angolo di Francia. La sua famiglia, al contrario, viene decimata.
La ragazza con documenti falsi riesce a rifarsi una vita a Parigi, dove gestisce un cinema, in cui per volontà dei nazisti è obbligata a proiettare opere tedesche. Il desiderio di vendetta è sempre presente in lei e cresce nel tempo.
Intanto in Francia operano i basterds, gruppo di simpatici e cattivi ragazzi americani alla ricerca di nazisti da uccidere e di cui collezionare lo scalpo.
I basterds si infiltrano tra i nazisti ed elaborano un piano per uccidere il duce in persona.

Premetto che Tarantino non è tra i miei registi preferiti: mi piace, lo stimo, riconosco che è un grande regista a cui piace giocare con il cinema, ma solitamente non tocca a fondo le mie corde. Eppure questo film mi è piaciuto molto: anche se lungo è riuscito a non farmi perdere l'attenzione neanche per un istante e a farmi divertire.
I dialoghi come al solito sono fenomenali, cosi' come la capacità del regista di disegnare i personaggi. Tarantino è sicuramente uno dei registi più irrispettosi nei confronti dei suoi stessi personaggi e del pubblico in sala.

La giovane Mélanie Laurent con Inglorius basterds riuscirà a farsi conoscere anche all'estero, e se lo merita, anche se la preferisco in ruoli più intimi. Brad Pitt è tanto bruttino quanto bravo: la scena del teatro in cui si finge italiano è molto divertente e il suo goffo accento americano nel parlare italiano altrettanto.

Voto di Kurtz: cuoricino.

Un film: Mademoiselle Chambon



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Ottobre 2009, un freddo sabato autunnale. Cinema Arlequin, ampie sale e programmazione interessante.

Jean è un operario sposato, con un figlio, Jeremie. La vita della famiglia è serena. Un giorno la moglie di Jean è ammalata a letto, quindi tocca a lui andare a prendere il figlio a scuola. Qui incontra mademoiselle Chambon, la maestra di Jeremie.

Film poco parlato e molto intimo, con dialoghi e storia semplice, sui sentimenti. Molto fanno i due protagonisti, perfetti nel loro ruolo. Vincent Lindon è il mio attore francese preferito, insieme a Daniel Auteuil, anche se a volte ho difficoltà a capirlo bene quando parla velocemente.

Unica cosa che si puo' rimproverare al film è la poco originalità della storia da un certo in poi. Ma probabilmente il regista era più interessato a mettere in scena i sentimenti che la storia.

Voto di Kurtz: più.

Grande merito del film: avermi fatto conoscere la bellissima canzone Quel joli temps, di Barbara.

Eccola:

giovedì 15 ottobre 2009

Aggiornamento post Nepotismo alla francese

In questo post dedicato alla vicenda del figlio di Sarkozy, avevo parlato di un certo oscurantismo da parte dei giornali online francesi ('...mentre tra i giornali online francesi che leggo abitualmente la notizia è facilmente reperibile solo nell'edizione online di Libération'...)

Per amore di chiarezza devo specificare che se all'inizio della vicenda se ne parlava poco, in questi ultimi giorni la notizia della candidatura del giovane Sarkozy è sempre più discussa tra i media francesi.

Martedi' Sarkozy, parlando dell'educazione e della riforma del liceo, con grande tempismo ha detto:

ce qui compte en France pour réussir, ce n'est plus d'être bien né, c'est d'avoir travaillé dur et d'avoir fait la preuve par ses études de sa valeur

Ma allora se la cerca proprio la polemica!

Dire che in Francia per riuscire le origini non sono importanti, ma cio' che conta è di lavorare duro e di studiare..Dire questo dopo qualche giorno la notizia della candidatura del figliolo all'EPAD, mi sa tanto di presa per i fondelli.





 

Un film: Mary and Max


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Mary è una bambina australiana, che vive con una madre alcolizzata e un padre assente. Max è un signore che abita in una grigia sporca e rumorosa New York: Max ha qualche turba psicologica.
I due si iniziano a scrivere, quasi per caso.
La storia della loro amicizia lungo gli anni, tra alti e bassi.

Delicato, intimo ma anche divertente questo film d'animazione australiano, storia di due persone normali con vite differenti ma accomunate dalla solitudine.

Voto di Kurtz: cuoricino.

lunedì 12 ottobre 2009

Un film: The hurt locker




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Mk2 Bibliothéque, un sabato pomeriggio di un dolce inizio ottobre.

Bagdag, giorni nostri: la vita quotidiana di un'équipe di soldati americani specializzati nel disinnescare bombe e mine, tra attentati suicidi, depressioni, nemici nascosti e la paura. Al lavoro, ma anche nei momenti di divertimento, di amicizia.

La sceneggiatura del film è di Mark Boal (che ha scritto anche In the valley of Elah, che purtroppo ho perso), un giornalista che ha seguito dal vivo un'unità di démineurs (mi piace molto questo termine francese, e non so come tradurlo in italiano, se non con 'disinnescatori di bombe') in Irak. 

La guerra come droga dipendenza adrenalina e unica ragione di vita. Se è questo che il film voleva trasmettere, ci riesce benissimo.

Brava Katyrin Bigelow.

Voto di Kurtz: doppio cuoricino.

sabato 10 ottobre 2009

Un film: La syndrome du Titanic


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Mk2 Bibliothéque. Salle B, la più grande insieme alla Salla A. Pochissimi spettatori, si vede che il passaparola su questo film è stato negativo.

Nicolas Hulot è il più conosciuto ed ascoltato ecologista francese. Nel 2006 ha scritto Il patto ecologico, che poi ha fatto firmare al presidente della Repubblica eletto l'anno successivo.

Non lo conosco come ecologista, pero' dopo la visione di questo film mi sento di affermare che come regista non è un granché (anzi, come co-regista, visto che il film è firmato insieme a Jean-Albert Lièvre).

Il film - in Francia chiamano film anche i documentari che escono al cinema, e ne escono parecchi - fa acqua: a meno di non aver vissuto in un altro pianeta negli ultimi 10 anni, Hulot non aggiunge niente a quanto il cittadino con un minimo di cervello dovrebbe sapere.

In più il tutto viene raccontato con un eccesso imperdonabile di parole (errore madornale: siamo al cinema, facciamo parlare le immagini), senza un filo conduttore, anzi in modo molto sparpagliato e dispersivo, passando alla leggera su tutti gli argomenti toccati dagli ecologisti di tutto il mondo: flussi migratori di persone da un continente all'altro, sfruttamento eccessivo delle risorse, distribuzione iniqua della ricchezza e cosi' via.

Purtroppo nel film si parla di tutto e niente e troppo superficialmente per mantenere viva l'attenzione dello spettatore, che infatti di addormenta (non io, ma la mia vicina di posto).

Voto di Kurtz: meno.

Nepotismo alla francese

Aggiornato l'11 ottobre.

Il figlio di Nicolas Sarkozy, 23 anni, studi di legge non ancora terminati e attuale più giovane conseiller général di Francia, è l'unico candidato alla presidenza dell'ente (EPAD) che gestisce la Défense, il quartiere affari alle porte di Parigi.

Il quartiere sarà tra i più coinvolti dalla ristrutturazione generale che subirà Parigi nei prossimi decenni, nell'ambito del gigantesco progetto Grand Paris. Progetto voluto fortemente da Sarkozy, questa volta il padre.   

Ho avuto notizia della candidatura del giovane Jean Sarkozy dai media italiani, internet e Tg3 delle 14.20, mentre tra i giornali online francesi che leggo abitualmente la notizia è facilmente reperibile solo nell'edizione online di Libération (l'articolo completo è disponibile solo per gli abbonati, tra l'altro). (*)

Qui un articolo in italiano del giornalista Massimo Nava, corrispondente del Corriere della Sera a Parigi.

C'è chi durante gli studi consegna pizze o serve la birra ai tavoli, e c'è invece chi dirige il più grande quartiere d'affari d'Europa.

Egalité!

(*) Nota a margine: le notizie sulle brutture del resto del mondo, lodo Alfano compreso, sono trattate in modo molto più esteso e critico sui media francesi rispetto a quelle sulle brutture di casa propria.


Aggiornamento dell'11 ottobre: a questa pagina qualcuno si è divertito a pubblicare un falso annuncio per direttore dell'EPAD. Molto divertente :-)

venerdì 9 ottobre 2009

Vecchie auto.

Hai una bella auto? E' troppo bella e vuoi renderla un po' tamarra?

Potete contattare allora il proprietario di questa vecchia Alfa vista a Nogent sur Marne.


mercoledì 30 settembre 2009

Un film: Un prophète


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Malik, 19 anni, arriva in prigione per scontare una pena di 6 anni. Analfabeta, in carcere impara a leggere, a scrivere e ad entrare nel giro della mafia corsa, che domina il carcere con la sua legge.
Nel giro di poco tempo pero' il ragazzo acquista esperienza e si mette in proprio.

Niente di nuovo sotto il sole: ambiente carcerario, storia di malavita, di violenze, di legge del più forte. Nel complesso non è male, ma troppo lungo e le scene oniriche sono bruttine.

Il sistema carcerario francese ne esce a pezzi. Non so se fosse nelle intenzioni del regista far emergere questa realtà, ma di sicuro la descrizione che ne viene fuori è pessima.

Voto di Kurtz: più.

Un film: London River


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Luglio 2005. Una donna inglese si reca a Londra per avere notizie della figlia, che non risponde al telefono da un paio di settimane. Un uomo africano ma che vive in Francia si reca a Londra per avere notizie del figlio, di cui non ha nuove da qualche settimana. Il 7 luglio a Londra ci sono stati i famosi attentati nella metro e nel bus.

Un film molto intimo e delicato. Leggendo la trama pensavo che il regista si soffermasse molto sull'incontro delle due religioni (protestante e musulmana), ma fortunamente non è cosi': il fattore religioso c'è, ma prevale quello umano tra i due protagonisti, cosi' diversi. Gli attori meritano entrambi la lode. Molto belle anche le musiche.

Voto di Kurtz: cuoricino.



domenica 27 settembre 2009

Un film: District 9


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Mk2 Bibliothéque

Nel 1990 una gigantesca astronave aliena si piazza sopra il cielo di Johannesburg: dopo qualche settimana ancora non ne è uscito nessuno. Quando gli umani fanno irruzione scoprono degli alieni in cattivo stato di nutrizione e malati. Questi sono allora sistemati in una zona recintata alla periferia della città, il District 9, dove vengono sfruttati dalla malavita nigeriana e tenuti buoni con del cibo per gatti, di cui sono ghiotti.
Gli alieni vivono e si riproducono, tanto da essere quasi 2 milioni dopo una ventina d'anni. E sono ovviamente un pericolo pubblico per la città, i cui abitanti si lamentano spesso del degrado e della loro pericolosità.
Si decide di spostarli in un nuovo distretto, a 200km dalla città. Comandante dell'operazione è designato il poco brillante Wikus, che durante una perlustrazione nel distretto 9 viene in contatto con uno strano fluido.


Doveva essere dal 1956 che non vedevo un film di fantascienza: nonostante il genere non mi affascini in particolar modo, District 9 mi è piaciuto: ha un buon ritmo, dell'azione e soprattutto tante metafore, alcune facili, sul migrante.

Coincidenza vuole che il fim sia uscito in Francia negli stessi giorni in cui è sgomberato un campo di migranti nella regione del Nord, a Pas de Calais: nel corso degli ultimi anni, infatti, a Pas de Calais, si sono accampate centinaia di immigrati, principalmente afgani, iracheni e africani, che da li'  cercano di raggiungere l'Inghilterra imbarcandosi sui tir che passano nel tunnel della Manica. Qualche giorno fa la giungla, come era chiamato l'accampamento, è stata sgomberata in meno di un'ora, con grande uso delle forze di polizia e grande richiamo mediatico.

Sugli immigrati che cercano di raggiungere l'Inghilterra l'anno scorso il regista francese Philippe Loiret ci ha fatto un bel film, Welcome, che vi consiglio di vedere.
E' stato grazie a Welcome che ho scoperto che in Francia aiutare o semplicemente dare da mangiare ad un immigrato clandestino è reato.

Alla faccia dell'umana pietà.

Voto di Kurtz (sul film): più.

mercoledì 23 settembre 2009

La morte di un'espressione

Per fortuna tra le molte espressioni che diventano di moda in un batter baleno, alcune di esse muoiono altrettanto velocemente.

Da un paio d'anni non si sente più infatti l'odiosa lunga e ridondante espressione 'per non sapere né leggere né scrivere', usata sia allo scritto (ah, quanti post nelle mailing list più disparate iniziavano con 'io, per non sapere né leggere né scrivere...) sia all'orale. Ora è scomparsa, come forse sta scomparendo, con minore fretta pero', il 'piuttosto che'.

Un'altra espressione che si vede e si sente sempre più raramente è 'just my 2 cents', meno antipatica della precedente e perfettamente sostituibile con una più modesta e meno altisonante 'questa la mia opinione'.

Par contre, c'è un avverbio che prende sempre più piede, per il momento solo in tv e nei giornali: 'letteralmente'. Secondo il buon De Mauro letteralmente vuol dire:

1 alla lettera, in senso letterale: interpretare l. un testo
2 senza esagerazione, realmente: ha l. perso la testa

Quando sento alla tv che ad un concerto rock gli spettatori sono letteralmente impazziti, devo credere che i ragazzi sono impazziti realmente e non nel senso figurato del termine, come invece vorrebbe intendere il giornalista?

Ad ogni concerto rock deduco che il numero di pazzi nel suolo italiano aumenti di circa 40-50000 persone. E quello dei giornalisti cretini e dalle espressioni stereotipate?

(per gentile concessione di Teomondo Scrofalo)

domenica 20 settembre 2009

Un film: Fish tank

Link IMDB, Mk2 Bibliothéque, ultimo giorno dell'estate 2009.

Mia, adolescente ribelle di 15 anni, passa le sue giornate in giro nella periferia dove abita, litigando con le coetanee e ballando l'hip hop di nascosto in un appartamento abbandonato.

Secondo film della regista inglese Andrea Arnold: realismo sociale, una giovane e molto brava attrice e una storia ben scritta. Da vedere.

Voto di Kurtz: cuoricino.

martedì 15 settembre 2009

Un film: Goodbye Solo

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Solo è un simpatico e vitale tassista di origini senegalesi. Si imbatte in un taciturno cliente, che gli chiede di portarlo due settimane dopo in cima alla montagna Blowing Rock, per un viaggio di sola andata.

Cosi' e cosi', non mi ha convinto del tutto, forse a causa di un personaggio poco amabile (il vecchio). Qualche momento di lentezza, belli gli ultimi dieci minuti, ma non è il mio stile di cinema.

Voto di Kurtz: indifferente.

Esempio di grande giornalismo.

"Il presidente della Camera ha l'esigenza immediata di trovare una ricollocazione: o di qua o di là. Non gli è permesso di tenere un piede nella maggioranza e uno nell'opposizione. Deve risolversi subito». «E si ricordi che bocciato un lodo Alfano (la legge che congela i processi per le più alte cariche dello Stato ndr.) se ne approva un altro, modificato, e lo si manda immediatamente in vigore. Ricordi anche che delegare i magistrati a far giustizia politica è un rischio. Specialmente se le inchieste giudiziarie si basano su teoremi» «Perchè oggi tocca al premier, domani potrebbe toccare al presidente della Camera. È sufficiente, per dire, ripescare un fascicolo del 2000 su faccende a luci rosse riguardanti personaggi di Alleanza Nazionale per montare uno scandalo. Meglio non svegliare il can che dorme».

Vittorio Feltri.

Se non ci fosse stata la firma avrei facilmente potuto attribuire l'articolo ad un capobastone della mafia a giudicare dai toni minacciosi ricattatori e intimidatori.

mercoledì 9 settembre 2009

Su questo blog

Qualche settimana fa, durante la più calda estate degli ultimi 70 anni, il buon Riccardo Venturi, uno dei trenta blogger più ricercati d'Italia e da me spesso citato, nel suo efferato blog ha scritto un lungo messaggio che parla del mio blog. E ne parla in termini altamente positivi, altroché, tanto da avermi creato un momento di imbarazzo nel leggere le sue righe.

Mi sono chiesto a lungo se rendere noto ai miei lettori di queste pagine un link al suo post e oggi, alla fine, ho ceduto alla tentazione: d'altra parte, come tutti i grandi uomini, sono molto egocentrico, ed in più mi stanno un po' sulle balle i falsi modesti.

Allora beccatevi questo link e leggetevi per intero il post, ché non puo' che farvi bene.


martedì 8 settembre 2009

Il porco e la stretta di mano.

La foto non ha nulla a che fare con l'influenza porcina. O si?

L'influenza porcina ha avuto per me un vantaggio: rompere con facilità una tradizione che non mi è mai piaciuta.

Da venerdi' scorso ho infatti comunicato ai miei colleghi che non stringo più la mano per motivi igienici quando arrivo in ufficio, come si usa talvolta nelle piccole società in Francia tra uomini (*), e non bacio più le colleghe, come si usa talvolta nelle piccole società in Francia quando almeno una delle due persone è una donna. La povera donna che lavora in una piccola società francese, infatti, spesso quando arriva in ufficio la mattina deve fare il giro di tutti i colleghi e baciare formalmente l'aria attorno alla loro faccia.

Dopo l'annuncio ho sentito dietro di me qualche risolino ironico e qualche battuta alle mie spalle, ma la cosa non mi tocca poi molto. Sono convinto capiranno, e magari qualcuno mi seguirà pure.

D'altra parte, quello del bacio formale è un aspetto della cultura francese che non mi piace: e poi non ho mai apprezzato il contatto fisico formale. Chiedetelo alle mie povere zie quante volte ho rifiutato loro un bacio quand'ero bambino. Quale migliore occasione della grippe A allora per rompere questa tradizione?

A proposito di bambini, questi poveri cristi di bambini francesi sono costretti dai genitori fin dai primi mesi di vita a baciare tutti in occasione degli incontri tra amici e colleghi. Per esempio, se un bambino arriva ad una cena a casa di amici dei genitori, deve fare il giro dei baci. Almeno un bacio per ogni persona incontrata, a volta anche due. Nei loro occhi si legge la rassegnazione e il supplizio, povere creature...

(*) per rubare la battuta al mio amico Andrea, quando entravo in ufficio e stringevo la mano ai colleghi mi sembrava di essere in una puntata dei Soprano.

Aggiornamento: pubblico un simpatico video sul bacio in Francia. Il video è stato segnalato da POC nei commenti di questo post. Prendetevi 4 minuti per guardarlo tutto perché è divertente.

venerdì 4 settembre 2009

Un film: Up

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Un vecchietto stufo delle pressioni delle società immobiliari che vorrebbero impossessarsi della sua amata casa, parte all'avventura in sud America, cercando di realizzare il suo più grande sogno di bambino. Nel partire si porta dietro la casa.

Mi è piaciuto il nuovo cartone della Disney, soprattutto la prima parte, molto poetica - i 15 minuti iniziali sono tanto belli quanto tristi.

Il film contiene le sue belle dosi di morale, pero' sono sottili, discrete e non infastidiscono.

Unici difetti che riesco a trovare sono un'eccesso di azione nella seconda parte, a discapito dei momenti più lirici e riflessivi, e la metafora della casa, un po' pesante.

Voto di Kurtz: cuoricino.

martedì 1 settembre 2009

Un film: Coraline

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Agosto 2009, cinema Mk2 Parnasse. Bel cinema, con sale piccole e raccolte.

Coraline è una bambina di circa 10 anni, appena trasferita con i genitori in una nuova casa. Intenta ad esplorare la nuova abitazione, scopre una porta magica che la porta in un mondo parallelo.

Grande delusione questo film d'animazione. Ho sbadigliato più volte durante la visione, e non perché fossi stanco. A parte Coraline, gli altri personaggi sono piatti, la storia poco interessante e banalmente didascalica.

Voto di Kurtz: meno.

Ristoranti e bar a Parigi: Pizza Hut

Post aggiornato il 1 settembre, ore 22h53.

Nel maggio 2009 un abitante di Parigi si fa consegnare una pizza da Pizza Hut, la famosa catena di pizze a domicilio americana.

Ricevuta la pizza, il tizio si inalbera un po' perché ci trova sopra un topo morto. Lui protesta e la stampa ne fa eco. Ma come è possibile, si chiedono in molti, una pizza con un topo sopra ad un cliente vegetariano?

La settimana scorsa in seguito ad un controllo sanitario quella filiale di Pizza Hut è stata chiusa perché 'infesté de souris' (infestata da topi).

Aggiornamento: leggo solo ora sul sito del Nouvel Obs che a maggio, in seguito alla segnalazione del cliente, il negozio era stato già chiuso per motivi di igiene, ma poi riaperto. Ora invece è chiuso a tempo indeterminato.

lunedì 31 agosto 2009

Preoccupazioni di una notte di fine estate.

Ieri pomeriggio ho ordinato un nuovo computer, un iMac 24 pollici.

Il sito della FNAC dice di avere già consegnato il pacco alla Posta.


Stasera leggo che una cartolina spedita da un tizio nel 1937 dalla regione francese delle Alpes-Maritimes è arrivata oggi a destinazione, nel principato di Monaco, dopo 72 anni.

Spero mi vada meglio.

Isola di Houat.

Qualche giorno fa ho passato un week end in Bretagna, sud Bretagna, limite Loire Atlantique.

Il sabato sono stato in una piccola isola, che non avevo mai neanche sentito nominare: l'île de Houat. Vicina alla più famosa Belle île en mer, l'isola di Houat è piccola, 320 abitanti, e simpatica: misura solo 5km di lunghezza e molto meno di larghezza.

La cosa bella dell'isola è che non ci sono auto, a parte un camion dei pompieri, una del comune e un'altra del servizio medico. E' quindi particolarmente godibile e silenziosa: natura, passeggiate e mare. Se vi piacciono i locali trendy dove ascoltar del buon jazz sorseggiando un Campari e coprendovi con un pull sull spalle, lasciate perdere.

Noi siamo arrivati all'île de Houat da Le Croisic, due ore e mezzo di viaggio in nave con motore del '15-'18 a giudicare dalla puzza, ma è raggiungibile anche dal golfo del Morbihan.

Secondo me vale la pena passarci uno o due giorni, fare delle belle passeggiate nei sentieri pedonali (interdetti a cavalli e bici) lungo la costa e farsi il bagno. A proposito di questo, se siete abituati al nostro caro Mediterraneo, sappiate che la temperatura non è affatto simile. Anch'io, che non sono di certo un tipo freddoloso, ho avuto un po' di difficoltà ad entrare in acqua: ma una volta entrati, quanto si sta bene, con quel bel freddo che sembra restringerti la pelle e rinvigorirti!

L'unico villaggio dell'isola è delizioso: ben tenuto, ha tutto quello che serve nella vita quotidiana e sembra un paese delle fate da quanto è piccolo. Una piccola boulangerie, una piccola farmacia, un paio di supermercati (molto poco super), una piccola chiesa e il più piccolo municipo (mairie) che ho visto finora in Francia.

Come sempre in Bretagna, faccio un sacco di foto alle case, che mi piacciono un casino, con i loro colori pastello, i tetti in ardesia, le pietre in vista dei loro muri e la loro bellezza semplice.

Dato che mi piace parlare bene dei locali dove mangio e mi trovo bene, vi segnalo una crêperie: non si trova sull'isola, ma sulla terraferma. Si chiama Fleur de sel ed è nel village Kervalet, a Batz sur Mer.

Penso sia la migliore crêperie provata da quando sono in Francia: sia la galette che la crepe dolce erano squisite. Niente a che vedere con quelle che propongono a Parigi nella zona di Montparnasse, dove teoricamente ci dovrebbero essere le veri crêpe e galette bretoni.
A partire da settembre e per tutto l'inverno la crêperie Fleur de sel propone anche un piatto bretone, il Kig Ha Farz, che non ho avuto il piacere di assaggiare, ma su cui si dicono cose meravigliose.

Ecco qualche foto del weekend. Se volete vedere tutte le foto in qualità migliore, cliccate qui

Verso l'isola

L'isola vista dalla nave


Casa bianca dell'isola

Spiaggia nella zona nord dell'isola

Spiaggia nella zona nord dell'isola

Casa con pietre in vista I

Casa con pietre in vista II

Spiaggia nel sud dell'isola

La mairie

Ed anche un sito megalitico: anch'esso proporzionato all'isola!

Casa

Di ritorno verso la terraferma, con dei bellissimi colori del mare e del cielo.

Di nuovo sul continente: deliziosa casetta a Batz sur mer

Les marais salants che producono il famoso sale di Bretagna

La libidonosa crêpe: cioccolato, crema chantilly e caramel al burro salato.

Ciao lettore ciao. Pero' ritorna presto sul blog.