venerdì 31 dicembre 2010

Vecchie auto: DeLorean DMC12

Mentre il mondo si interroga su come impiegare al peggio gli ultimi due anni che ci separano dalla fine del mondo, come vuole l'attendibilissima profezia Maya, io mi occupo del blog, per la gioia di chi mi legge con immutata stima.

Confesso che tra le innumerevoli tregge pubblicate da Riccardo negli ultimi tempi quella che più ha colpito la mia immaginazione è stata la DeLorean DMC12.

Quando ho visto le foto di quello splendido oggetto mi sono detto che mi piacerebbe arricchire la sezione treggistica di questo blog con l'auto dello storico (*)  film Ritorno al futuro.

Di DMC12 nella mia esimia esistenza non ne ho mai viste: il caso vuole però che tra le mie esimie lettrici-ammiratrici, la simpatica Paola ne abbia vista una a Berlino. Ed essendo tra quelle che "fotografano le auto o le moto strane", ha pensato bene di fotografarla (brava Paola) e di invarmi lìimmagine (doppiamente brava Paola).

E così gustatevi la DeLorean parcheggiata nella capitale tedesca, sperando che Paola e altri miei lettori/lettrici colgano l'occasione per inviarmi altre foto di tregge da loro immortalate.

(*) ho fatto il voto a Gesù Bambino di non usare mai l'aggettivo mitico, quindi sono costretto a trovarne sempre un sostituto.

giovedì 30 dicembre 2010

Vecchie auto: Lancia Beta 1600

A volte i destini dei treggisti si incrociano: questo post e quello che ne seguirà sono un esempio.

Un paio di settimane fa, infatti, Riccardo Venturi immortalava una Lancia Beta 1600, colore marrone.
Oggi il vostro affezionato colonnello Kurtz, aspirante cintura nera di treggismo, propone con grande fantasia le foto di una Lancia Beta 1600, colore marrone, fotografata a circa 1000km più a sud di quella di venturiana memoria, ma uguale uguale, targa a parte.

Tengo a precisare che la treggia in questione, nonostante fosse immersa tra altre tregge in stato di palese abbandono, sembrava ancora in vita, per lo meno a giudicare dallo stato dell'interno. Mi sarebbe piaciuto vederla streggiare nel traffico, ma per il momento ci accontentiamo.




Antiitaliano: esercizio, ore antemeridiane.

Dopo aver letto l'interessante libro Business Writing, di Alessandro Lucchini, mi piace osservare come un concetto semplice nel passare dalla lingua parlata a quella scritta possa assumere una forma inutilmente complessa e barocca.

Oggi ho letto all'interno di un bar:
Si comunica alla spettabile clientela che questo esercizio rimarrà aperto, nelle ore antimeridiane, domenica 2 gennaio.
Volendo rimanere sul formale io avrei scritto:
Vi informiamo che la mattina di domenica 2 gennaio saremo aperti.

mercoledì 22 dicembre 2010

Un film: Machete



Di Robert Rodriguez.

Machete, ex poliziotto messicano, fa parte di un'organizzazione che aiuta i suoi compaesani ad attraversare la frontiera USA e ad ambientarsi nel nuovo mondo.
Un giorno viene ingaggiato per fare fuori un politico di estrema destra che vuole intensificare i controlli alle frontiere. Si tratta in realtà di un tranello. Machete non reagisce bene.

La settimana scorsa, dopo una serie di film lenti e riflessivi, avevo bisogno di un po' di azione e divertimento. Non potevo scegliere meglio: teste mozzate, preti che ammazzano e si fanno ammazzare, sangue che scorre dappertutto.

Il film è parecchio simpatico e autoironico. Robert de Niro è sempre grandioso, anche se il suo personaggio, il senatore americano, è macchiettistico.

Voto di Kurtz: cuoricino.

Un film: Une vie de chat



Di Alain Gagnol, Jean-Loup Felicioli

Un commissario donna è alla ricerca di un pericoloso malvivente, che in passato ha ucciso suo marito. La figlia del commissario, Zoé, è depressa ed ha come unico amico un gatto, Dino.
Dino di giorno sta con Zoé, di notte scompare misteriosamente, in giro con un ladro gentiluomo sui tetti e negli appartamenti di Parigi.

Delizioso e caloroso cartone animato vecchio stampo, con un buon ritmo e bella caratterizzazione dei personaggi.

Voto di Kurtz: cuoricino.

domenica 19 dicembre 2010

Un film: Alle Anderen



Di Maren Ade

La vita di una coppia di innamorati tedeschi, in vacanza in Sardegna.

Boh...A tratti anche molto noioso.

Voto di Kurtz: indifferente.

Un film: Marti, dupa craciun

 

Di Radu Muntean
 
Lui e lei stanno insieme, hanno una bambina. Ma lui ha un'altra, una giovane bionda.

Il taglio realistico, che lascia poco spazio alla fantasia di questo film, non è affatto il mio genere, tuttavia nel complesso ho apprezzato la costruzione della storia e gli attori.

Link IMDB

Voto di Kurtz: più

sabato 18 dicembre 2010

Vecchie auto: Autobianchi Bianchina Cabrio

Mi si perdoni per la scarsa qualità delle foto, ma il soggetto è piuttosto interessante per cui ho deciso di pubblicarlo ugualmente: una Bianchina Cabriolet in giro a Parigi non la si vede tutti i giorni.

Se poi la targa è italiana e a bordo ci sono 4 giovani, apparentemente felici e spensierati, l'evento è ancora più raro.



Vecchie auto: Porsche 356



Splendida.

PS: la foto risale a qualche mese fa, quando ancora si vedeva il sole.

mercoledì 15 dicembre 2010

Essere clienti a Parigi

Oggi pomeriggio alle 18 avevo appuntamento alla boutique Armani di boulevard Saint Germain per provare qualche abito per il matrimonio. Giusto per farmi un'idea, e vedere un po' i prezzi.

Avevamo contattato tramite amici degli amici il direttore della boutique, che ci ha preso l'appuntamento con un'impiegata, che si dimostra da subito sorridente e gentile.

La sorridente ragazza presenta a me e alla francese 4 abiti: ne provo uno in presenza dell'impiegata: sia la Francese sia la ragazza approvano. D'altra parte non potrebbe essere altrimenti: un bell'abito su un bel corpo non puo' che essere apprezzato. Anche a me l'abito piace assai.

Ben contento, rientro in cabina per provare il secondo della lista.

Durante quest'attività, la ragazza ci dice che deve fare qualcosa alla cassa e che tornerà entro breve per prendere le misure del pantalone, in maniera da poter indossare le scarpe e vedermi allo specchio in tutto il mio splendore nell'abito grigio.

Dopo 10mn, nessuna notizia dell'impiegata. Io intanto mi guardo allo specchio a piedi scalzi, e commento con la francese: Non è male, pero' il primo mi stava meglio, era più giovanile.

Dopo 30mn, nessuna notizia dell'impiegata. Io intanto mi guardo allo specchio a piedi scalzi, e commento con la francese: Non è male, pero' il primo mi stava meglio, era più giovanile.

Intanto un'altra impiegata, in quel mentre impiegata nel fare niente, palesemente imbarazzata per la situazione, dice che è molto désolée e va a chiamare la nostra impiegata.

Dopo 2mn, nessuna notizia della nostra impiegata, mentre l'altra impiegata, quella che prima era poco impiegata, ritorna e ci dice che la nostra impiegata arriverà a breve. Io intanto mi guardo allo specchio a piedi scalzi, e commento con la francese: Non è male, pero' il primo mi stava meglio, era più giovanile.

Dopo 8mn, nessuna notizia della nostra impiegata.

Rientro in cabina, leggermente innervosito, mi rimetto i jeans e mi preparo per andarmene, con Francese al seguito, quasi altrettanto innervosita.
Mentre andavamo via arriva la nostra commessa, che con un désolée di circostanza ci dice di essere stata impegnata alla cassa. Ormai era troppo tardi, noi avevamo perso la voglia di provare altri abiti e soprattutto di avere a che fare con lei. E ce ne siamo andati dicendo che forse avremmo richiamato per un altro appuntamento.

E questo è la mia prima esperienza di prova abito da sposo in Parigi.

Senza voler troppo generalizzare, mi sento di affermare che essere clienti a Parigi richiede davvero pazienza e voglia di essere maltrattati. I rapporti tra cliente e venditore sono invertiti: altrove si dice che il cliente è re perché è lui che permette al venditore di vivere ed ingrandirsi.
A Parigi invece il cliente è colui che ha bisogno di qualcosa, il venditore è colui che fa il favore al cliente e per questo si sente di poterti trattare con il massimo della nonchalance e poco rispetto.

La reazioni di alcuni commessi parigini ad una richiesta particolare di un cliente esigente

lunedì 13 dicembre 2010

A part la police ici la vie n'est pas mal (*)

A Marsiglia oggi è morto un uomo ricoverato in ospedale perché era stato colpito dal flashball, un'arma in dotazione alla polizia francese che spara proiettili di gomma non perforanti.


Nemmeno due settimane fa a Colombes un uomo è morto dopo che la polizia lo ha colpito con una pistola Taser due volte, un arma in dotazione alla polizia francese che emette scariche elettriche molto alte.


(*) Monsieur Dupont, Federico Sirianni.

venerdì 10 dicembre 2010

Una buona soluzione per alleggerire il traffico verso la Défense.

La RER A - il treno regionale (*) che percorre Parigi e periferia da est ad ovest e viceversa - è saturo tutti i giorni in direzione est --> ovest di mattina e ovest --> est il tardo pomeriggio.

Motivo? Migliaia di persone si recano a lavorare alla Défense (**), il quartiere d'affari di Parigi, che si trova per l'appunto ad ovest della capitale.

Nelle ore di punta c'è un treno ogni 2 minuti circa, il massimo che puo' sopportare la linea: insomma, più di questo non si puo' fare, si è raggiunto il limite fisico.

Come risolvere il problema? Cercando di favorire la costruzione dei nuovi uffici verso ovest, in modo che il flusso si bilanci e non sia monodirezionale?
No, sarebbe troppo logico e semplice.

La soluzione è costruire un altro grattacielo alto 300m (***), per un totale di 69 piani di uffici, che sarà pieno zeppo di impiegati frustrati perché saranno arrivati in ufficio con quel grande carro bestiame chiamato RER A.

La società che costruirà il grattacielo spera di ottenere la concessione per la costruzione di un altro grattacielo alla Défense.

Nei prossimi anni, inoltre, per volontà del presidente Sarkozy, che alla gestione della Défense l'anno scorso ha provato a piazzarci il figlio 23enne, la Défense sarà rinnovata, e a fine lavori avrà un totale di 450 000 metri quadrati di nuovi uffici.


Chi usa la RER A tutti i giorni ringrazia.

Bisogna proprio amare Parigi per abitare in Ile de France.

L'articolo su Le Parisien

(*): secondo i francesi la RER A è il treno più frequentato al mondo.
Il treno passa da Châtelet Les Halles, la stazione più frequentata al mondo.
(**): secondo i francesi la Défense è il quartiere d'affari più grande d'Europa.
(***): secondo i francesi il nuovo grattacielo potrà fregiarsi di avere il ristorante stellato più alto del mondo.

Vi ho mai parlato di quanto i francesi amino vantarsi dei loro record (o presunti tali) ?

giovedì 9 dicembre 2010

Un film: Machuca



Di Andrès Wood

Santiago del Cile, 1973, Allende ancora in vita.
In una ricca scuola, il Saint Patrick, il direttore, un prete 'comunista', decide di far entrare nella scuola dei ragazzi delle bidonville per una maggiore integrazione e per dare la possibilità ai meno fortunati di partecipare agli studi.
Tra loro c'è Machuca, un ragazzo molto sveglio, che stringe amicizia con Gonzalo, bambino di famiglia benestante e piuttosto destrorsa.
Quando al potere salgono i militari le cose cambiano per tutti e l'ordine ritorna.

Dopo una serie di film deludenti o al meglio mediocri, ieri sera ho passato un'ottima serata con Machuca e Gonzalo: ho scoperto i loro mondi, ho visto la complessa società cilena di quei mesi con gli occhi di un bambino ricco che scopre altre realtà e l'amicizia con un altro bambino. E ho visto anche cosa accade quando a gestire uno stato sono i militari, che tra le prime cose fanno pulizia nelle bidonville.

Molto toccante ed interessante. La figura del prete è splendida e ben caratterizzata:c'è una sequenza in particolare, di cui non parlo per non rovinare il film a chi non l'ha visto, davvero splendida.


Voto di Kurtz: doppio cuoricino.



PS. A parte il nome della scuola, sembra che il prete e la scuola siano esistiti veramente.

mercoledì 8 dicembre 2010

Sarkozy e il sindacalista dell'Auvergne

Sarkozy si reca in visita a Mayet-de-Montagne, nell'Auvergne.

Un sindacalista 42enne del luogo, il pericoloso Frédéric Le Marrec, non puo' né incontrare il presidente per stringergli la mano, né manifestare.

La notte prima, infatti, aveva affisso dei manifesti del partito anticapitalista francese e cosi' il giorno della visita del presidente si è visto arrivare 2 gendarmi  che l'hanno condotto in caserma.

Sbrigato in poco tempo l'affare del manifesto affisso, il sindacalista prepara le sue cose per andarsene, ma gli viene impedito. Potrà lasciare la caserma solo dopo 5 ore, quando l'elicottero di Sarkozy è partito.

La notizia da Le Monde.

PS.Intanto Carla Bruni prega in India per avere un altro figlio: io spero tanto che il suo desiderio di maternità sia soddisfatto, ma spero anche nella non trasmissione dei geni maschili.

Qui un estratto dell'articolo.
Un précédent suffisamment marquant pour mettre les forces de l'ordre de l'Allier sur les dents : au Mayet-de-Montagne, une commune de moins de 2 000 habitants, 300 à 400 représentants de la force publique sont mobilisés. Face à eux, un petit groupe d'une quinzaine de personnes a prévu de manifester son hostilité au chef de l'Etat et à la réforme des retraites. L'un d'eux n'en aura pas l'occasion : Frédéric Le Marrec, un militant du syndicat SUD de 42 ans, passera les cinq heures de la visite de Nicolas Sarkozy dans les locaux de la gendarmerie.
Son récit au Monde.fr est confirmé par des sources proches de la gendarmerie, qui ont souhaité rester anonymes mais entendent dénoncer "des méthodes d'un autre âge". Frédéric Le Marrec a par ailleurs porté plainte contre X... pour "arrestation arbitraire", le 6 décembre, auprès du commissariat de Vichy, qui dément avoir enregistré une telle plainte.
"LES GENDARMES N'AVAIENT PAS GRAND-CHOSE À ME DIRE"
Educateur spécialisé dans un foyer pour adolescents du Mayet-de-Montagne, Frédéric Le Marrec prend son poste à 6 h 30, ce 25 novembre. A 9 h 30, il quitte le foyer en compagnie d'un autre militant pour rejoindre ses amis manifestants. Devant son lieu de travail, deux gendarmes l'attendent, qui le prient de les accompagner à la gendarmerie. Là, il est interrogé par deux fonctionnaires venus de Moulins au sujet d'un collage d'affiches en faveur du Nouveau Parti anticapitaliste, la nuit précédente. D'ordinaire, explique un policier consulté à ce sujet, "ce genre de dossiers, qui débouche au pire sur une contravention, est traité en moins d'une demi-heure".
Très vite, une fois réglée cette affaire de collage, "les gendarmes n'avaient plus grand-chose à me dire, raconte Frédéric Le Marrec. Et comme je n'étais pas officiellement en garde à vue, j'ai voulu m'en aller. Lorsque j'ai commencé à rassembler mes affaires, ils m'ont dit : 'On vous déconseille de partir'". Voulant "éviter tout incident", le militant prend son mal en patience. Au bout d'un moment, il reçoit cette mystérieuse confidence : "Le préfet vous en veut." Peu après 14 heures, Frédéric Le Marrec quitte la gendarmerie. L'hélicoptère de Nicolas Sarkozy a décollé quelques minutes auparavant.

Cartoline: la neve a Nogent sur Marne









La neve a Nogent sur Marne vista dall'ufficio.

Dopo quasi 3 ore si è visto un camioncino con l'impiegato che spargeva del sale in alcuni tratti della strada. La via fotografata è una grossa arteria che porta alla A4 e alla A86, due autostrade importanti dell'est parigino.

Di spazzaneve neanche l'ombra. Di sale nei marciapiedi o accanto ai binari del treno men che meno.

Traffico paralizzato: alle 18 in tutta la Ile de France c'erano più di 400km di ingorghi. I bus di Parigi e periferia non circolavano, cosi' come alcune linee di metro.

Molti ritardi anche sui treni da Parigi a periferia.

sabato 4 dicembre 2010

Massimo Fini, lo stupro e il pretesto qualunque.

Massimo Fini è un giornalista che a volte scrive interessanti, ma che ogni tanto fa delle affermazioni che lasciano a bocca aperta.

Per esempio in questo articolo pubblicato su Il fatto quotidiano, parla di Wikileaks, di Assange e dice che "Adesso c’è la caccia all’uomo, a Julian Assange, con un pretesto qualsiasi."

Per Massimo Fini, quindi lo stupro, per cui è ricercato Assange, è un pretesto qualunque: l'aver umiliato una donna, usato il suo corpo contro la di lei volontà, è solo un pretesto qualunque.

Il maschilismo è duro a morire.

Una canzone: CantoVita

La mia canzone preferita da qualche ora.

Un film: A bout portant



Di Fred Cavayé.

Lui è un infermiere tranquillo, lei è la sua donna, incinta di 7 mesi e mezzo. Si amano. Lei viene sequestrata, lui da infermiere tranquillo si trasforma in una sorta di James Bond al cubo: corre per decine di minuti riuscendo a seminare poliziotti, salta da una casa all'altra pur non avendo un fisico atletico, evita i proiettili della police, spara perfettamente.

Tanta e tanta azione, inseguimenti e nient'altro. Peccato, perché i temi c'erano: l'amore della coppia, l'amicizia tra due uomini, la polizia corrotta.

Unica cosa positiva: l'attore Roschdy Zem.

Voto di Kurtz: indifferente.

PS. Tra un paio di settimane esce il nuovo film di Nicole Garcia, la regista dello splendido L'avversario: il nuovo film si chiama Le balcon sur la mer: tra gli attori anche Toni Servillo. Sono mooolto curioso.

giovedì 2 dicembre 2010

Un film: Memory Lane



Di Mikhaël Hers


Durante l'estate di un gruppo di amici non succede niente. E nel film neanche.

Troppo malinconico da risultare falso, oltre che mortalmente noioso. I ralenty, le canzoni malinconiche, l'atmosfera da fine estate, il liceo deserto, la birra con gli amici, gli amori. E la voce off...

Uno degli attori principali, quello con la maglietta blu, ha la stessa espressività di un Sofficino.

Voto di Kurtz: meno.

lunedì 29 novembre 2010

Vecchie auto: Jaguar Mk2

Tra le auto di lusso ho sempre avuto un debole per le Jaguar, in particolare le vecchie, che hanno uno stile indiscutibile.

Le foto fatte oggi pomeriggio ritraggono un'impeccabile Jaguar Mk2 con targa ignota (la guida era a sinistra, per cui mi sento di escludere l'esemplare fosse inglese) fotografata nelle zone chic di Parigi.

L'interno in legno faceva la sua porca figura.




mercoledì 24 novembre 2010

Easyjet, il volo annullato e Franz Kafka.



Tra tutti gli operatori dell'economia mondiale sono due i generi che detesto di più: le compagnie di telefonia e le compagnie aeree.

La mia caustica e graffiante penna ha già informato gli appassionati lettori delle mie avventure con la compagnia di bandiera italiana negli anni scorsi.

Ora tocca ad EasyJet, probabilmente la compagnia più detestata di tutto il web.

L'ultimo week end di ottobre sono stato in Italia, per 3 giorni con la Francese, tra Milano e Liguria.

Il giorno 01/11, dopo 3 piovisissimi - ma ricchi di focaccia al formaggio - giorni italiani, eravamo in coda per l'imbarco del volo EasyJet che alle 19h20 sarebbe dovuto partire da Milano per riportarci a Parigi.

Il volo è stato annunciato con 30mn di ritardo: fin qui niente di eccezionale per EasyJet. Alle 19h30 ci mettiamo in coda per l'imbarco, come bravi cittadini ligi alle regole: già con i documenti in mano, le valigie spedite in stiva, la signorina incaricata dell'imbarco prende il microfono e ci annuncia che il nostro volo è annullato. Senza spiegazioni, neanche lei sapeva il motivo.

Dopo una piacevolissima notte in hotel a spese di EasyJet, il giorno dopo alle 7 possiamo finalmente partire per l'Esagono. Non vi dico il piacere di svegliarsi alle 4h20 per chi non è abituato, e una volta arrivato a Parigi, recarsi subito al lavoro.

Una volta rientrato in Francia faccio delle ricerche su internet e scopro che in questi casi il passeggero ha diritto ad un rimborso di 250€ per l'annullamento del volo. Tutto cio' è previsto dai regolamenti europei, in particolare il regolamento CE 261/2004.

Contatto quindi il servizio clienti di EasyJet Francia e inizia un fitto scambio di mail con Farid, un impiegato EasyJet. Il simpatico Farid dopo aver fatto le sue ricerche ci dice che abbiamo diritto al rimborso di 500€ (250 x 2) e ci chiede di mandargli via mail una lettera firmata dalla Francese in cui la Francese stessa dichiara che il rimborso dei suoi 250€ puo' essere fatto sulla mia carta di credito, avendo prenotato io entrambi i biglietti.

Invio il documento con la firma della Francese via mail e Farid, a cui mi sento molto attaccato, mi dice che la pratica è andata a buon fine, che il versamento è stato effettuato e che apparirà sul mio conto bancario in 5-10 giorni.

Nella nota (1) in calce a questo post ho inserito la magica frase di Farid.

Non nego un certo piacere e soddisfazione per aver condotto quest'operazione con attenzione e perizia, riuscendo nel mio risultato finale.

Con un po' di orgoglio ogni tanto ripetevo alla Francese durante le nostre cene romantiche: "Hai visto, mai fidarsi di quello che c'è scritto su internet. Bisogna sempre filtrare: ho letto di un sacco di persone incazzate con EasyJet perché non sono riuscite ad ottenere alcun rimborso in caso di volo annullato. Invece, basta saperci fare, essere educati ma decisi, e subito loro ti fanno il versamento. 500€ non ci cambiano la vita, ma ci possiamo togliere qualche sfizio".

La Francese durante questi miei deliri mi guardava tra l'ammirata (quando si concentrava sulle parole) e la schifata (quando mi guardava in faccia). Ma tant'è, 250€ non dispiacciano neanche a lei.

E la vita scorreva felice finché...

...

...

...

Dopo due settimane, cioè ieri, non vedendo ancora i soldi sul mio conto (intanto avevo versato alla Francese la sua quota di tasca mia) contatto di nuovo il servizio clienti di EasyJet chiedendo se il mio versamento fosse stato effettuato con successo, dato che ancora non era apparso sul mio conto corrente.

Mi risponde Hassania dicendo che non possono farmi il versamento perché il volo è stato annullato in seguito a circostanze eccezionali!!!!!! In nota (2) in calce a questo post il testo originario.

A nulla sono valse altre mie due mail, a cui hanno risposto Hassania e Issam, in cui allego il testo di Farid che mi parla del rimborso: loro capiscono la mia delusione, pero' non possono procedere con la pratica perché non ci sono le condizioni per il rimborso.

Oggi all'ora di pranzo ho chiamato l'ENAC: la gentile signora che mi ha risposto mi ha consigliato di compilare il modulo elettronico presente sul loro sito, cosi' loro potranno accertare per quali motivi il mio volo è stato annullato ed eventualmente sanzionare la compagnia aerea.

Il tempo di risposta è di circa 4 mesi: non manchero' di comunicare ai miei fidi lettori l'esito di questa vicenda che a volte mi pare assurda.



Notte di Note.
(1) Conformément à notre règlement et à la législation européenne, vous avez droit à une indemnisation de 250.00 € par passager, soit un montant de 500 € qui a été versé ce jour sur le compte de votre carte de paiement. Comptez de 5 à 10 jours ouvrables avant que cette somme n’apparaisse sur votre relevé bancaire.

(2) Nous vous informons ne pas être en mesure de vous offrir 250.00 € de compensation car votre vol a été annulé suite à une situation exceptionnelle .Dès lors, pour des raisons de sécurité, nous n’avons pas eu d’autre choix que d’annuler votre vol.

martedì 23 novembre 2010

Rubber



Dal regista Mr. Oizo un'idea simpatica alla base, alcune trovate geniali e surreali, ma un po' troppo tirato per le lunghe.

Interessante, in ogni caso.

Voto di Kurtz: più.

lunedì 22 novembre 2010

Vecchie auto e vecchie celebrità: Citroën D Spécial e Michou.

La Citroën DS, oltre ad essere una delle più belle macchine mai prodotte, è anche motivo di orgoglio per il popolo francese (1). Gli Champs Elysées, l'avenue più bella del mondo secondo i francesi, non mi piace nella stessa misura, ma sono anch'essi un simbolo della Francia.

Vedere una Citroën D Spécial a spasso in una grigissima domenica di novembre per gli Champs Elysées, fa un certo effetto:



Ero già soddisfatto della mia passeggiata pomeridiana, nonostante una pioggerellina poco piacevole, ma non sapevo cosa mi avrebbe riservato il destino da li' a pochi minuti.

La DS fa inversione sui Campi Elisi, parcheggia a pochi metri da me e chi scende dal sedile del passeggero dell'auto? Niente popo' di meno che Michou, un'icona del cabaret francese.



Michou è famoso anche perché nel suo locale, a Montmartre, la grande Dalida ha festeggiato i suoi 50 anni, nel 1983.

Ricordiamo la cantante con la malinconica Bang bang, canzone che ho scoperto qualche mese fa grazie al film Les amour imaginaires



(1) Non vi dico la faccia del mio collega francese quando gli ho detto che la DS è stata disegnata da un italiano, Bertoni. Ovviamente non mi ha creduto, poi si è fiondato al pc e ha furiosamente cercato la smentita alla notizia.

Nota in calce: qualcuno si chiederà perché io abbia ripreso a scrivere di vecchie macchine in questo blog e non nel blog gemello all'uopo creato. La risposta, come sempre, soffia nel vento.

domenica 21 novembre 2010

Il Papa, le prostitute e i prostituti?

Mentre tutto il mondo si felicita per questa apertura del papa, io mi pongo qualche dubbio esistenziale.

Innanzitutto, perché la stampa italiana parla dell'uso del preservativo nel caso di prostitute






mentre la stampa francese di prostituti?


Nel caso fosse vera la versione francese, come sembrano confermare in molti in rete, mi chiedo perché, immagino come molti, un uomo che si prostituisce possa usare il preservativo per proteggersi e una donna no. Qualcuno ha una risposta?

E poi, era proprio necessario dire che il preservativo è il primo passo verso la moralizzazione e la presa di coscienza che non tutto è permesso?

Perché infierire su persone che sono prostitute/prostituti nella maggior parte non per libera scelta ma perché obbligati? Nessuna parola sui clienti delle prostitute/prostituti, che al contrario, non sono obbligati da nessuno e che alimentano il mercato?

Aveva forse paura di una denuncia da parte di Marrazzo?

lunedì 15 novembre 2010

Appartamento in vendita

Ogni tanto trovo nella mia casella di posta delle mail di gente che passa per caso dal mio blog e mi chiede consiglio su come affittare o comprare casa a Parigi. Nel mio piccolo cerco di aiutare le persone in questa impresa.

Sfogliando Les Echos in linea oggi ho visto un articolo che puo' interessare molti: si tratta della vendita di un appartamento a Parigi a buon mercato, per cui condivido con i miei fedeli lettori quest'informazione, certo che interesserà qualcuno.

L'appartamento è ampio 520metri quadrrati, ha 400m di giardino ed è nel settimo arrondissement (municipio), quello della Tour Eiffel. Costa 23,5 milioni di euro ed è l'appartamento dove ha vissuto Yves Saint Laurent.

Se la mia calcolatrice non sbaglia il prezzo al metro quadrato è di 45 000 €: conviene approfittarne.

Qui l'articolo e gli estremi per contattare l'agenzia.

domenica 14 novembre 2010

Il ministro Frattini e i laici



Qualche settimana fa il ministro Frattini ha dichiarato per mezzo dell'Osservatore Romano che io minaccio la società.

Non io in quanto Colonnello Kurtz, ma io in quanto ateo, relativista e anche materialista. E per contrastare me e i miei fenomeni perversi ha richiamato all'ordine cristiani, musulmani ed ebrei.

“I cristiani dovranno essere consapevoli anche di ricercare con i musulmani un’intesa su come contrastare quegli aspetti che, al pari dell’estremismo, minacciano la società. Mi riferisco all’ateismo, al materialismo e al relativismo. Cristiani, musulmani ed ebrei possono lavorare per raggiungere questo comune obiettivo. Credo che occorra un nuovo umanesimo per contrastare questi fenomeni perversi, perché soltanto la centralità della persona umana è un antidoto che previene il fanatismo e l’intolleranza”.
Li' per li' ammetto di esserci rimasto male: avro' tanti difetti, questo non lo nego, pero' ad arrivare a dire minaccio la società, al pari degli estremisti, mi pare un po' troppo.

Me ne sono fatto una ragione e ho capito che per contrastare degli estremisti come me e gli altri atei, d'altra parte, ci vuole gente moderata, che sappia far ragionare, che abbia una mente aperta e un cuore carico di carità, pietà e comprensione cristiana: per esempio i cattolici che scrivono sul sito Pontifex (blog di libera informazione cattolica).

Questo un estratto di un editoriale di Bruno Volpe su Nichi Vendola e su un film a lui dedicato:

...Una domanda? Ma come si fa a sposare Vendola? Chi avrebbe uno stomaco del genere? Ce ne vuole del coraggio, ma per aspirare a popolarità e magari finanziamenti per carrozzoni culturali o cinematografici, si ricorre anche a questo, all'incensamento via film di un personaggio che sarebbe megio dimenticare. Pertanto suggeriamo una variante: Perchè non hanno abbandonato Vendola da piccolo? Probabilmente tutti sarebbero stati meglio se il terlizzese fosse stato, prima di venire alla luce, vittima di un incidente di gravidanza, e in questo caso, non tutti i mali vengono per nuocere...

Chissà quando saranno messe in piedi le ronde notturne contro gli atei: già me li vedo dei gruppetti di cattolici, musulmani ed ebrei che appena vedono un ateo lo riempiono di mazzate. Sempre se le mazzate non se le stanno dando tra di loro.





 

martedì 9 novembre 2010

Larmar och gör sig till

 

Ingmar Bergman.
IT: Vanità e affanni
FR: En présence d'un clown

Doppio cuoricino.

Roberto Escobar, Il Sole 24 Ore, 15 marzo 1998


Nell'85, d'improvviso, compresi che non avrei più fatto film: il mio corpo «si rifiutava di collaborare». Così scrive Ingmar Bergman nell'87(Lanterna magica, Garzanti). Ora, aggiunge, sento arrivare «un crepuscolo che non ha niente a che fare con la morte ma è collegato allo spegnersi». Dieci anni dopo, quasi ottantenne, torna a guardare il mondo attraverso l'occhio d'una macchina da presa e proprio per raccontare d'uno spegnersi, d'un crepuscolo: quello dello zio Carl Akerblom, adombrato già in Fanny e Alexander (1982). In quella grande commedia che volgeva in gioia il tragico della vita, il suo cognome era Ekdahl e, soprattutto, non mostrava segni di follia creativa: era solo un uomo infelice. C'era però, tra gli altri personaggi, Isak Jacobi, uno strano antiquario abituato a frequentare la dimensione meravigliosa e "teatrale" dell'illusione e della rappresentazione. Era lui che, alla fine, liberava del tutto Alexander (alter ego evidente di Bergman) e la sorella Fanny dalla cupezza mortale del vescovo Edvard Vergerus, secondo marito della loro madre. Ora, in Vanità e affanni (Larmar och gor sig till, Svezia, 1997), l'infelicità della vita e la gioia della rappresentazione stanno, tutte e due insieme, nello stesso personaggio, lo zio Carl appunto. Che l'intento di Bergman non sia più quello, lieve, di quindici anni prima è subito annunciato con le parole che William Shakespeare fa dire a Macbeth. «La vita non è che un'ombra che cammina», si legge sullo schermo nero che apre il film, «un povero commediante che si pavoneggia e si dimena per un'ora sulla scena e poi non lo si sente mai più. È una storia raccontata da un idiota, piena di frastuono e di furore, che non significa nulla». Così è la vita di Carl, o almeno l'immagine che egli se ne fa. Con la consapevolezza dolorosa della follia, è assediato nei suoi sogni dalla morte: una maschera laida ben più sfuggente dello scheletro con la falce messoria cui, guerriero ostinato, Antonius Block teneva fronte nel '56(Il settimo sigillo). Il naufragio al quale sta avviandosi gli appare terribilmente simile a quello che, un secolo prima, era stato d'uno degli uomini grandi dell'Ottocento, Franz Schubert, e di cui cerca il segreto in un passaggio musicale ascoltato e riascoltato al grammofono.
Questo si domanda lo zio Carl, e Bergman con lui: può la dimensione meravigliosa della rappresentazione e dell'arte vincere sempre il tragico della vita? Oppure, quando d'improvviso muore il futuro, quando il corpo "si rifiuta di collaborare", non c'è più musica, non c'è più teatro, non c'è più cinema? La seconda parte di Vanità e affanni è la risposta a queste domande, una risposta che Bergman cerca una volta di più in quell'«illusione progettata fin nei minimi dettagli» che è o è stato per lui il cinema. Come quando, bambino provvisoriamente felice, manipolava pezzi di vecchia pellicola, di nuovo prova ad affidarsi alla leggerezza creativa della luce e dell'ombra. Insieme con il fantasma dello zio Carl, torna così anche quello della madre, la «giovane signora Bergman» di settanta e più anni fa. In una piccola sala buia, dunque, Carl cerca di far rivivere la grandezza di Schubert, come se il suo naufragio non fosse avvenuto mai. Quando poi la meraviglia di questa rinascita minaccia d'essere travolta dal fuoco - il cinema, ricorda Bergman, mantiene tutta la precarietà che un tempo gli veniva dall'infiammabilità della pellicola -, allora la finzione si fa ancora più radicale, ancora più "illusoria". Invece d'essere proiettato con fasci di luce su un telo bianco, il film vive nel racconto che il suo autore e i suoi attori ne fanno nella sala trasformata in teatro. Si tratta, qui, d'un raddoppiamento della rappresentazione, d'un cinema che rinuncia a ogni residuo di materialità e s'affida alla nuda virtualità della parola. Un'illusione magica e meravigliosa, questa, che parrebbe degna del vecchio Isak Jacobi, lo stregone di Fanny e Alexander. E tuttavia, terminata la rappresentazione, accomiatatisi gli spettatori (ognuno rientra nella banalità della vita), nulla resta a Carl della sua stessa magia. Il suo corpo di nuovo gli annuncia il naufragio. Di nuovo una morte laida assedia i suoi sogni. Giunto alla vecchiaia, Bergman - uno degli uomini grandi del Novecento - non ha dunque il conforto che pure, nel '57, era concesso al professor Isak Borg? Non c'è, per lui, alcun "posto delle fragole" cui tornare con il cinema, acquietando l'infelicità del presente e l'angoscia del futuro nella memoria del passato? Davvero la sua vita non è che ombra sfuggente, tempo breve d'un commediante, frastuono e furore che svaniscono nel nulla? Qualunque cosa egli stesso ne pensi, a noi pare una magia e una meraviglia che, quasi ottantenne, ancora una volta abbia guardato il mondo attraverso l'occhio d'una macchina da presa.


domenica 7 novembre 2010

Il traffico a Parigi e regione parigina.

Aggiornamento al 10 novembre: lo studio dell'INRIX citato riguarda Francia, Germania, Olanda, Inghilterra, Belgio e Lussemburgo e non tutta l'Europa come indicato in un primo tempo. 

Chi abita a Parigi intra-muros probabilmente non se ne accorge perché il problema si sente di meno, a parte in qualche occasione. In città, infatti, c'è una buona rete di metropolitane, autobus e, da un paio d'anni, di tram. Insomma, a Parigi non hai alcuna necessità di avere un mezzo di trasporto privato a combustione perché puoi girare con i mezzi pubblici o anche in bicicletta - le tanto famose Vélib - se le distanze e il clima lo consentono.

Il problema nasce non appena si varca il périphérique - la tangenziale di Parigi - che separa fisicamente e simbolicamente il 75 - il dipartimento di Parigi - dai comuni limitrofi, dove abitano i banlieusards, la gente di periferia. Li' inizia il casino: il périph stesso è un continuo ingorgo a tutte le ore del giorno, tutti i giorni della settimana.

Cosi' ed anche peggio sono anche la seconda tangenziale, la A86 - 15km da Parigi - e quella ancora più esterna, la Francilienne - 30km circa da Parigi.

I collegamenti da periferia a periferia con i mezzi pubblici sono spesso disastrosi per il semplice motivo che la rete dei treni regionali (RER) che collegano Parigi con la periferia è sviluppata in modo radiale, cioè tutti i treni RER passano tutti da Parigi.
In pratica, per andare da una periferia all'altra in treno devi passare da Parigi in ogni caso, il che rende il tragitto particolarmente lungo e a volte stupido. Ecco il motivo per cui i banlieusards spesso per gli spostamenti tra periferia e periferia prendono l'auto.

Non è difficile immaginare cio' che succede quando la periferia (circa 9 milioni di abitanti senza Parigi), una delle zone più densamente popolate d'Europa, si muove con i mezzi propri: ingorghi, file mostruose, puzza di smog, incidenti. Questo in condizioni normali, perché quando ci sono dei lavori o un autoveicolo si ferma in mezzo alla strada per una panne, i chilometri di coda si allungano all'infinito.

Idem per quando si ritorna dai week end fuori Parigi: io l'ho fatto solo una volta, in Vespa: dopo due bellissime giornate in Normandia sotto il sole, il rientro a Parigi mi ha fatto dimenticare il sole e la spiaggia in un sol colpo.
Nonostante la Vespa sia un mezzo dotato di due ruote, ho patito ugualmente gli spaventosi ingorghi dei parigini che tornavano dal week end al mare, proprio come me. E il fatto di avere un mezzo agile nel traffico mi ha aiutato ben poco perché la strada era talmente stretta che non mi era possibile passare tra le file di macchine, il vero divertimento di ogni scooterista che si rispetti.

Da quel di' mi sono detto che i week end fuori Parigi è meglio farli in treno, se proprio si vuole assecondare questa stupida mania dei week end fuori città.

Questa sera sono caduto nei risultati statistici sul traffico stradale nei paesi analizzati (Francia, Germania, Olanda, Inghilterra, Belgio e Lussemburgo) della società di raccolta dati INRIX, secondo la quale a Parigi e nella regione parigina c'è la più alta concentrazione di ingorghi di tutti paesi esaminati: addirittura tra le prime 10 zone peggiori dal punto di vista degli ingorghi, 8 sono occupate dalla regione parigina.

La INRIX concorda con me quando affermo che il problema non riguarda tanto Parigi città, ma l'accesso a Parigi e la rete stradale attorno alla ville lumière. La zona più ingorgata di Francia, Germania, Olanda, Inghilterra, Belgio e Lussemburgo è infatti un tratto del périph, il sopraccitato pezzo di strada che separa la Parigi dei Vélib e degli affollati cafés parisiens dalle banlieues dormitorio.

Al di là della piccola soddisfazione di aver trovato conferma delle mie impressioni stradali nei risultati dello studio di una grossa società di raccolta dati, passo ad una domanda alla quale non sono mai riuscito a trovare risposta: perché molte città italiane, decisamente meno trafficate di Parigi e meno piccole, ogni tanto devono chiudere il traffico ai mezzi privati per non beccarsi le multe della comunità europea sull'inquinamento mentre a Parigi questo non accade mai?

Da 6 anni e mezzo a Parigi e periferia non ho mai visto nessuna strada chiusa al traffico per motivi di inquinamento. Neanche un cortile, una corte interna. Qualche settimana fa l'agenzia che monitora l'aria a Parigi e regione prevedeva un picco di non ricordo più quale elemento inquinante e tutto cio' che si limitava a dire era di 'Praticare attività tranquille'.

Cioè, Bologna, Milano, Torino, Parma, Roma....devono chiudere il centro al traffico e a Parigi ti consigliano di non affaticarti? C'è qualcosa che non mi quadra.

Le mie ipotesi sono 4, non necessariamente mutualmente esclusive:

1. Le condizioni climatiche di Parigi e periferia fanno si' che anche in presenza di un traffico mostruoso l'aria sia migliore delle piccole città italiane, dove il traffico è di certo meno importante.

2. Il fatto che in Francia i riscaldamenti funzionano ad elettricità (le centrali nucleari devono pur lavorare) rende l'aria di Parigi e periferia meno inquinata di quella delle città italiane.

3. L'aria di Parigi non è sottoposta a controlli da parte della comunità europea.

3. L'aria di Parigi è inquinata come o più di quella delle città italiane, pero' il comune di Parigi paga le multe senza dire niente per due motivi:

a) Non allertare la popolazione (in linea con quanto fatto dalle autorità francesi nell'86, quando dissero ai cittadini che potevano consumare qualsiasi cibo perché la nube radiattiva di Chernobyl si era fermata alla frontiera. Risultato a distanza di più di 20 anni: molti cittadini stanno portando avanti delle cause perché si sono ammalati).
b) Non rovinare l'immagine turistica della città, la capitale dell'amore, della moda e culinaria per eccellenza.

Quale o quali delle ipotesi saranno vere?

In ogni caso, cari romani che leggete il blog, smettetela di vantarvi che Roma è caotica e che è un gran casino. A quanto pare c'è chi sta peggio, seppur con una rete di trasporti pubblici migliore.

mercoledì 27 ottobre 2010

Ipse dixit: Rocco Buttiglione

Essere gay è moralmente sbagliato, come lo è l'adulterio, il non pagare le tasse o il non donare soldi ai poveri.

Rocco Buttiglione, intervistato da Radio2.

Rocco Buttiglione, il filosofo.


 Rocco Bottiglione, il consigliere di Rocco Buttiglione.

martedì 26 ottobre 2010

Ce l'ho, mi manca

- Foto del cellulare di Sarah bruciato. Ce l'ho

- Foto della corda con cui lo zio ha strangolato Sarah. Ce l'ho.

- Foto del garage di Sarah.
- Mi manca! La voglio assolutamente. Cosa vuoi in cambio?
- Due copie della foto della stanza di Sarah con i poster dei cantanti alle pareti.
- Va bene, affare fatto.

- Foto del diario di scuola di Sarah, con la poesia dedicata alla cugina.
- Ce l'ho, possibile che non hai mai niente di interessante da offrire?

- Foto degli ultimi messaggi di Sarah su Facebook. Me li ha passati un suo amico di Facebook.
- Li voglio. Cosa vuoi in cambio?
- Un posto il pullman per la prossima gita ad Avetrano. Magari vicino al finestrino. Speriamo che quel cornuto di sindaco non chiuda le strade del paese come l'altra volta.


domenica 17 ottobre 2010

Quanto amore nelle parole dei religiosi...

Arcivescovo Bruxelles: “Aids è giustizia immanente per promiscui”

Polemiche in Belgio per alcune dichiarazioni dell’arcivescovo di Malines-Bruxelles, mons. André-Joseph Leonard, in un libro intervista uscito nel 2006 in francese e tradotto poi in fiammingo. Il vescovo infatti sostiene che l’Aids è “un tipo di giustizia immanente”, “come quando dobbiamo pagare il conto per quanto abbiamo fatto all’ambiente”. “Se ci comportiamo in modo inappropriato con la natura fisica” afferma, “la natura ci tratterà male a sua volta”. “E se la gente tratta in modo inappropriato il senso profondo dell’amore umano, questo porta alla catastrofe a tutti i livelli”, aggiunge il prelato.
Tutte le forze politiche, compresi i centristi, hanno criticato le frasi del vescovo, che ha detto di essere stato “frainteso“. Jurgen Mettepenningen, il suo portavoce, ha spiegato al quotidiano De Standaard che “l’Aids deriva logicamente dai fatti” cioè “da uno stile di vita sregolato”. “E’ un po’ come una persona che fuma” ha detto, “quella persona ha una maggiore probabilità di sviluppare il cancro ai polmoni”. Il vescovo stava parlando di quelli “che hanno preso l’Aids come risultato di uno stile di vita promiscuo” e non “per esempio, di un bambino nato con il virus”.

giovedì 14 ottobre 2010

A proposito di droghe allucinogene

La prossima volta che mi voglio sballare non faccio più ricorso all'LSD, al crack e al TG1, come faccio quasi quotidianamente, ma chiedo al portavoce del Papa cosa usa il Santo Padre.



Un papa apocalittico: “le ideologie cadranno”, “i poteri diverranno sudditi di Gesù Cristo”

Benedetto XVI ha tenuto questa mattina una meditazione durante l’assemblea speciale per il Medio Oriente del sinodo dei vescovi. Dopo aver affidato il sinodo “al cuore materno della Madonna”, si è dilungato a spiegare i concetti teologici di “Madre di Dio” e di “Madre della Chiesa”, per arrivare poi a citare un passaggio dell’Apocalisse, laddove una donna “con dodici stelle sul capo e la luna sotto i piedi, partorisce”: il papa, commentando il testo, ha sostenuto che “qui il mistero mariano è il mistero di Betlemme allargato al mistero cosmico. Cristo nasce sempre di nuovo in tutte le generazioni e così assume, raccoglie l’umanità in se stesso. E questa nascita cosmica si realizza nel grido della Croce, nel dolore della Passione. E a questo grido della Croce appartiene il sangue dei martiri”. Commentando poi il Salmo 81, Benedetto XVI ha paragonato il progressivo abbandono del politeismo da parte di Israele ai tempi in cui, agli albori del cristianesimo, “col sangue dei martiri vengono depotenziate le divinità, cominciando dall’imperatore divino, da tutte queste divinità. È il sangue dei martiri, il dolore, il grido della Madre Chiesa che le fa cadere e trasforma così il mondo”. Anche nel mondo contemporaneo, ha continuato il papa, vi sono “divinità” quali “i capitali anonimi”, “le ideologie terroristiche”, “la droga”, uno stile di vita che prescinde da matrimonio e castità. Eppure, ha concluso il suo ragionamento il papa, anche queste “divinità”, anche queste “ideologie dominanti” sono destinate a cadere, perché tutti i poteri diverranno “sudditi dell’unico Signore Gesù Cristo”.

Il sangue dei martiri? Vedremo tra un po' i kamikaze cattolici?

mercoledì 13 ottobre 2010

Sarkozy, il Papa ed internet

In Francia il problema della libertà di stampa sembra essere meno sentito che in Italia, dove se ne fa un bel parlare e dove ci si indigna.

Eppure la mia impressione da italiano che vive in Francia e segue un po' anche quello che accade nello stivale, è che la Gallia non se la passi tanto meglio della penisola. Anzi, forse peggio, perché il tutto è più mascherato e sommerso.
La mia impressione, che ho avuto fin da pochi mesi il mio arrivo nell'Esagono, è confermata dalla classifica dei Reporters sans Frontièrs, che vede la Francia al 43esimo posto al mondo nella classifica dei paesi con la stampa più libera, non troppo distante dal poco onorevole 49esimo posto italiano.

Qualche anno fa avevo scritto delle mie impressioni sulla stampa e la tv francese, forse un po' superficiali e rigide, ma che mi sembrano ancora attuali.

E' di oggi la notizia, tra i siti francesi che sfoglio ogni giorno ripresa solo da Le Nouvel Observateur, di Sarkozy che in visita dal Papa la settimana scorsa fa intendere che la troppa libertà del mezzo internet non gli garba troppo. Certo, non l'ha detto chiaramente cosi', ma il senso è quello e nasconde dietro tanti giri di parole un concetto semplice ed antico: censura.
Censura che nasce dalla paura di un mezzo che per sua definizione è poco controllabile dai poteri alti (anche se con i tacchi), al contrario di tv e stampa tradizionale, e che permette a chiunque sappia scrivere o disegnare di esprimere un proprio concetto, una propria idea su qualsiasi cosa, banale o interessante che sia. Un mezzo che permette per i pochi soldi mensili che costa un abbonamento al provider, di informarsi al di fuori dei canali ufficiali, dei tg di regime, dei giornali di destra e sinistra troppo spesso simili nel calcare lo stesso tipo di notizie e fare gli stessi abbinamenti e strumentalizzazioni.

Sarkozy non è nuovo a queste uscite liberticide: ricordiamo che poco tempo dopo il suo arrivo al potere come presidente della Repubblica, ha fatto rimuovere lo storico giornalista Patrick Poivre d'Arvor dal TG delle 20 della tv privata TF1, per mettere Laurence Ferrari, che sembra essere più compiacente nei confronti della politica sarkoziana.
Come ha fatto? Semplice, se il proprietario di TF1 è Martin Bouygues, potente industriale e amico personale di Sarkozy, nonché compagno di vacanze.

Inoltre, anche se ammetto di non aver seguito troppo la vicenda ai tempi, mi pare anche che ora il presidente della Repubblica francese possa eleggere direttamente la direzione della tv pubblica.

martedì 12 ottobre 2010

"Ma non direi che si possa definire un giovane violento"

Un ragazzo tira un pugno in volto ad una donna e la manda in coma, per una lite banale, di quelle a cui assistiamo tutti quasi giornalmente. Il ragazzo dopo il pugno scappa, o per lo meno ci prova, senza soccorrere la donna a terra.

Il ragazzo secondo la Repubblica ha dei precedenti per lesioni.

Il capitano dei carabinieri Domenico Albanese dichiara che il ragazzo non si puo' definire un giovane violento.

  • "Quando è stato fermato - racconta il capitano Domenico Albanese, comandante della Compagnia dei Roma Casilina - sembrava non rendersi conto della gravità del suo gesto. Era sconvolto. Ma non direi che si possa definire un giovane violento, nonostante la precedente denuncia nei suoi confronti. 

Vorrei chiedere al capitano Domenico Albanese quando un giovane si puo' definire violento se un pugno in faccia e dei precedenti per lesioni non bastano per meritarsi questa definizione. La condizione necessaria e sufficiente per essere definiti violenti è bruciare un cassonetto o spaccare una vetrina?

Vorrei chiedere a Repubblica perché non accenna alla religione di questo ragazzo. Lo chiedo perché quando sono gli stranieri a commettere questi atti spesso viene informato il pubblico sulla religione dell'aggressore.

Vorrei chiedere alla ministra Carfagna se si costituirà parte civile nel processo contro questo ragazzo, definito dal suo avvocato una persona perbene.

sabato 9 ottobre 2010

Chiara Mastroianni

Incontrare personaggi famosi mi lascia sempre indifferente: a volte mi infastidisce pure, come quando l'anno scorso all'aeroporto di Roma ho visto Francesco Totti con un manipolo di tifosi che gli chiedevano l'autografo e si mettevano in posa accanto a lui.

In un'enoteca italiana a Parigi oggi si è seduta in un tavolo vicino a quello mio e della Francese, Chiara Mastroianni: devo confessare che incrociare il suo sguardo e vederci quello di suo papà, uno dei miei attori preferiti, non mi ha lasciato indifferente.



lunedì 4 ottobre 2010

La ministra Carfagna e gli immigrati.

Novi, donna uccisa a sassate dal marito
Carfagna vuole costituirsi parte civile

Il ministro per le Pari opportunità lancia un appello alle donne immigrate: "denunciate le violenze". "Chi compie violenze e abusi contro le donne, non può e non deve trovare accoglienza nel nostro Paese"

Fonte

Ma la ministra Carfagna, cosi' reattiva - giustamente - quando si tratta di violenza sulle donne compiuta da uomini immigrati, perché è molto meno reattiva, per non dire assente, quando a commettere i delitti o le violenze sono i maschi di pura razza italiana DOP?

Eppure non mi pare che solo gli immigrati commettano azioni indicibili nei confronti delle donne. Non sono pochi gli italiani ad usare la violenza, fisica o psicologica, sul sesso femminile, come riporta quotidianamente il blog Bollettino di guerra.

Due nazionalità, due misure?

Sulle stesse dichiarazioni della Carfagna, vi invito a leggere quanto hanno scritto  Riccardo Venturi, Miguel Martinez e Femminismo a Sud.




sabato 2 ottobre 2010

I love Milano, oh yeah


9 manifestazioni su 12 hanno il titolo in inglese. Mi piace in particolare modo il Temporary restaurant dell'evento Taste of Milano.

Nella stessa Milano la settimana scorsa ho visto un cartello, che purtroppo non ho potuto fotografare, che impediva l'accesso ad una certa strada ai velocipedi.

venerdì 24 settembre 2010

Parigi, città a misura di handicappati

Gare de Lyon, per prendere la linea 14 della metro, 5 possibilità: 2 scale mobili, 2 scale tradizionali e un ascensore.

Oggi, precisamente 3mn fa, le due scale mobili erano ferme x manutenzione, mentre l'ascensore...era fermo x manutenzione.

Ahmadinejad e Obama

Sono proprio curioso di sapere se Obama ha rimproverato il presidente iraniano Ahmadinejad per la prossima lapidazione di Sakineh Mohammad Hastian, la donna adultera.


USA

Virginia, giustiziata Teresa Lewis
Inutili gli appelli alla clemenza

L'esecuzione stanotte. La donna fu condannata nel 2003 per aver assoldato i killer che uccisero il marito e il figlio adottivo di lui. Inutili gli appelli alla clemenza, basati sui suoi ritardi mentali

Link

 

martedì 21 settembre 2010

El último verano de la Boyita

Link IMDB

L'estate di Jorgelina, una ragazzina argentina, in campagna con il babbo e un amico di infanzia per trascorrere le vacanze estive.

Non è facile fare un film sull'infanzia e sull'adolescenza senza scadere nel banale: la regista Julia Solomonoff ci riesce benissimo, realizzando un film delicato ed intimista.

Voto di Kurtz: cuoricino.

martedì 7 settembre 2010

Padre Pio ON, Pio OFF


Quale migliore modo per iniziare la giornata se non con un sms di Padre Pio?

Il servizio costa un po', 25 centesimi al giorno, perché i costi di Roaming dal Paradiso alla Terra sono ancora piuttosto elevati, pero' chi l'ha provato mi ha detto che ne vale davvero la pena.

Maggiori informazioni a questa pagina della Vodafone.

Ricorda: puoi attivare il servizio anche inviando un sms al numero 48050 scrivendo PIO ON.

venerdì 3 settembre 2010

Terminati i racconti islandesi

Probabilmente nel tempo subiranno degli aggiustamenti e delle modifiche, ma la base dovrebbe rimanere quella.

Sono 5 racconti, leggibili qui. Se vi sono piaciuti potete collaborare economicamente al mio prossimo viaggio: vi prometto che poi ne scrivero' un sacco.

PS. Prometto che questa fase di autoreferenzialità prima o poi finirà: non andro' tutta la vita avanti a parlare dei miei blog nei miei blog.

mercoledì 1 settembre 2010

martedì 31 agosto 2010

Blog Day

Blog Day 2010

In rete oggi è il Blog Day: ogni detentore di blog ha l'obbligo morale di dichiarare pubblicamente quali sono i suoi 5 blog preferiti. Se non lo fa è passibile di una seduta di frustate con frusta in vera finta pelle Armani.

Il Blog Day è un po' come il Family Day in Italia, quando tutti hanno l'obbligo di dichiarare le proprie 5 mogli preferite.

Essendo un blogger modello non posso esimermi da fare conoscere all'immensa platea di spettatori che mi segue quotidianamente con ardore (e anche con benestare. Ahahahah, questa battuta possono capirla solo i calabresi jonici della provincia di RC) le mie preferenze in fatto di blog.

In ordine casuale ecco i miei blog preferiti:

1. Storie inutili ma non eccessivamente.
Il mio primo blog, quello generalista.

Mi piacerebbe poter dire che ci scrivo quello che mi passa per la testa (come scrivono gli uomini liberi, usando questa frase tanto figa), ma in realtà scopiazzo a destra e sinistra senza citare le fonti.

Se non conoscete il blog Storie inutili probabilmente siete un po' fessi perché lo state leggendo in questo momento.

E' generalmente piatto e pieno di idee preconcette perché nel copiare non faccio nessuna selezione.

I commenti sui film, di cui il blog abbonda, sono poi al limite del ridicolo: uso sempre le stesse frasi (attore/attrice brava nel suo ruolo, bella regia, ottimo abbinamento tra musica e immagini, fotografia maestosa...) per descrivere film diversissimi tra loro. Per non parlare del fatto che parlo in lingua italiana di film usciti in Francia e che probabilmente in Italia non usciranno mai.

Le statistiche di ShinyShat mi dicono che chi capita per caso in Storie inutili tramite motore di ricerca (circa l'80% delle visite giornaliere) raramente ci torna, altrimenti a quest'ora avrei una media di un milione di visite al giorno.

Le società mi pagano segretamente perché io non inserisca il loro banner sul blog.

2. Mezzi inutili ma non eccessivamente.
E' il blog in cui pubblico foto di mezzi di locomozione non più nuovi. 

Uno dei blog meno seguiti del pianeta. ShinyShat mi ha scritto privatamente per dirmi che non avevano mai visto un blog con delle visite in negativo.

Un giorno l'hanno visitato -130 persone. Non so cosa voglia dire, ma dev'essere lo stesso concetto di quando Berlusconi disse che gli sbarchi dall'Albania erano diminuiti del 140%.

3. Storie islandesi inutili ma non eccessivamente.
Il mio blog dedicato al viaggio in Islanda del 2010.

Ci sono circa 600 foto degli stessi 3 tipi di uccelli, e i racconti abbondano di descrizioni particolareggiate di cose a cui nessuno è interessato.

Ma non erano 5 i blog? E gli altri due? A vostra scelta.

domenica 29 agosto 2010

Difensori del crocifisso?

Difensori delle radici cristiane dell'Europa, legaioli. Dove siete? Ora non alzate la voce imponendo le vostre verità assolute? Fa cosi' paura il colonnello Gheddafi?

Gheddafi a Roma: “l’islam diventi la religione d’Europa”

Il leader libico Gheddafi è giunto a Roma per il biennale della firma del trattato di amicizia fra Italia e Libia. Nella residenza dell’ambasciatore in Italia del suo paese lo hanno accolto oltre cinquecento hostess, che hanno ricevuto da parte del colonnello una lezione sul Corano, conclusa con l’invito ad aderire alla sua religione: “l’islam dovrebbe diventare la religione di tutta l’Europa”. Tre hostess si sarebbero convertite seduta stante, due si sarebbero invece allontanate dopo aver saputo che non sarebbero state retribuite. Domani mattina è prevista una nuova lezione. All’esterno dell’edificio staziona un altro gruppo di ragazze nella speranza di poter entrare.

giovedì 26 agosto 2010

Un nuovo blog è nato: Storie islandesi inutili ma non eccessivamente

POST AGGIORNATO IL 02 SETTEMBRE 2010

Nel nuovo blog Storie islandesi inutili ma non eccessivamente, raccogliero' i resoconti di viaggio - solitamente poco interessanti, secondo la classificazione ufficiale dei blog fatta da uno dei miei due blogger preferiti (l'altro sono io) - che sto scrivendo sul mio viaggio islandese, che, come avranno capito anche i più tordi tra voi, mi è rimasto veramente nel cuore.

Perché un uomo di 37 anni, in buona salute, mediamente felice, perda il suo tempo a scrivere dei ristoranti dove è andato, delle cose che ha visto, del tempo che ha trovato....Beh, tutto questo per me è un mistero.

Bando alle ciance, e andatevi a leggere i primi cinque racconti di viaggio qui, qui, qui, qui e qui.


domenica 22 agosto 2010

Atti osceni in luogo pubblico

Come durante ogni estate che si rispetti, i quotidiani riportano notizie di multe e divieti più o meno strani.

Devo aver letto la settimana scorsa di una donna multata perché si metteva della crema protettiva contro il sole sul seno: un'altra donna che ha assistito all'orribile spettacolo ha denunciato la donna oscena perché il seno esibito dalla vicina turbava i figli, di 12 e 14 anni.

Riflessione personale: se i figli della donna accusatrice sono sani di mente a quest'ora devono aver già lasciato il nido familiare alla ricerca di un'altra madre :-)

In ogni caso, la mia domanda è: perché una donna con le tette di fuori viene multata mentre è consentito a questi malati di mente non solo di sfilare con il volto coperto (ma come, e la famosa sicurezza?), ma anche di martoriarsi pubblicamente?

Cosa c'è di più diseducativo di flagellarsi e umiliare il proprio corpo?


Fonte

mercoledì 18 agosto 2010

Consigli per gli acquisti: Fiat Punto

Non è mia abitudine fare pubblicità a prodotti, però in questo caso faccio un'eccezione.

Consiglio a chi deve comprare un'auto la Fiat Punto: non perché ce l'abbia o perché mi sia stata consigliata da amici, ma per il semplice fatto che è un'auto davvero capiente e comoda per tutte le famiglie. La Punto in questione permette di viaggiare in ben 9 ('nove' per chi pensa sia un errore di battitura) persone per parecchie centinaia di chilometri.

La notizia viene dal blog Strade sicure di Maurizio Caprino

La vecchia Punto che fece 600 chilometri con nove persone a bordo prima che poliziotti e giornalisti se ne accorgessero

Il bollino nero per l'esodo di agosto non ha riguardato solo le strade, ma anche l'informazione. Non solo per gli errori clamorosi (http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/2010/08/codice-e-demagogia2-quando-la-disinformazione-viene-dallo-stato.html) nell'elencare e descrivere le novità della riforma del Codice della strada (ma non si erano forzati i tempi della sua approvazione proprio per tenerla come spauracchio mediatico per i guidatori durante gli esodi agostani?). Ma anche perché poi nessuno è andato a vedere sul campo come si sono comportati gli italiani su strada: i pochi cronisti schierati lontano da telefoni e scrivanie (che gli editori e le esigenze di bilancio hanno fatto diventare l'habitat naturale anche per chi dovrebbe cercare le notizie andando in giro) hanno fatto le solite intervistine insulse ("da quanto tempo è in coda?", "dov'è diretto?", "dura, eh?"). Nessuno a vedere se viaggiavano allacciati anche i passeggeri posteriori, se il carico era ragionevole e distribuito bene, se i bimbi erano sui seggiolini. Insomma, le cose fondamentali per viaggiare sicuri.
Unica eccezione: Claudio Cangialosi di SicurAUTO, che ha passato tre ore alla barriera finale dell'A20 Messina-Palermo osservando tutto ciò che fa sicurezza o pericolo, non andando a fare il solito servizio al confine tra cronachetta e costume. Così, sul suo portale Claudio scrive di averne viste di cotte e di crude (http://www.sicurauto.it/blog/news/sicurezza-stradale-sicurautoit-e-la-polizia-stradale-per-una-vacanza-coi-fiocchi.html). Per esempio, una Punto prima serie partita da Taranto con nove (avete letto bene) persone a bordo. Una vicenda incredibile. Il cui aspetto meno sorprendente (e più amaro) è il fatto che l'auto sia stata fermata solo a 600 e passa chilometri dalla partenza. Dov'era il mega-schieramento di pattuglie predisposto per l'esodo? Nessuno si è accorto di nulla neanche sulla martoriata e presidiatissima Salerno-Reggio Calabria? Magari sarà colpa delle coincidenze e della velocità. Ma agli imbarchi di Villa San Giovanni, dove almeno un vigile che dirige il traffico c'è sempre di questi tempi?