lunedì 26 gennaio 2009

La lingua francese e il resto del mondo.

Che i francesi siano molto fieri della loro lingua (molto protetta dalle influenze esterne, anche da leggi specifiche) è un dato di fatto: qualsiasi straniero che vive in Francia se ne rende conto dopo qualche tempo.

In Francia si accetta mal volentieri che il mondo evolve verso una lingua unica che faccia da substrato e unica lingua di comunicazione tra tutti i popoli della terra: ed è accettato ancora meno volentieri il fatto che purtroppo questa lingua non è il francese ma l'inglese.

Oggi ne ho avuto l'ennesima prova: ho letto un articolo su Le Monde on line (pardon...en ligne) in cui si parla di un'agenzia (Irena) tra 50 paesi di tutto il mondo sulle energie rinnovabili. In particolare il giornalista spiega che la Francia non ha ancora aderito all'agenzia. Perché? Eccolo spiegato (segue traduzione per i non francofoni):

La signature de la France était encore incertaine lundi matin, malgré la volonté du ministre de l'écologie, Jean-Louis Borloo, d'engager Paris dans l'aventure de la première agence mondiale exclusivement consacrée à ces énergies. L'hostilité du ministère des affaires étrangères était forte, notamment en raison du choix de l'anglais comme seule langue de travail de l'Irena, et l'Elysée n'était pas enthousiaste.
(Questo il link all'articolo completo)

Tradotto alla meno peggio:
L'adesione della Francia era ancora incerta lunedi' mattina, nonostante la volontà del ministro dell'ecologia Jean-Louis Borloo di coinvolgere Parigi nell'avventura della prima agenzia mondiale consacrata esclusivamente a queste energie. L'ostilità del ministro degli affari stranieri è forte, soprattutto a causa della scelta dell'inglese come sola lingua dell'agenzia, e l'Eliseo non era entusiasta.

Ritengo che in Italia il problema sia quello opposto: eccesso di termini stranieri, anche quando non necessario, e nessun attaccamento alla nostra bella lingua. Basti pensare che nella penisola esiste un ministero del welfare, mentre in Francia non si sognerebbero mai di chiamare un ministero con un nome straniero. Non solo, ma Sarkozy ha introdotto nel 2007 il ministero dell'immigrazione e dell'identità nazionale.

E se si trovasse una via di mezzo tra uno stato che per legge impone alle radio di far passare una certa percentuale di canzoni francesi ed un altro che non si cura affatto della propria lingua?

venerdì 23 gennaio 2009

Ristoranti e bar a Parigi: Pizzeria Gambino.

Trovare una buona pizza nel pieno centro di Parigi: impresa riuscita!

La pizza è veramente buona e i prezzi sono nella media del centro di Parigi, cioè 11-12€ per le pizze più semplici e 14-15€ per quelle più ricche. Gli ingredienti mi sono parsi di buona qualità e freschi.

I dolci: io ho preso una delicata Delizia di castagne con gelato e ho assaggiato il Tiramisù di un amico. Giudizio: entrambi molto buoni. Prezzo sugli 8€.

E poi c'è la birra Moretti, che finora non avevo mai visto a Parigi, e che è una delle birre che meglio si sposa con pizza.

Fanno anche dei primi, ma non li ho assaggiati.

Insomma, un indirizzo da tenere a mente: Pizzeria Gambino, 6 rue Gomboust, 75001.

martedì 20 gennaio 2009

Ristoranti e bar a Parigi: Coffee parisienne

4 rue Princesse, 75006 Paris. Se non sbaglio ne esiste anche un altro altrove a Parigi.

Ristorante americano dall'ambiente informale e servizio veloce.

Hamburger, cheesburger e baconcheesburger con contorni di patate sono ottimi.

L'unico dolce che abbiamo assaggiato, il cheescake, invece, non ci è piaciuto.

Nota dolente, i prezzi: 12.5€ un hambuger, 14.5€ il baconcheesburger, 8.5€ cheescake. Per non parlare dei 4.5€ di una normalissima birra piccola (nota: le birre sono molto care a Parigi un po' dappertutto).

lunedì 12 gennaio 2009

Ristoranti e bar a Parigi: Le Nemrod

Questa simpatica brasserie si trova tra Odéon e Montparnasse. La cucina è francese tradizionale, con un'ampia scelta di piatti e dolci.

Ci siamo stati sabato sera e non c'era molta gente: c'è da dire che era il primo sabato dei saldi, e dopo un pomeriggio caotico a Parigi, di sera la sera la città era quasi deserta.

Io ho preso un ottimo contre filet con gratin al cantal: la porzione era abbondante e la qualità alta. Come dolce la classica tarte tatin con gelato alla vaniglia: buona.

Il ragazzo che ci ha servito era gentile e scherzoso, anche se in generale il servizio non mi è parso particolarmente veloce. L'ambiente era piacevole.

Hanno anche accettato i ticket resto, nonostante fosse un sabato sera.

I prezzi non sono bassi (contre filet: 17€, tarte tatin con gelato 8€), pero' a mio avviso sono proporzionati alla qualità.

Indirizzo: 51 rue du Cherche Midi, 75006 Parigi.

martedì 6 gennaio 2009

Post funereo.

E' da tanto che penso a quello che vorrei fosse fatto in caso di morte improvvisa.

Mi piacerebbe che le mie volontà fossero rispettate, e cosi' ho deciso di renderle pubbliche in questo messaggio, per evitare qualsiasi tipo di fraintendimento. Anche perché poi non avro' modo di rompere più le scatole, quindi per favore rispettate i miei ultimi desideri.

Ecco le semplice regole:

1. Il funerale dev'essere laico.
Non voglio funerali religiosi né preti che vengano a benedire me o la mia tomba. Non voglio che al mio funerale si parli di vita eterna, di resurrrezione nel giorno del Giudizio e altro in cui non credo.
Eviterei anche santificazioni inopportune della mia persona fatte da preti che non mi hanno mai conosciuto. Anzi, sarebbe simpatico parlare dei miei lati negativi, cosi' il distacco sarà meno doloroso.
Non mi dilungo sulla lista dei miei difetti perché sono ben chiari a chi mi conosce e probabilmente anche a chi legge il blog :-)

2. Il luogo dove la mia bara sarà esposta per le visite non dev'essere scuro.
Di oscurità ce ne sarà molta dopo, quindi meglio approfittare delle ultime ore di luce. Finestre aperte se il clima fuori non è particolarmente siberiano, luce naturale.
Non voglio neanche luci da discoteca, sia chiaro, pero' un po' di illuminazione non fa male e rende l'atmosfera meno funerea.
Possibilmente usare lampade a basso consumo energetico, per dare un'impronta politicamente corretta al tutto.

3. Messico e nuvole
Ogni tanto ci dovrebbe essere della musica: non sempre, ché senno' chi veglia 24 ore su 24 si rincretinisce e magari mi maledice pure. Sulla lista della musica da mettere come sottofondo, ne scrivero' a parte appena ci avro' riflettutto un po'.
In qualche momento saliente pero' vorrei che ci fosse qualche classico di Springsteen, in versione dal vivo ovviamente (per contrastare un po' con l'ambiente mortuario. Ahahah, sono troppo forte).
La quinta, la terza e la nona di Ludovico Van non possono mancare, cosi' come neanche i due concerti per piano e orchestra di Brahms suonati da Pollini (ho il cd a casa, basta cercare bene).
In ordine sparso, mi piacerebbe anche qualcosa di André, magari dall'album Anime salve, qualche pezzo di Fossati dal live Dal vivo 1 e 2 (ma non dal 3, che mi piace molto meno).
Se volete creare un momento malinconico mettete anche Ne me quitte pas e Hier encore.

4. Donazioni di organi
Tutto cio' che è donabile del mio corpo dev'essere donato.
Magari prima di iniziare a tagliare datemi un pizzicotto per vedere se sono veramente morto :-)

5. Fiori 
Invece di fiori, preferirei che fossero fatte delle donazioni ad enti fidati di beneficienza. Su questo lascio discrezione a chi farà il versamento.
Magari due margherite di campo fanno piacere, ma non pensateci neanche a spendere centinaia di euro in fiori.
Per le associazioni a cui destinare i soldi, vi lascio libera scelta. Evitate se possibile associazioni in favore dell'acquisto del nuovo Mercedes di Briatore o cose del genere.

6. Cibo e bevande
Durante la veglia devono essere disponibili per gli ospiti delle bevande, alcoliche e non, e qualche cosa da mangiare. Che qualcuno faccia un brindisi alla mia memoria: sarebbe un bel modo per essere ricordato.

7. Nel caso di situazioni critiche irreversibili, staccate la spina.
Se qualche prelato pelato si oppone, fatelo di nascosto. C'è scritto sul blog che è una mia volontà, non sarete accusati. In ogni caso, vi autorizzo ad usare qualcosa dei miei pingui conti in banca per le spese legali.


8. Alla ricorrenza di un anno della morte ricordatemi con un incontro tra amici e parenti.
Un po' di musica, due chiacchiere, qualche foto di me e magari un bel film. Eh, ma non me mettete i Blockbuster. Io vi vedo! Preferisco qualcuno dei mattoni che a me piacciono tanto ;-) 

9. Sepoltura o cremazione?
Cremazione. Le ceneri disperse nel vento e nel mare, quello di Locri. Alla fine è pur sempre la mia città natale, anche se ci manco da 18 anni.

E fate attenzione quando disperdete le ceneri, guardate di non essere controvento: non vorrei che vi capitasse come ne Il grande Lebowski!

domenica 4 gennaio 2009

Fine settimana a Bruges: un disastro.

Premesse necessarie che sicuramente hanno influenzato in negativo l'esperienza mia e di Caroline a Bruges:

- Bruges è una cittadina di 110 mila abitanti. Il centro è piccolo, quindi, a meno che non si sia fortemente appassionati di arte, una giornata basta per visitarla. Caroline ed io, al contrario, avevamo previsto un week end lungo, di ben 4 giorni.

- La Francese è stata molto male durante la vacanza.

- Il week end in questione era quello dei saldi.

- Il fatto che si parli di Bruges come della Venezia del nord e che ogni tanto sia accostata anche ad Amsterdam, città che abbiamo adorato, sicuramente ha spinto molto in alto le nostre aspettative.


- I giorni trascorsi nella cittadina belga sono stati molto freddi (i canali erano tutti ghiacciati) e questo di certa non aiuta ad apprezzare un posto, a meno che tu non sia un orso polare.

Di seguito qualche pensiero sparso sul fine settimana appena trascorso.

La cosa che più ci ha colpito in negativo è sicuramente la gente. Nei bar, ristoranti e negozi il personale è scortese e scontroso. Mi sono lamentato spesso della maleducazione dei commessi parigini, ma il livello di educazione e professionalità di quelli bruggesi è più basso. Quando entri in un locale molte volte non ti salutano e né ti accolgono assegnandoti un tavolo: devi essere tu a salutare per primo e cercarli per chiedere una sistemazione.

Quando ti parlano, inoltre, spesso non ti guardano negli occhi e continuano a fare altro. I toni sono in generale molto duri e i sorrisi inesistenti. Anche all'uscita del locale capita che non ti salutino, a meno che non sia tu a cercarli con gli occhi e tirargli fuori una qualsiasi espressione di congedo.

I ristoranti-bar non espongono sempre il prezzo del cibo o delle bevande: ti puo' quindi capitare di entrare in un ristorante senza sapere in anticipo quanto spenderai. Forse sono abituato troppo bene a Parigi, dove tutti i bar hanno i prezzi esposti fuori, anche delle cose più elementari come il caffè. In un bar ci è addirittura capitato che non fosse a disposizione del cliente il listino con i prezzi delle bevande. Tradotto: ordini qualcosa, per esempio un succo di frutta, senza sapere quanto ti costa.

Trovo questo insopportabile. Anche al sud Italia è cosi', ma essendo io del sud Italia riesco ad avere un'idea dei prezzi, per cui la cosa mi dà meno fastidio.

Prezzi dei ristoranti: a meno di non andare nei locali super turistici che propongono piatti tipici belgi come le le lasagne o le penne agli scampi, i ristoranti ci sono sembrati molto cari.

I piatti di carne, anche i più semplici, partono dai 22-25€, cosi' come quelli di pesce. Non siamo riusciti a vedere l'entrecôte a meno di 22€. Giusto per avere un'idea, a Parigi riesci a mangiarla con 13-14€.

La birra, al contrario, costa molto poco.

Avendo fatto un solo ristorante, il mio giudizio sulla qualità del cibo non ha alcun valore statistico, pero' posso dire che la qualità mi è parsa scadente.

Non sorvolo sul fatto che se all'ora di pranzo ti viene di voglia di prendere qualcosa da bere senza mangiare è impossibile perché tutti i ristoranti bar a quell'ora accettano solo chi si siede per pranzare.

Ho avuto l'impressione in generale che i bruggesi siano persone molto introverse, chiusi in sé stessi e rudi. Lo vedi dalle espressioni di chi cammina per strada, dai rapporti che hanno i colleghi nei momenti di pausa, nel modo di rivolgersi alle persone.

Per esempio, il bed and breakfast di Marie Rose Debruyne, dove abbiamo pernottato: i gestori erano gentili, ma non più di tanto. Da chi gestisce un b&b io mi aspetto un'accoglienza calda, delle persone che fin dal primo giorno mi facciano una panoramica della città, consigliandoci i posti da vedere, le chiese da visitare, i ristoranti dove mangiare. Niente di tutto questo: sarebbe ingiusto dire che i Ronny & Marie, i gestori, non sono stati cordiali, ma il rapporto somigliava più a quello tra il personale di un hotel con i clienti che a quello tra il proprietario di un b&b e un ospite.

Altri due piccoli commenti sul b&b: eravamo in una stanza al secondo piano, molto luminosa, silenziosa e pulita. La colazione è abbondante e di buona qualità. La nostra stanza era molto particolare, un mix riuscito di moderno (acciaio) e classico (legno). Tutta la casa è particolare, dall'entrata alla sala della colazione, per finire con il tetto. L'architetto è il marito (compagno?) di Marie Rose.

La città: non ci ha affascinato. I canali non hanno charme né sono belli, il centro ha molte vie aperte alla circolazione e sono quindi rumorose. A parte qualche negozio di cioccolata e di articoli di pizzo (per cui Bruges sarebbe famosa) i negozi del centro sono quelli che si trovano in tutte le città: H&M, C&A, Zara, Massimo Dutti, Etam e cosi' discorrendo. Si aggiunga che ieri iniziavano i saldi, per cui il centro era invaso da turisti ed indigeni alla ricerca dell'affare.

I negozi chiudono molto presto, alle 18 o alle 18.30: venerdi' per cercare una maglietta di cui avevo bisogno ho faticato non poco.

Per concludere, la descrizione della scena vissuta sabato, qualche ora prima di partire, in un ristorante bar nella piazza centrale della città.

Il serveur maleducato ci viene incontro, gli diciamo che è per bere qualcosa e ci fa accomodare ad un tavolo da 4 perché non ce n'erano da due.

Ci chiede cosa vogliamo da bere ed io gli chiedo un listino. Non ce l'hanno, allora ordino un succo di frutta per me e niente per Caroline (stava molto male).

- Il serveur: siete in due.

- Io: ?

- Lui: siete in due, prendete un tavolo da 4 per bere e ordinate una cosa sola.

- Io: io prendo due succhi di frutta. Ho trattenuto l'istinto di dire 'allora ce ne andiamo' solo perché volevo che Caroline si riscaldasse un po'.


Dopo 20 minuti e dopo aver servito tutti gli altri clienti, anche quelli arrivati dopo di noi, ancora nessuna notizia del succo di frutta. Ci alziamo lentamente e platealmente ci riabbigliamo per andarcene. Il serveur ci vede, non ci dice niente e neanche ci saluta.

Mia conclusione: evidentemente l'ha fatto apposta per farci andare via in modo che liberassimo il tavolo.

Secondo voi ho la voglia di ritornare a Bruges?

Questa la foto del ristorante dove si è svolta la scena, cosi' se ci andate potete evitarlo o spaccare il naso al cameriere da parte mia.

Il bar da evitare nella piazza principale.


P.S. Ho trovato una cosa molto strana nelle tabaccherie: è consentita la pubblicità delle sigarette, cosa a cui noi italiani (e francesi) non siamo abituati.

Pubblicità delle sigarette nella vetrina di una tabaccheria.