lunedì 30 marzo 2009

Un film: La journée de la jupe.

Francia 2009, Jean-Paul Lilienfeld

Un'esesperata insegnante in una triste periferia francese un giorno si ritrova in mano una pistola, trovata nello zaino di uno dei suoi studenti, prende allora in ostaggio i suoi alunni.

Alla base di questo film c'è una denuncia sulle condizioni di alcune periferie francesi, dove è quasi naturale andare a scuola armati o con dei video sul telefonino che riprendono degli stupri. L'altra forte denuncia è per le scuole pubbliche, con insegnanti poco adeguati per certi ruoli, presidi che se ne lavano le mani e altro.

Purtroppo non tutto nel film riesce: per esempio, perché in tutti i film in cui c'è la polizia c'è un comandante cattivo interventista e uno buono (che ha ovviamente problemi con la moglie) che è per il dialogo?

Nonostante qualche semplificazione di troppo e un po' di moralismo, il film si fa guardare.

Voto di Kurtz: più.

Un film: Welcome

Francia 2009, Philippe Loiret.
Marzo 2009.

Un ragazzino iraniano di 17 anni arriva al nord della Francia, Calais, per passare la Manica come clandestino in un camion e raggiungere la sua amata in Inghilterra. Il tentativo fallisce: inizia allora dei corsi di nuoto per realizzare il suo sogno.

Dal regista dei delicati Mademoiselle e Je vais bien ne t'en fais pas, un riuscito film sull'immigrazione e sui rapporti umani.

Voto di Kurtz: cuoricino.

Un film: Pranzo di ferragosto


Italia, 2008. Regia di Gianni di Gregorio.

Un signore sulla cinquantina vive con l'anziana madre rompiballe e si occupa tutto il giorno di lei: sommerso di debiti, accetta di ricevere in casa per qualche giorno di altre 3 anziane signore nel mese di agosto.

Avevo grandi aspettative su questo film: ne avevo letto benissimo, come fosse una piccola perla del cinema italiano. E cosi' ne sono rimasto deluso: una commedia snza infamia né lode, senza particolare abilità registica. Qualche scena simpatica, qualche riflessione sulle persone anziane, ma niente di più.

Voto di Kurtz: indifferente.

mercoledì 25 marzo 2009

Il buon proposito del 2009: votare.

Con soli 3 mesi di ritardo ecco il mio buon proposito per l'anno 2009: iscrivermi all'Associazione italiani residenti all'estero per poter votare alle elezioni italiane la prossima volta anche stando all'estero.

Daro' cosi' il mio contributo perché questa destra bigotta non salga di nuovo al potere nella mia terra, anche se non la abito.

Promesso.

lunedì 23 marzo 2009

Ristoranti a Parigi: Gambino. Aggiornamento.

Qualche mese fa avevo espresso un giudizio entusiasta sulla pizzeria Gambino.

Questa sera ci sono ritornato, e il mio giudizio è meno entusiasta. La pizza aveva una forma tra il trapezoidale e il troncoconoidale: non parlo di forme artistiche ad alto valore aggiunto, ma semplicemente di una pizza fatta svogliatamente.

La pizza era troppo sottile, e come gusto niente di particolare. Mangiabile, si', ma senza entusiasmo. Niente a che vedere con quella di Pizzachic.

Ho provato a chiedere una pizza personalizzata, non presente nel menu. Non l'avessi mai fatto.

- Io: è possibile avere una pizza personalizzata?
- Lui: certo!
- Io: allora la vorrei bianca, con rucola, crudo e funghi.
- Lui: con o senza mozzarella? [Si vede che il tizio non era italiano. Una pizza senza mozzarella?]
- Io: con la mozzarella.
- Lui: ah, allora è come la Regina.
- Io: non conosco la regina, sulla carta non c'è.
- Lui, con una punta di orgoglio: non c'è perché la carta è personalizzata ogni giorno.
- Io: va bene, allora come la regina senza pomodoro.

Quello che mi ha portato: una pizza bianca, con funghi, prosciutto cotto e senza rucola. Regina o non regina, non era la pizza che avevo chiesto.

Due conclusioni:

1. Non chiedere mai niente di personalizzato nei ristoranti/pizzerie parigine.
2. Italiani a Parigi, rassegniamoci all'idea che non possiamo mangiare bene italiano in questa città, a meno di non spendere un sacco di soldi.

domenica 22 marzo 2009

Un film: Boy a

GB, 2008, regia di John Crowley
Mk2 Bibliothèque, marzo 2009

Un bambino e il suo mefistofelico amico sono accusati di omicidio per la morte di una bambina. Dopo una decina d'anni il ragazzo, grazie ad un programma della polizia, puo' rifarsi una vita, con una nuova identità e una nuova città. Non tutto fila liscio come vorrebbe.

Non è il mio stile registico, molto essenziale, pero' ho apprezzato lo stesso questo film. Si esce dalla sala con una certa tristezza nel cuore.

Voto di Kurtz: più.

Un film: Revanche

Austria, 2007. Regia di Götz Spielmann
Marzo 2009

Un uomo, impiegato in un bordello nel quartiere rosso di Vienna, e la sua ragazza, puttana nello stesso bordello vogliono cambiare vita, e per farlo hanno bisogno di soldi. Pensano allora alla classica rapina in banca, durante la quale pero' non si svolge tutto secondo i piani. Revanche è la storia di una vendetta di un uomo rimasto solo.

Buon thriller, dalla regia e sceneggiatura robusta, con un ottimo attore principale (Johannes Krisch, qui il suo sito Myspace): peccato solo per le lunghe sequenze che riprendono il protagonista che taglia la legna nella piccola fattoria del padre!

Voto di Kurtz: cuoricino.


Un film: Un lac

Francia 2008, Philippe Grandrieux.
Mk2 Beaubourg. Unico cinema di Francia in cui è uscito Un lac.

Una famiglia vive completamente isolata in una splendida foresta: fratello e sorella vivono un rapporto incestuoso, finché un estraneo non appare.

Fotografia cupissima, molta macchina a mano con micromovimenti che a volte amplificano l'effetto mal di mare, la natura ripresa in tutto il suo splendore ma anche nel suo lato più oscuro, dialoghi rarissimi, sussurratti e incomprensibili, primissimi piani su corpi umani e di cavalli. Una storia di cui non si capisce nulla se non il rapporto incestuoso tra fratello e sorella.

Uno dei film più sperimentali che abbia mai visto: cosi' sperimentale che a metà proiezione ho lasciato la sala. Appena messo piede fuori pero' me ne sono pentito e mi sono ripromesso di vederlo in settimana.

Voto di Kurtz
: sospeso in attesa di una seconda visione.

mercoledì 18 marzo 2009

Barzelletta: un tedesco, un francese, uno spagnolo e un italiano.

C'erano un francese, un tedesco, uno spagnolo e un italiano.

Il francese: "La Francia esprime la sua più viva inquietudine per le conseguenze delle dichiarazioni di Benedetto XVI" (Eric Chevallier, portavoce del ministero)

Il tedesco: "I preservativi salvano la vita, tanto in Europa quanto in altri continenti" (comunicato dei ministri della Salute e della Cooperazione)

Lo spagnolo: "invieremo un milione di preservativi in Africa".

L'italiano (Frattini): "non commento le parole del Papa".

Link della barzelletta in versione estesa.

Benedetto XVI e Maledetto preservativo.

Ormai la notizia è sulla bocca di tutti: il Papa durante il suo viaggio per l'Africa, ha dichiarato che la distribuzione di preservativi non è la soluzione al problema dell'AIDS, ma che anzi peggiora la situazione.

Ora, mi chiedo come un uomo, indipendentemente dal sua posizione, possa affermare una
STRONZATA simile, una cosa che non ha alcun fondamento scientifico, anzi che contraddice qualsiasi logica e che rischia di vanificare lo sforzo di chi si batte per un'informazione laica, scientifica, non oscurantista e corretta.

Soprattutto perché il messaggio sarà arrivato di certo alle popolazioni africane, dove la percentuale di malati di AIDS è tra le più alte del mondo, dove la povertà impera, dove l'accesso all'informazione scientifica è una cosa difficile per la maggioranza della popolazione: insomma, da parte di chi è più indifeso rispetto ad un'informazione scorretta, soprattutto se viene ex cathedra, da un'alta carica.

La Chiesa ama la vita, questo si sa, e non fa che ripetercelo: capita che ami la vita di un embrione tanto da farla preferire a quella della madre che lo porta.
Peccato che la madre abbia 9 anni, che l'embrione sia figlio di una violenza sessuale e che la gravidanza metta a rischio la vita della madre.
E cosi', cosa pensa di fare la Chiesa dove si è svolta la vicenda? Condanna i medici che hanno fatto abortire la madre di 9 anni (link della notizia, di appena qualche settimana fa).

La Chiesa ama la vita, anche quella clinicamente morta, come nel caso Englaro e si intromette prepotentemente in questioni che in uno stato laico dovrebbero essere regolate solo dalla magistratura.

Ama la vita, pero' se ne fotte dell'AIDS, dei bambini che perdono i genitori per questa malattia e degli altri nascono malati perché lo sono i genitori. Non è il
peccato originale che condanna questi bambini, ma la disinformazione e la povertà. E non basta versargli dell'acqua benedetta sulla testa per salvarli, ma forse un preservativo avrebbe aiutato.

La Chiesa ama la vita ma se ne fotte delle puttane costrette a vendersi per portare qualcosa a casa e a diventare cosi' un ricettacolo di malattie.

E sarebbe ora che tutto il mondo imparasse a fottersene della Chiesa, per lo meno delle sue dottrine completamente fuori dal tempo, dalla logica e dalla scienza.

E se qualcuno vuole continuare a fottersene della Chiesa, che si legga il commovente libro Korogocho di un vero uomo di Chiesa, Alex Zanotelli, uno che nelle catapecchie africane ci ha vissuto per anni, accanto a puttane e a gente che muore di fame.






domenica 8 marzo 2009

Ristorante e bar a Parigi: Pizzachic.

La pizza di Pizzachic è stata giudicata da Le Figaro la migliore di Parigi insieme a quella di Bistrot Napolitain: ho pubblicato il link della classifica un paio di settimane fa sul blog.

Il locale è in una traversa di rue des Rennes, in un quartiere dove i prezzi degli appartamenti non scendono sotto i 10000 euro al metro quadrato, e l'ambiente è piacevole: i tavoli sono grandi e comodi (chi è abituato alle brasserie di Parigi sa a cosa mi riferisco), ben distanziati tra loro. A servire ci sono 3-4 ragazze, tutte italiane, cosi' come il pizzaiolo.

La pizza è effettivamente molto buona e gli ingredienti sono tutti di ottima scelta: non c'è una grande varietà di pizze, non più di 12 ad occhio e croce, pero' mi è stato possibile ordinare una pizza personalizzata. La pasta della pizza è pure di ottima qualità, sottile al punto giusto.

Tra le poche pizze che ho assaggiato a Parigi è sicuramente la migliore.

Le ragazze sono gentili e sorridenti, solo che la qualità del servizio non è quello che ti aspetti da un locale cosi' caro. Al nostro tavolo si sono confuse e alla fine la pizza che mi hanno portato non era precisamente quella che avevo ordinato. Dopo averglielo fatto notare mi hanno chiesto se andasse bene lo stesso la pizza servitami o se se volevano che la rifacessero: ovviamente ho accettato la pizza già fatta senza fare troppo il rompiscatole, pero' mi sarei aspettato un piccolo 'gesto commerciale' a fronte di un loro errore (non cosi' grave, sia chiaro), per esempio una birra offerta.

La nota dolente è arrivata con il conto: ci siamo ritrovati con ben 9 euro per due caraffe di acqua: preciso che l'acqua che ci hanno portato era in delle bottiglie di vetro già aperte e sapeva molto di rubinetto. Non so se fosse acqua di bottiglia (ma ne ho forti dubbi), pero' in tal caso mi sarei aspettato che avessero portato le bottiglie al tavolo ancora chiuse e poi le avessero aperte di fronte ai nostri occhi, come dovrebbe essere.

Quindi: 9 euro per due caraffe di acqua del rubinetto. Trovo che cio' non si addica ad un locale dal nome cosi' importante e dai prezzi cosi' cari.

Le pizze sono molto care: quelle con il prosciutto crudo sono sui 21-22 euro e la Margherita mi pare (ma non ci metterei la mano sul fuoco) sui 16.

I dolci non costano meno di 8-9 euro, con una punta di 13 euro per una pizza alla nutella. Mi ha molto colpito il prezzo del gelato da due gusti: ben 9 euro.

Concludendo: pizze molto buone ma care, servizio e trasparenza del conto non all'altezza del prezzo.

Pizzachic, 13 rue des Mézières, 75006

sabato 7 marzo 2009

10 anni fa: la morte di Kubrick.

Il 7 marzo 1999 è morto Stanley Kubrick, uno dei geni del cinema.

Mi piace ricordarlo con le scene iniziali di Eyes Wide Shut, il suo film al quale sono più affezionato, anche se probabilmente non è il più bello.



La notizia della morte di Kubrick mi è stata annunciata la sera del stessa da un amico, che mi lascio' un messaggio in segreteria. Il messaggio terminava con una poesia.

A se stesso, di Giacomo Leopardi.

Or poserai per sempre,
Stanco mio cor. Perì l'inganno estremo,
Ch'eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
In noi di cari inganni,
Non che la speme, il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
Palpitasti. Non val cosa nessuna
I moti tuoi, né di sospiri è degna
La terra. Amaro e noia
La vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T'acqueta omai. Dispera
L'ultima volta. Al gener nostro il fato
Non donò che il morire. Omai disprezza
Te, la natura, il brutto
Poter che, ascoso, a comun danno impera,
E l'infinita vanità del tutto.