venerdì 18 febbraio 2011

Uno, cento, mille Odifreddi

Questa sera ho visto 20 minuti del festival di Sanremo, cosa che non facevo dal 1987.

Sono capitato per caso sull'intervista (?) di gianni morandi a monica bellucci e a Robert De Niro. Morandi mi è parso un grandissimo intervistatore, capace di domande argute e profonde (a De Niro: E' contento di essere qui?).

Senza contare il fatto che l'estratto di festival che ho visto mi è sembrato un enorme spot per il film Manuale d'amore 3, in cui recitano sia la bellucci che De Niro, che uscirà la settimana prossima in Italia.

Proprio oggi leggevo un post di Piergiorgio Odifreddi sull'istituzione Festival di Sanremo.

Buona lettura.

No, Sanremo no!

Non si è ancora spenta l’eco della grandiosa manifestazione delle donne di domenica scorsa, e subito la scena viene loro rubata dalle due vallette del Festival di Sanremo. Le quali ci hanno voluto far sapere che non solo non si erano accorte di nulla, ma che se anche se ne fossero accorte, non ci sarebbero andate lo stesso. Che bella scoperta! Forse non hanno capito che quella manifestazione, in fondo, era stata indetta proprio per prendere le distanze dalle donne come loro. E che invece di leggere una lettera a Ruby El Mahroug, sul palco si sarebbe potuto benissimo leggerne una a Elisabetta Canalis e Belen Rodriguez.
Anch’esse, infatti, non sono altro che starlette del mondo dell’intrattenimento mediatico a buon mercato. Quello stesso mondo che è diventato un cancro con i programmi televisivi di Berlusconi, ma che ben prima aveva infettato gli italiani proprio con il Festival di Sanremo. E fino a quando quello spettacolo di retroguardia che imperversa sul video da sessant’anni continuerà ad attrarre tanti spettatori quanti lo spettacolo di avanguardia di Fazio e Saviano, ci sarà poco da sperare in un risveglio culturale del nostro paese. Anche perchè l’allegro passaggio di ospiti come Benigni da un palcoscenico all’altro, fa sospettare  e temere un analogo allegro passaggio del pubblico da uno spettacolo all’altro.
La scorsa volta, da Fazio e Saviano, Benigni ci andò gratis. Ecco, forse si potrebbe, o si dovrebbe, pretendere la stessa cosa anche da tutti gli ospiti del Festival. Che si facciano pure la loro pagliacciata annuale, ma senza costi per lo stato e per la Rai. Anzi, che paghino l’affitto delle serate televisive, e che i soldi incassati vengano spesi per trasmettere in televisione cose serie. Cose che semplicemente non ci facciano vergognare di essere italiani, sempre lì a mendicare cento lire dalla mamma per andare in America.
Naturalmente, non serve nascondersi dietro la scusa che quei rottami di canzoni vengono cantate in commemorazione del centocinquantenario dell’unità d’Italia. Perchè le cantano comunque gli stessi “artisti” che continuano a calpestare la scena dell’Ariston da cinquant’anni: da Gianni Morandi, a Patti Pravo, ad Al Bano.
In fondo, Berlusconi sta al governo da molto meno: perchè chiedere solo a lui che se ne torni a casa e ci lasci vivere in pace? Non dovremmo pretenderlo anche dagli organizzatori e dagli ospiti del Festival di Sanremo? Che se ne tornino tutti a casa: Berlusconi e le sue escort, ma anche Morandi e le sue vallette! E che gli italiani incomincino a vivere un po’ più seriamente: oscurando i programmi di Mediaset, ma anche il Festival di Sanremo!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Concordo in assoluto su tutto quello che scrivi.
Ho letto che Benigni ha devoluto i 250000 ricevuti ad un ospedale. Ha mai pensato Berlusconi spendere in beneficienza una piccola parte dei suoi soldoni ? Non credo che se l'avesse fatto, avrebbe taciuto, non è tipo.
Lola