domenica 19 agosto 2007
Il TGV e commenti sui viaggiatori.
Il TGV è un grande vanto della Francia, si sa: a ragione, aggiungo io.
Sono rientrato questa sera da un week end in Bretagna: partito venerdi' tardo pomeriggio per Le Croisic, sono rientrato stasera: facile immaginare che si tratta di uno dei week end di maggiore affollamento di agosto, e per di più ho viaggiato nelle ore di punta; 3 ore e 15 mn di viaggio all'andata e altrettante al ritorno.
Venerdi pomeriggio il treno è partito da Parigi in perfetto orario ed è arrivato a destinazione con 7 minuti di ritardo.
Oggi è partito da Le Croisic in perfetto orario, ed è arrivato a Parigi con 2 minuti di anticipo.
Mi spiazza sempre un po' prendere un treno che parte in orario e arriva in orario, abituato ancora ai treni italiani. Non riesco a capire come un treno possa arrivare in orario: c'è della magia nera, dei riti woodoo?
Quando chiami qualcuno per venirti a prendere alla stazione in Italia dici sempre: "DOVREI arrivare alle..."; qui dici: "ARRIVO alle ...".
Si parla sempre al condizionale in Italia quando si ha a che fare con i treni: è una bella forma il condizionale, ma a volte sarebbe simpatico non doverlo utilizzare.
Anche linguisticamente le frasi sarebbero più semplici in Italia se i treni fossero in orario.
Si spenderebbe meno in chiamata dai cellulari ("ti chiamo di nuovo per dirti che abbiamo accumulato un'altra ora di ritardo...Siamo fermi in mezzo alla campagna, non si sa perché, non si sa quando ripartiamo: ti chiamo dopo..." ) se i treni fossero in orario.
Che ci sia la mano lunga delle compagnie telefoniche dietro i ritardi dei treni?
Un tempo la leggenda narrava che la rete ferrioviaria in Italia è sempre stata trascurata per favorire lo sviluppo di quella stradale e di conseguenza l'industria automobilistica (leggi: la Fiat).
Vuoi vedere che ora dietro il ritardo dei treni c'è la Vodafone o la Tim?
Un servizio ferriovario scadente rappresenta un grosso handicap per un paese industrializzato: mi sembra una banalità cosi' banale che mi sento banale ad averla ripetuta.
Come si puo' pensare che la gente lasci a casa l'auto quando un servizio essenziale come quello ferroviario non funziona bene? Forse se i servizi comuni funzionassero bene avremmo meno difficoltà ad usare quelli personali. I TGV in Francia sono sempre pieni e sono un'alternativa valida agli aerei e all'auto. Per andare a Le Croisic in auto ci metti circa 5 ore, in treno 3 ore e 15, senza ritardi o imprevisti supplementari, senza la noia di dover guidare, di fermarti per riposarti e di arrivare stanco, senza la paura di trovare degli ingorghi rientrando a Parigi la domenica pomeriggio. Allora si' che conviene prendere il treno, a meno che non ci siano esigenze particolari: mi sembra un discorso molto logico e banale.
A parte questo, la cosa che mi colpisce molto quando viaggio in TGV in Francia è il piacere del viaggio: i francesi in treno sono particolarmente educati e discreti. Durante il viaggio di oggi, più di 3 ore, ho sentito solo due telefoni squillare, a suoneria molto bassa per di più (e parlo di carrozze "open", non divise in scompartimenti chiusi da 6 posti).
Il primo ha scambiato qualche parola a voce molto bassa e ha messo giù, l'altro dopo aver risposto si è spostato in corridoio per parlare (dove 'è l'adesivo che indica che si puo' parlare al cellulare).
I francesi parlano a voce molto bassa al cellulare in treno, ma anche quando parlano tra loro: è molto difficile essere disturbati dalla conversazione di quelli che siedono dietro di te, perché hai difficoltà a sentirli.
Socializzano poco, non si lanciano in discussioni sul tempo o sul week end appena trascorso con il proprio vicino; so che alcuni trovano questo molto triste e grigio. Io no.
E' vero che ogni tanto capita di fare qualche conoscenza interessante in treno, pero' è vero che spesso sono chiacchiere al vento, parole inutili "celebrative del nulla" di cui non io non sento l'esigenza.
Preferisco fare un viaggio di 3 ore con una persona a fianco di cui non so niente piuttosto che non poter fare nulla in treno (leggere, ascoltare della musica, guardare il paesaggio o semplicemente riposare) perché c'è gente che gioca a carte urlando, che parla a voce alta, che urla al cellulare, o, peggio, che sperimenta tutte le suonerie del suo cellulare in cerca della migliore.
E' vero che ci puo' essere una via di mezzo, magari anche piacevole, pero' tra i due esempi estremi che mi sono sempre capitati, preferisco l'estremo francese.
Altra osservazione: perché molte persone, soprattutto in Italia, tengono la suoneria del cellulare al massimo volume in treno? Cazzo, posso capire quando sei in scooter, quando sei in mezzo al traffico che hai necessità di mettere il volume massimo, pero' una volta arrivato in treno si puo' anche abbassare la suoneria e metterla ad un volume più basso. Posso capire la vecchina di 96 anni che non sa come regolare la suoneria, pero' ci sono giovani che con il cellulare sanno fare anche la pasta di casa e per contro sembrano non conoscere quel meraviglioso menu che consente loro di abbassare il volume della suoneria.
Che esigenza c'è di svegliare chi riposa o disturbare chi legge ogni volta che ricevi un sms o una chiamata? Ed è proprio necessario far sapere i cazzi tuoi mentre parli a voce alta al cellulare beatamente dal tuo posto senza avere l'accortezza di andare nel corridoio?
I francesi in treno leggono molto: le carrozze dei TGV a volte sembrano delle vere sale di lettura, non delle carrozze di treno. Leggono soprattutto romanzi, poca informazione o giornali. E leggono, leggono, non si fermano mai.
Anche i bambini francesi parlano a bassa voce sui treni. A parte il fatto di avere l'esempio dei genitori che parlano a bassa voce, forse qualcuno ha anche spiegato loro che se urlano PUO' capitare di disturbare gli altri. Molto bambini italiani invece questo concetto non lo conoscono: se vedi in un aeroporto internazionale un bambino che urla, che parla a voce alta, hai buone probabilità che sia italiano. In Italia il bambino è il re della famiglia, comanda lui. A lui tutto è autorizzato.
Ma dell'educazione dei bambini parlero' in altro post perché è un tema su cui mi capita di riflettere molto da quando abito in Francia e da quando mi sono reso conto che essere "madre" non vuol dire necessariamente essere "madre nevrotica".
Ovviamente seguirà anche il post sulla Bretagna, regione che mi affascina moltissimo.
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4 commenti:
j'aime bien le regard des autres sur les francais (j'ai lu cet article d'apres libération).
bon j'ai fait appel a la traduction automatique de google, ce qui n'est pas extraordinaire mais donne le sens général.
sur le fond,
j'ai expérimenté et préfère les train suisse ou on a des voiture silence, ou le silence est réel. En france il m'arrive assez souvent d'etre géné de la sonnerie d'un portable, mais on est loin de ce qui semble se passe de l'autre coté des alpes...
Moi aussi je suis très intéressé de decouvrir la vision des autres sur mon pays, même si parfois c'est un regard trop dur (par example la presse française).
En France il est vrai que dans le TGV les gens sont très discretes, mais on ne peut pas dire le même pour qui voyage en RER...
Ciao CC
Mi piace sto blog!
Io sto a Lione (ci sono nato veramente).
per quanto riguarda il ritardo italiano, è legato, secondo me, a fattori economici e tecnologici, ovviamente, ma anche di natura del territorio. Pensa che il TGV che parte da Brussel e arriva a Marsiglia non deve attraversare nemmeno una collina, mentre in Italia se vuoi fare 100km e non sei sulla pianura padana, devi forare 40 tunnel...
Cmq sia, confido nella Torino-Lione che magari, quando saro vecchio, mi permetterà di andare in Italia tranquillo lasciando la macchina a casa!
un saluto
UcCaBaRuCcA: grazie per i complimenti. Sono d'accordo che il territorio italiano e quello francese sono molto diversi, ma a livello di rete ferroviaria vedo tanta differenza, che non penso si possa spiegare solo con questo fattore.
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