lunedì 23 febbraio 2009

Un film: The wrestler.

USA, 2008. Regia di Darren Aronofsky.
Giovedi' scorso.

La vecchia, acciaccata e solitaria ex star del catch Randy Robinson, dopo 20 anni dal suo ultimo grande incontro, vive esibendosi in piccole palestre e dorme in una vecchia roulotte, tra problemi i soldi e di affitto.
Durante un incontro ha un attacco cardiaco e il dottore gli proibisce di combattere ancora.
Deciso a lasciare il catch, cerca di riallacciare con la figlia e di instaurare una relazione stabile con una donna che per vivere fa gli strip tease serali in un bar.
Intanto sente la passione del catch ritornare in lui.

Ottima interpretazione di Mickey Rourke, vero pilastro della pellicola: il film è bello, anche se non il capolavoro che inconsciamente mi aspettavo.

Alcune scene sono difficili da guardare per la durezza con cui il regista inquadra i particolari del corpo martoriato dagli incontri di catch.

Splendida la canzone di Bruce Springsteen, The wrestler, sui titoli di coda.

Voto di Kurtz: cuoricino.

Un film: Tony Manero.

Chile, Brasile, 2008. Regia di Pablo Larrain.
Cinema Arlequin, febbraio 2008.

Fine anni 70, Chile: un uomo meschino sulla cinquantina si prepara per la finale di ballo di una trasmissione televisiva, in cui competono i sosia di Tony Manero (il protagonista de La febbre del sabato sera).

Uno dei film più brutti che ho visto negli ultimi anni: se non fossi stato in compagnia me ne sarei andato dopo 15 minuti. Telecamera a mano sempre appiccicata all'odioso protagonista, uso smodato dello sgranato (telecamera a mano e sgranato, che accoppiata!), assenza di musica extradiegetica, nessun tentativo di coinvolgere lo spettatore che sprofonda nella sua poltroncina sognando il mondo esterno, irrilevante descrizione del Chile negli anni della dittatura.

Voto di Kurtz
: ceffone.

Un breve commento sul sito delle SNCF.

Mi è capitato spesso di parlare molto male del sito di Trenitalia, sito che se un giorno diventero' programmatore di pagine web terro' sempre a portata di mano come sito a cui NON ispirarmi, e di tessere le lodi di quello delle SNCF, le ferrovie francesi, sito decisamente più chiaro e semplice di quello Trenitalia.

Ieri pero' una delusione: ho provato 3-4 volte di seguito a prenotare un biglietto Parigi Barcellona alla conveniente tariffa di 70€+70€, ma una volta scelto il treno e la tariffa, un ambiguo messaggio di errore mi ha impedito di proseguire la prenotazione.

Il messaggio è: Suite à une erreur technique, nous vous invitons à réessayer ulteriorement.

Tradotto suona cosi': A causa di un errore tecnico, vi invitiamo a riprovare più tardi.

Ho pensato ad un problema di aggiornamento software o di sovraffollamento del sito. Niente di tutto questo: chiamata la SNCF, questa mi ha risposto che si tratta semplicemente della mancanza di posti per la tariffa da me selezionata.

Cosa ci vuole a dare un messaggio più chiaro, oppure scrivere al momento della scelta della tariffa che non ci sono più posti disponibili?

Misteri di chi progetta i siti web...

mercoledì 18 febbraio 2009

Scoop sensazionali: vola la berretta del Papa.

Va di moda parlare male della stampa e dei media in generale. Io ne sono un esempio lampante.

In alcuni casi pero' bisogna riconoscere che ci rendono partecipi di notizie ed immagini sconvolgenti.

Per esempio l'immagine che segue, in cui è immortalato il Papa che perde la papalina, estratta da un servizio fotografico pubblicato da Repubblica on line a questo indirizzo:


P.S.: grazie a Diego per la segnalazione.

martedì 17 febbraio 2009

Le migliori pizzerie di Parigi secondo Le Figaro.

A questo indirizzo trovate la lista delle migliori pizze a Parigi secondo Le Figaro: le migliori risultano quella del Bistrot Napolitain, nell'ottavo, e quella di Pizza Chic, nel sesto.

Ambasciator non porta pena...

Un film: Les plages d'Agnès.

Regia di Agnès Varda, Francia 2007.

L'ottantenne regista Agnès Varda racconta la sua vita in immagini.

Delizioso documentario autobiografico con elementi surrealistici: la vita della regista a partire dalla sua infanzia, il suo ingresso nel cinema, i viaggi, gli incontri con molti grandi attori del cinema francese, l'amore per il defunto marito Jacques Demy.

Indispensabile per chi ama il cinema.

Voto di Kurtz: cuoricino.

Un film: L'autre.

Francia 2009. Regia di Patrick Mario Bernard e Pierre Trividic.
Visto a Parigi, seconda decade del grigio febbraio 2009.

Una donna ed un uomo insieme: lei lascia lui per avere più libertà, ma vorrebbe nello stesso tempo continuare a vederlo ogni tanto. Lui incontra un'altra, lei reagisce male.

Nonostante un buon inizio, con un'ottima regia, il film diviene in seguito insignificante: quando si capisce l'andazzo, la storia non offre nulla di nuovo, cosi' come la psicologia della protagonista non viene scavata a fondo lungo il film.

Voto di Kurtz: indifferente.

Un film: Låt den rätte komma in

Titolo francese: Morse.
Svezia, 2008. Regia di Tomas Alfredson.
Mk2 Hautefeuille, 16/02/2008

Tranquilla e innevata cittadina della Svezia: arrivano un uomo e una ragazzina. Iniziano degli strani omicidi in città. La ragazzina e un timido ragazzo del luogo iniziano una storia di amicizia e di amore platonico. Piccolo inconveniente: lei è un vampiro.

Se andate a vedere questo film pensando di assistere ad un horror, probabilmente sarete delusi: le scene di sangue sono sempre fuori campo, e il poco sangue che si vede non fa impressione né paura. Dopo aver visto il film ieri notte sono riuscito anche a dormire senza luce accesa!

La storia d'amore tra il dodicenne Oskar e la perennemente dodicenne Eli è filmata con grande delicatezza: ne risulta un film molto bello sull'iniziazione ai sentimenti, sul passaggio alla vita adulta. Io ci ho visto anche una denuncia molto forte sull'assenza della famiglia nella vita dei ragazzi.

Voto di Kurtz: cuoricino.

domenica 15 febbraio 2009

Un film: Revolutionary Road

Inghilterra, USA, 2008. Regia di Sam Mendes.
14 febbraio 2008, Mk2 Bibliothèque. Giornata molto fredda nononstante il sole.

Mi ha deluso profondamente questo film: nonostante abbia apprezzato molto Kate Winslet (anche Di Caprio se la cava), ho trovato che il regista non sia riuscito ad andare in fondo ai temi affrontati, anzi penso che si sia soffermato superficialmente sulle schematizzazioni messe in scena: lei sognatrice e desiderosa di vivere veramente la vita, lui realista e capace di scendere a compromessi.

Avrei visto bene questo soggetto in mano al compianto Bergman, capace di entrare con ben altro spessore nella psicologia delle persone e delle famiglie.

Voto di Kurtz: indifferente.

un film: Frozen river.

USA, 2008, Courtney Hunt.
Seconda settimana di Febbraio 2009, Reflets Médicis.

Due donne, una indiana e l'altra americana, si incontrano per caso. Una nella vita si occupa di affari illeciti, l'altra, molto povera e abbandonata dal marito, cerca nel migliore dei modi di far crescere i suoi bambini, sognando una nuova casa. Il loro incontro è carico di conseguenze per entrambe.

Buon film, splendidamente ambientato alla frontiera tra lo stato di New York e il Canada, che narra una bella storia, carica di tensione e aspettative. Il film offre l'occasione al regista di affrontare più o meno superficialmente, vari temi attuali, quali l'immigrazione, il lavoro, la povertà, la comunità indiana.

Voto di Kurtz
: più.

Giornalisti.

Sono rimasto disgustato da come i giornalisti, sia di internet che della tv (per lo meno quelli che ho sentito o letto io), abbiano trattato il caso di Eluana Englaro. Il giorno dopo la morte della ragazza il TG delle 13.30 ha dedicato 15mn (su circa 25mn della lunghezza totale) alla vicenda.

I punti sollevati dal caso Englaro sono molto importanti per il paese, questo è innegabile. Quello che non mi è andato giù in questa vicenda è come i media hanno trattato la questione: non sono riusciti a prendere spunto dal caso Englaro per parlare di qualcosa di più grande (le leggi da fare, le discussioni su questioni cosi' delicate), ma sono rimasti sul caso particolare, a parlarci per giorni di una donna che stava morendo, senza nessun rispetto per la famiglia, per la donna stessa e per la morte. Forse sono un po' duro ad aggiungerlo, ma senza neanche molto rispetto per chi muore nell'ombra, senza cure, senza attenzione e senza amore da parte di nessuno.

Mi va bene se si parla 15mn al telegiornale di una futura legge che riguarda tutti, ricchi e poveri questi volta. Mi va bene se ci sono contributi interessanti alla questione, da parte di persone che sappiano dire qualcosa di più delle solite cose: non mi va pero' bene se si parla 15mn del trasferimento da clinica in clinica della Englaro, di suo padre, del suo avvocato, dell'autopsia, del funerale, dell'ispezione dei NAS, con i politici che ogni tanto escono fuori a ripetere sempre le solite cose superficiali e schematiche con i soliti toni arroganti e saccenti di chi sa di essere proprietario dell'unica verità su terra.

Mi spiegate che interesse ha parlare dei funerali di Eluana Englaro in questi giorni? A chi interessa sapere se sarà cremata o sepolta? Perché non spostiamo l'attenzione su cose un po' più interessanti e generali per la comunità italiana? Magari che prendano spunto dalla vicenda, pero' che ci riguardino davvero tutti. Sapere se la Englaro sarà sepolta o cremata non è informazione, è morbosità, è la peggiore cronaca nera che possa esistere.

Chi sulla prima pagina di Repubblica on line ha scritto di aver visto la Englaro e di non averla riconosciuta perché deperita e rovinata è una testa di cazzo che non sa fare il suo mestiere e che non ha rispetto per un cadavere ancora caldo.

Trovo che i media italiani abbiano raggiunto il livello più basso degli ultimi anni con la vicenda Englaro: sono scesi addirittura al miserrimo livello di qualità di quando è morto papa Giovanni Paolo II.

domenica 8 febbraio 2009

Un film: The curious case of Benjamin Button.

USA, 2008. Regia di David Fincher.
Mk2 Bibliothèque, 08.02.2009

La storia è ormai nota, dato che si parla molto di questo film negli ultimi giorni: il bambino appena nato Benjamin Button è abbandonato dal padre e accolto in una casa di cura per anziani da una gentile donna nera. La particolarità di Benjamin è che appena nato ha i problemi e il corpo di una persona di 80 anni, quindi sordità, pelle rugosa e altro.

Con il passare del tempo il corpo di Benjamin ringiovanisce. E cosi' decenni dopo decennio seguiamo la strana vita del protagonista negli USA e non solo: costante di tutta la vita è l'amore per Daisy, una bella ragazza appassionata di danza. Daisy è interpretata da Kate Blanchett, mentre Benjamin è Brad Pitt.

Fincher racconta in modo classico una storia poco classica, facendo anche ricorso a tecniche digitali molto avanzate: in particolare, il volto di Benjamin da piccolo e da vecchio è ricostruito e invecchiato al computer e poi 'attaccato' sopra al corpo di altri attori.
Quando ho visto il film ancora non avevo letto di questa tecnica adottata, e a volte mi sono chiesto se la poca espressività del protagonista in alcune fasi della vita del protagonista fosse dovuta ad una scelta del regista o all'attore stesso: ora mi rispondo e mi dico che forse la colpa è della tecnica adoperata, probabilmente da perfezionare.

Cate Blanchett è bravissima e bellissima come sempre. La coppia Pitt - Blanchett, già vista in Babel, funziona bene sullo schermo.

Fincher ricorre a tecniche digitali anche in altre scene del film, per esempio (suppongo) molte scene relative alla guerra. Il risultato secondo me non toglie passione al film, che invece risulta molto intimo.

E' un film che fa molta leva sui sentimenti: se siete in vena o se riuscite ad entrare nella vita e nelle emozioni dei personaggi allora lo apprezzerete, altrimenti probabilmente gli troverete un bel po' di difetti. A me è piaciuto molto per il suo parlare in modo delicato e discreto delle cose che più tormentano l'uomo: l'amore, il tempo che passa, la morte (elemento sempre presente). Alcune parti un po' lunghe, per esempio l'incontro con la ricca signora fallita nuotatrice.

Voto di Kurtz: cuoricino.

giovedì 5 febbraio 2009

Ristoranti e bar a Parigi: Le hangar

A due passi dal Centre Pompidou, in una piccola chiusa al traffico si trova il mio punto di riferimento per la cucina francese a Parigi. Fanno una cucina un po' innovativa e più o meno elaborata, a seconda delle pietanze.

Come entrée è imperdibile la crème de lentilles au fois gras (crema di lenticchie al fois gras per i non francofoni), che è in assoluto una delle cose più buone che ho mai mangiato in Francia, mentre il mio piatto principale preferito è il filet stroganoff, della tenera carne con salsa, funghi e cipolle. Attorno al piatto, come contorno, delle palline di patate molto appetitose.

Come dolce ieri ho assaggiato per la prima volta un gateau aux amandes et citron (dolce alla mandorle e limone) buono ma non al livello dei piatti salati. Ho invece assaggiato un mi-cuit au chocolat di un amico e l'ho trovato molto buono. Sconsiglio invece il soufflé au Grand Marnier, che ho preso un paio di volte e non ho trovato buono (a proposito: il soufflé è abbondante, puo' bastare per due persone).

I piatti di pesce non li ho assaggiati, ma i miei amici che ieri li hanno presi sembravano contenti.

Costo: tra i 35-40€ a persona per un pasto completo e vino.

Il personale è cortese e il servizio veloce.

Non accettano carte di credito né tickets restaurant. Di sabato è consigliato prenotare.

Indirizzo: 12 impasse Berthaud, 75003 Paris.

lunedì 2 febbraio 2009

Computer HP: finalmente riparato.

Finalmente il mio portatile HP è rientrato a casa, riparato ed in ottima forma. Ne avevo parlato già qui e anche qui.

Dunque, al mio computer sono state effettuate le seguenti operazioni:
1. Aggiornamento del bios. Ora la ventola si accende più raramente, mentre prima era un rumore costante. Penso abbiano dato anche una bella pulizia alla ventola stessa perché mi pare molto più silenziosa.
2. Scheda video sostituita
3. Schermo e dorso del pc sostituiti.

Unico problema: non so se è una questione di driver da aggiornare, ma se non imposto la massima risoluzione per lo schermo, la qualità è pessima. Mi ritrovo quindi una risoluzione di 1680x1050 su un 16.9 pollici. E' tutto cosi' infinitamente piccooooooooooooooolo sullo schermo.

Per la riparazione non ho speso nulla: un corriere è venuto a prendere il pc e l'ha riportato. Il pc è stato assente dalla mia casetta 4 settimane.

Prima di consegnarlo al corriere il supporto avrebbe dovuto inviarmi un codice di riparazione da allegare al pc: niente, mai ricevuto.

Il laboratorio avrebbe dovuto mandarmi due sms: uno alla ricezione del computer, l'altro il giorno prima della riconsegna. Sms mai ricevuti.
Un giorno pero' mi hanno chiamato per informarmi che non avevano i pezzi in magazzino e che hanno dovuto ordinarli.

Ciascuno tragga le proprie conclusioni: le mie sono di un supporto-servizio di riparazione un po' lento (da quando ho contattato il supporto per la prima volta sono passate circa 6 settimane o poco meno) e di mancanza di comunicazione tra il supporto e i laboratori di riparazione.

Il pc è a casa, per ora mi basta. Speriamo tiri avanti qualche altro tempo ancora.

domenica 1 febbraio 2009

Un film: The deer hunter.

In italiano: Il cacciatore.
USA, 1978. Regia di Michael Cimino.
Visto in dvd, un pomeriggio di gennaio, durante i giorni della merla del 2009.

5 amici in Pennsylvania, operai: 3 di loro partono per la guerra del Vietnam.

Grande ennesimo film sulla guerra del Vietnam: interessante perché non si concentra solo sulla guerra, ma anche sugli effetti di questa sulla vita dei protagonisti, sul loro rientro a casa. Paradossalmente, la parte relativa alla guerra è più corta e sintetica delle altre.

Il principale difetto del film è l'eccessiva lunghezza della prima parte, che parla dei protagonisti prima della loro partenza e ci introduce nel loro ambiente: un'ora di film in cui succede poco, in cui tutto è dilatato (la caccia al cervo, le bevute tra amici, il matrimonio...) e ha poco interesse.

Tra gli attori spiccano un giovane Robert de Niro, un efficace Christophen Walken e una brava e bella Meryl Streep.

Non ho la certezza che sia cosi', ma mi piace immaginare The deer hunter alla base di alcune canzoni di Bruce Springsteen sulla guerra del Vietnam, come Shut out the light e Born in the USA.

Voto di Kurtz
: cuoricino.


SHUT OUT THE LIGHT


The runway rushed up at him
as he felt the wheels touch down
He stood out on the back top
and took a taxi into town
He got out down on Main Street
and went into a local bar
He bought a drink and found a seat
in a corner off the dark

Well she called up her mama
to make sure the kids were out of the house
She checked herself out in the dining room mirror
And undid an extra button on her blouse
He felt her lying next to him,
the clock said 4:00 am
He was staring at the ceiling
He couldn't move his hands

CHORUS
Oh mama mama mama don't go away
I've got the shakes and I'm gonna be sick
Throw your arms around me in the cold dark night
Hey now mama don't shut out the light
Don't you shut out the light
Don't you shut out the light
Don't you shut out the light
Don't you shut out the light

Well on his porch they stretched a banner
that said "Johnny Welcome Home"
Bobby pulled his Ford out of the garage
and they polished up the chrome
His mama said "Johnny oh Johnny,
I'm so glad to have you back with me"
His pa said he was sure they'd give him his job back
down at the factory

CHORUS

Well deep in a dark forest,
a forest filled with rain
Beyond a stretch of Maryland pines
there's a river without a name
In the cold black water
Al Johnson out here stands
He stares across the lights of the city
and dreams of where he's been

CHORUS

Traduzione da http://www.loose-ends.it

SPEGNI LA LUCE

La pista d'atterraggio gli correva d'avanti
Mentre sentiva le ruote toccare terra
Rimase in piedi sul nero asfalto
E prese un taxi per la città
Scese in Main Street
Ed entrò in un bar locale
Comprò da bere e si trovò una sedia
In un angolo al buio

Lei chiamò sua madre
Per assicurarsi che i bambini fossero fuori casa
Controllò il suo aspetto nello specchio della sala da pranzo
E sbottonò un altro bottone della sua camicetta
Lui la sentì sdraiarsi al suo fianco
L'orologio segnava le 4:00 am
Lui fissava il soffitto
Senza riuscire a muovere le sue mani

CORO
Oh mamma mamma non andar via
Sto tremando e mi ammalerò
Getta le tue braccia intorno a me in questa notte fredda e buia

Hey mamma non spegnere la luce
Non spegnere la luce
Non spegnere la luce
Non spegnere la luce
Non spegnere la luce

Sul suo porticato misero uno striscione
Che diceva"Johnny bentornato a casa"
Bobby tirò fuori dal garage la sua Ford
E pulì le parti cromate
Sua mamma disse "Johnny oh Johnny
Sono così felice di averti qui con me"
Suo padre gli disse che era sicuro che gli avrebbero ridato il suo lavoro
Giù alla fabbrica

CORO

Nel mezzo della scura foresta,
Una foresta riempita di pioggia
Dietro una fila di pini del Maryland
C'è un fiume senza nome
Nell'acqua scura e fredda
Al Johnson là fuori è in piedi
E fissa le luci della città
E sogna dove è stato

CORO

Ristoranti e bar a Parigi: Lao-Thai.

128 rue de Tolbiac, 75013 Parigi.

In pieno quartiere asiatico, questo ristorante è uno dei miei punti di riferimento nella villa lumière, avendo iniziato a frequentarlo fin dai miei primi giorni di vita francese, ormai 4 anni e mezzo fa, grazie ad un amico innamorato della Thailandia e della sua cucina.

Oltre quella thailandese, propongono anche cucina del Laos: la qualità è buona e i prezzi ottimi. Facendo attenzione con 20€ si riesce a prendere una entrée, un piatto e anche un dolce (o frutto).

I miei piatti preferiti sono la salade Yam Sapparod (ananas, cipolla, noce di cocco grigliata, noccioline e gamberetti - anche se gli accostamenti possono sembrare brutali il risultato finale è ottimo) da mangiare con del riso gluant, l'immancabile Pad Thai (sorta di spaghetti con gamberetti, uovo e carne di maiale) e ultimamente ho scoperto anche un ottimo piatto di salmone fritto.

L'ambiente è molto spartano ed essenziale. Il personale non è il massimo come cortesia ed efficienza, ma ci si abitua se ci si va spesso.

Accettano i ticket restaurant anche il week end.