domenica 13 maggio 2007

Impressioni fugaci sui media francesi.

Da quando ho iniziato a seguire con un po' di interesse la stampa e la tv francese, ho l'impressione che il livello di entrambe sia estremamente basso.

In accordo con Antonio Capranica, ex corrispondente Rai a Parigi, che questa sera alla trasmissione di Fabio Fazio esponeva le sue opinioni sulla Francia, direi che i media francesi mi sembrano 'omertosi'.

Per esempio, il giornalismo investigativo, in Italia ben presente a vari livelli (Report per la tv, le inchieste dell'Espresso con i suoi giornalisti infiltrati, Le Iene e Striscia la notizia più in piccolo...) mi pare non esista proprio. E' probabile esista, ma io non mi ci sono mai imbattuto, cosi' come non ho mai viste una trasmissione a difesa dei consumatori come Mi manda Rai3.

Anche quando vedo un banale telegiornale, mi sembra che tutto sia molto leggero, per lo meno per quanto riguarda la politica francese e la Francia in generale.

La più famosa rivista dei consumatori, Que Choisir, non regge il confronto con l'omologa italiana Altroconsumo in quanto ad approfondimento.

I documentari sulla natura, i documentari storici, i reportage dagli altri paesi, invece, sono fatti molto bene. Basti pensare a quanti ottimi documentari francesi sono usciti nelle sale di tutto il mondo (Il popolo migratore, Microcosmos, La marche de l'empereur...).

A meno che non ci sia da parlare bene della Francia e delle sue imprese, come il record di velocità mondiale del TGV, o il primo volo del gigantesco nuovo Airbus partito da Toulouse, le informazioni sulla Francia sono molto leggere.

L'autocompiacimento invece non manca mai. Se durante un servizio parlano degli Champs Elysée, subito aggiungono "La avenue più bella al mondo" (commento mio: si tratta di uno stradone a 2-3 corsie per senso di marcia mai chiuso al traffico, con aria irrespirabile e niente di particolare da vedere, se non le vetrine dei grandi stilisti a prezzi inaccessibili), se parlano della Place des Voges non mancano di aggiungere "La piazza più bella al mondo" (commento: senza nulla togliere alla bella Place des Voges, sono mai stati questi giornalisti a Piazza di Spagna o a Piazza Navona? E a piazza del Pantheon a Roma?), se parlano del verde di Parigi non dimenticano di aggiungere che Parigi è "la capitale più verde d'Europa" (commento personale: da questo documento, redatto, tra gli altri, da Legambiente, non sembra proprio che sia cosi'). Se invece il soggetto è il sistema sanitario francese, ovviamente segue la frase "il migliore sistema sanitario al mondo", cosi' come il sistema di trasporti dell'intera ragione parigina.

Le mie sono solo le impressioni di un lettore saltuario e di un utente televisivo inconstante. E' probabile che mi sbagli, è probabile che la mia attenzione registri solo le cose che non mi piacciono. Non lo so precisamente, per questo sono stato cauto e ho parlato solo di impressioni.

Sull'Espresso del 10 maggio 2007, pero', queste mie impressioni sembrano trovare qualche conferma: a pagina 51 scopro infatti che:

  1. - Il primo editore francese, Arnaud Lagardère, leader mondiale della stampa periodica (gruppo editoriali Hachette), è anche il secondo produttore di armi del paese e presente nell'industria aeronautica e militare.
  2. - Il proprietario della prima rete televisiva, TF1, Martin Bouygues, è costruttore di prigioni, autostrade, centrali nucleari, aeroporti, linee Tgv e grandi opere pubbliche.
  3. -L'editore del quotidiano conservatore "Le figaro", Serge Dassault, produce armi e aerei di caccia.
Questi industriali, nonché padroni dell'informazione (TF1 sembra sia il canale più visto non solo in Francia, ma anche in tutta l'Europa; il gruppo editoriale Hachette è presente anche in Italia) lavorano ovviamente a stretto contatto per il governo.

Un giornalista di TF1 potrà mai fare un reportage in libertà sullo stato delle autostrade francesi, o su un'eventuale storia di corruzione per la costruzione di un tratto autostradale?

Come editoriale di Le figaro, potrà mai essere pubblicato un articolo che critica il governo per un'eventuale decisione dell'aumento della spesa militare?

Voilà il conflitto d'interessi alla francese.

P.S.: Tutti questi grandi editori dell'informazione e industriali sono amici di Sarkozy.

6 commenti:

Andrea C. ha detto...

Ti pongo invece il mio punto di vista da distratto e lontano osservatore della vita francese. Penso che lì ci sia un maggiore senso dello stato, che la burocrazia sia meno mastodontica ed invasiva e che il cittadino sia leggermente meno "indignato" che in Italia e come tale cerchi meno l'approfondimento giornalistico aggressivo. Per quanto riguarda i vari "Report"&Co di cui sono accanito e interessato spettatore a volte mi sembrano l'ora d'aria concessa a un carcerato. Mi spiego meglio: è come se fosse il prezzo che il potere soffocante e totalitario della ricca informazione paga, per poter sostenere che in Italia ciascuno può dire quello che vuole, mentre il 98% del palinsesto vuole premeditatamente addormentare le cosscienze.

Ciao Kurtz, è sempre un piacere parlare con te

Unknown ha detto...

caro colonnello,
dell'autocelebrazione dei francesi sappiamo parecchio. Adesso anche grazie a te!
Resto dell'idea che quell'ora d'aria concessa ai carcerati sia meglio di niente; è vero che tendiamo a sputarci addosso, da bravi italiani, ma l'altro aspetto della medaglia è proprio dato dalla nostra capacità di tentare di non negare l'evidenza...Poi magari si cambia tutto per non cambiare niente...
a differenza di altre popolazioni che, per dire che "va tutto molto bene" non aprono neppure una scatoletta di tonno.
PS. Sarkozy 167 cm
Berlusconi 160 cm...anche qui ci superate ampiamente!!

giRolLO ha detto...

Ciao Guido, trovo molto interessante il tuo punto di vista, ma anche quello di Andrea C. . Io ho sempre amato la cultura francese, l'arte, il cinema. Ma non ritengo la Francia molto diversa dagli Stati Uniti d'America in quanto a democrazia. Però per me il paese più democratico al mondo è la repubblica di Transinistria(riconosciuta solo dalla Russia), quindi questo post penso sia molto in linea con il titolo del blog.

Colonnello Walter Kurtz ha detto...

Andrea C.

Ti posso assicurare che la burocrazia è mastodontica ed invasiva anche qui, anche se mi pare che funzioni un po' meglio.

Per quanto riguarda l'indignazione del cittadino, più che meno "indignato", ho l'impressione che il cittadino sia meno interessato a molti problemi.

Questa mia impressione potrebbe essere confermata dalle bassissime vendite dei quotidiani (Ouest France 700 mila copie, Le Monde e Le Figaro 300 mila copie...)

coltrane ha detto...

vorrei aggiungere a quanto detto, sperando di non scadere troppo nel cicaleggio da bar, che credo che l'ora d'aria famosa sia concessa anche perchè priva di conseguenze concrete nella stragrande maggioranza dei casi. Nella passata legislatura, ad esempio, nonostante si sapesse della depenalizzazione del falso in bilancio, della cirielli e via dicendo, nessuno ha fatto nulla (qualche girotondo, certo, ma i provvedimenti in questione sono passati ugualmente). Nonostante le inchieste giornalistiche sugli appalti, i costi delle grandi opere pubbliche e via dicendo, le cose continuano ad andare praticamente allo stesso modo. Credo che il nostro sia un paese talmente anestetizzato che tutti possono dire quello che pensano (o quasi) perchè tanto chi sta ad ascoltare o non sente o non reagisce. Se no come si farebbe ad avere a che fare ancora con De Michelis o Cirino Pomicino??!
Un ultimo appunto sull'indolenza dell'italiano medio (me compreso, è chiaro): cosa si è fatto quando un presidente del consiglio ha sbattuto fuori dalla rai 3 giornalisti scomodi (c.d. editto di sofia)?!

Colonnello Walter Kurtz ha detto...

Coltrane,

Je ne suis pas d'accord avec toi.

Ieri sera all'inizio di Report è stato ripreso l'argomento del finanziamento pubblico ai quotidiani, argomento già trattato approfonditamente un anno fa dalla stessa trasmissione.

Dopo quella puntata il nuovo governo ha reso un po' più trasparente il meccanismo del finanziamento: se non ho capito male, ora se un quotidiano gode di finanziamenti pubblici deve dichiarare pubblicamente nelle pagine del quotidiano stesso l'ammontare di cui ha beneficiato.

Certo, sono piccole cose, ma contano.

Per quanto riguarda cose più consistenti, per esempio la legge come la depenalizzazione del falso in bilancio a cui accenni tu, come fai ad impedire che venga approvata? Al massimo puoi manifestare, fare girotondi, ma se la maggioranza del parlamento è d'accordo non puo' che passare. E' una faccia della democrazia anche questa: è la maggioranza che fa le leggi, non i girotondi. E questo mi rassicura, sinceramente.

Non si puo' negare inoltre che le indagini giornalistiche e un buon giornalismo in generale possono dare al cittadino un'orientazione su chi votare alle prossime elezioni.