mercoledì 2 maggio 2007

Perdono.

Ieri, durante i funerali di Alessia, il prete che ha celebrato la messa ha detto:

"Vi chiedo di perdonare chi si è macchiato di un crimine così assurdo. Non c'è più spazio per le parole è tempo di agire ma non con la violenza, con l'amore. L'amore, silenzioso, è fecondo, il rancore, rumoroso, uccide. Perdonando dareste una lezione a tutta Italia".

Il perdono fa parte della cultura cattolica, si sa.
Le parole del prete non mi stupiscono, tempistica inopportuna a parte - come chiedere di perdonare quando il cadavere è ancora caldo? - ma mi stupisce ancora di meno la reazione dei presenti - "No, mai. Ergastolo!", reazione del tutto umana e comprensibile ("Una piccola vendetta è più umana di nessuna vendetta", F. Nietzsche).


Qualche mese fa tutta l'Italia ha seguito il caso di Welby.
In quel caso la Chiesa non perdono' Welby, un uomo che per sua scelta decise di non vivere più perché costretto ad una vita innaturale ed indegna: la Chiesa rifiuto' il funerale religioso a Welby, dimostrando di essere del tutto estranea non solo al concetto di perdono (semmai abbia senso parlare di perdono in un caso simile) ma anche, e ben più grave, a quello di pietà.

Il Vicariato di Roma cosi' si espresse sulla vicenda in seguito alla morte e ai mancati funerali religiosi di Welby :

"In merito alla richiesta di esequie ecclesiastiche per il defunto Dott. Piergiorgio Welby, il Vicariato di Roma precisa di non aver potuto concedere tali esequie perché, a differenza dai casi di suicidio nei quali si presume la mancanza delle condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso, era nota, in quanto ripetutamente e pubblicamente affermata, la volontà del Dott. Welby di porre fine alla propria vita, ciò che contrasta con la dottrina cattolica (vedi il Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2276-2283; 2324-2325). Non vengono meno però la preghiera della Chiesa per l’eterna salvezza del defunto e la partecipazione al dolore dei congiunti".

La Chiesa chiede di perdonare ma non perdona.


1 commento:

Unknown ha detto...

Caro Poerio, sul mio blog ho scritto questo intervento che voglio condividere con te, con l'inciso che se non ti piace puoi liberamente toglierlo, un abbraccio, Tina
"L'altra notte, a causa di una delle mie ricorrenti crisi di addormentamento, ho rivisto alcuni spezzoni della trasmissione, andata in onda nel 2000/2001 , l'Ottavo Nano.

Ricordo vagamente che i quel periodo mi trovavo all'Università e trovavo la trasmissione un po' blanda, molto meno cattiva delle altre dei fratelli Guzzanti.

A sei anni di distanza mi sono sentita male.

Oggi buona parte di quello che è dato in onda nel 2001 creerebbe scompensi cardiaci a parlamentari di destra e sinistre, solleverebbe ondate di sdegno parlamentare, sarebbe censurato dopo 30 secondi, ed il Vaticano scaglierebbe anatemi.

Quello che nel 2000 era ordinaria amministrazione, oggi sarebbe oggetto di interroganze parlamentari, di interminabili editoriali di Feltri, di spaccature delle italiche opinioni tra innocentisti e colpevolisti, alla gogna Guzzanti evviva la libertà di pensiero.............

Sento un dolore metafisico, che mi rugge dentro.
O mia patria sì bella e perduta..."