mercoledì 11 luglio 2007

Una brutta esperienza con la Société Générale.

Uno dei tanti week end di giugno sono andato a Bologna, in vacanza per 3 giorni: dopo il primo giorno avevo necessità di prelevare dei soldi, essendo rimasto a secco. Provo al primo bancomat che incontro: freddamente e incurante delle mie necessità lo sportello bancario mi risponde che ha avuto disposizioni dal mio istituto bancario di restituirmi la carta. Il motivo è ignoto.

Riprovo in altri sportelli, almeno una decina, nei due giorni che seguono. Niente da fare. Provo anche a pagare degli acquisti presso un negozio di abbigliamento con la carta ma niente. 'Autorizzazione negata' è il messaggio questa volta. Fortuna che avevo un'altra carta di credito sul conto del babbo, che mi ha evitato di chiedere soldi in prestito agli amici.

Il giorno dopo il mio rientro in Francia mi reco alla filiale della Société Générale dove ho il conto. Mi rivolgo alla madame allo sportello e le spiego il mio problema: mi fa inserire la carta in una macchinetta, digitare il codice, fa dei controlli al PC, anzi all'ordinateur, e mi dice che non le risulta nessuna anomalia. Forse ho raggiunto il plafond settimanale o mensile, ma non è un'informazione a lei disponibile.

Mi consiglia di rivolgermi alla mia consigliera, madame S.M.

Io quando penso ai termini 'consigliere e consigliera' mi viene in mente Robert Duvall ne Il padrino: una persona affidabile, muta come una tomba, che farebbe qualsiasi cosa per te.

La realtà, si sa, non è come i film. Avevo già avuto un contatto diretto con la mia consigliera, qualche mese fa, quando sono andato a chiderle delle informazioni sui prestiti immobiliari. In quell'occasione, siccome non volevo fare brutta figura, mi ero documentato qualche giorno prima sull'argomento. Durante il colloquio ho scoperto che ne sapevo più io che lei.

Be', ritorniamo alla carta che non ha funzionato. La mia consigliera si mette a girovagare nei software a sua disposizione per scovare eventuali anomalie nella mia carta e nel mio conto, pero' non trova nulla. Continua a chiedermi se sono sicuro che i bancomat abbiano rifiutato la mia carta in Italia, cosi' come se sono sicuro che non ho potuto pagare in negozio. Io continuo a dirle di si', e le chiedo anche come avrei fatto se mi fossi trovato in un altro paese e senza l'altra carta.

Dopo un quarto d'ora che brancolava nel buio, la sua risposta è stata: "non c'è nessun problema, forse è stato un problema temporaneo, la prossima volta che andrà in Italia la carta funzionerà.
Se la prossima volta che è all'estero la sua carta non funziona mi chiami subito cosi' facciamo delle indagini a caldo". E mi rifila il suo biglietto di visita in cui si specifica bene che è consigliere alla SG.

Io: "domani devo andare in Italia di nuovo. Dovro' pagare l'hotel con la carta di credito e vivere per almeno 4-5 giorni. Non vorrei trovarmi nella situazione di dover usare l'altra carta o trovarmi in situazioni imbarazzanti".

Il giorno dopo sono a Milano. Prelievo; niente.
Chiamo la consigliera; fortunatamente la consigliera non c'era: mi risponde un consigliere molto gentile (dalla voce sembrava Robert Duvall) al quale spiego un po' innervosito il mio problema. Senza perdersi in troppe chiacchiere, forse perché ha intuito dal tono che avevo un diavolo per capello (e vi posso assicurare che sono tanti) il consigliere mi passa un ufficio di gestione delle carte di credito (non so se interno o esterno alla banca).
La mademoiselle (l'ho intuito dalla voce il suo status), molto gentilmente, mi dice che la mia carta di credito è stata bloccata sui prelievi all'estero perché "in Italia ci sono molte frodi di carte di credito e lei ha provato a prelevare la prima volta da uno sportello in cui sono passate molte carte clonate". Cosi' il servizio l'ha fermata per sospetto tentativo di frode.

Benissimo, ottimo servizio, dico io. Eccellente che impediate ai clonatori di fottersi i miei soldi, pero' datemi la possibilità di comprarmi un paio di scarpe quando sono in Italia e di pagare in pizzeria. Perché nessuno mi ha fatto una fuckin' telefonata, perché sul mio conto online non c'era neanche un messaggio che mi avvertiva che la mia carta è stata bloccata per i prelievi e pagamenti all'estero?

Lei, molto seraficamente: "questo lo deve vedere con la sua consigliera. E' compito suo avvertirla in caso di carta bloccata, lei ne è al corrente. Mi conferma che lei ha provato a prelevare 60€ 15mn fa a Milano?" Si', lo confermo. Bene, allora tra un paio d'ore la sua carta sarà sbloccata.

E cosi' fu.

Qualche osservazione.

1. Perché il sito della banca non mi dice, accedendo al mio conto online, se ho raggiunto o sto per raggiungere il plafond? Per vedere se era un problema di plafond, infatti, a Bologna sono andato in un internet point, ho acceduto al mio conto online e ho dovuto sommare tutte le spese del mese e della settimana. Un po' brutale questo metodo nel 2007. Mi aspetto dei software un po' più evoluti da un grosso gruppo bancario, uno dei più grossi di Francia.

2. Perché sul mio conto online non ho trovato un messaggio che mi dicesse che la mia carta era stata bloccata e per quale motivo? Mi aspetto dei software un po' più evoluti da un grosso gruppo bancario, uno dei più grossi di Francia.

3. Perché la mia consigliera, che è pagata per consigliare, non ha neanche preso in considerazione durante il nostro colloquio, che la carta potesse essere stata bloccata per sospetto tentativo di frode? Forse non conosce neanche l'esistenza di questo servizio?
E perché non sapeva che la mia carta è stata bloccata? Mi aspetto un'organizzazione migliore da da un grosso gruppo bancario, uno dei più grossi di Francia.

Informazioni complementari.
Il sottofondo musicale durante la scrittura di questo post è il Live in Dublin di Bruce Springsteen. Esaltante. Tra le mie preferite, tra le altre, Blinded by the light, completamente rivisitata per la nuova banda.

Nessun commento: