Qualcuno si starà chiedendo quale è la scala dei voti che assegno ai film di cui parlo brevemente nel blog.
La scala di giudizio in uso deriva al 90% su quella nata circa 9-10 anni fa, quando andavo al cinema non meno di un paio di volte a settimana (più o meno come ora a dire il vero, ma fa sempre figo parlare del passato aggiungendo un po' di mitologia...) con amiche più o meno bionde e con amici più o meno iene.
Il cinema era spesso il Lumiere di Bologna, a quei tempi dotato di una sola sala e sito in Via Pietralata, piccola via tra San Felice e il Pratello: il posto a sedere era nella quarta o terza fila (a seconda del formato della pellicola) e il posto quello centrale.
Gli ultimi tempi il posto, quando mi sono convinto di avere una leggera forma di claustrofobia (fa figo avere almeno una fobia nella vita. Invidio quelli che sono agorafobici, aracnefobici, claustrofobici, idrofobici, omofobi. I migliori sono i fobofobici, quelli che hanno paura di avere una paura. Ahahaha, come sono forte!!) il posto prescelto divenne quello laterale destro.
Una volta tornato a casa, magari dopo un paio di birre rosse al Pratello da Sante, scrivevo su dei fogli il nome del film, il regista, il cinema dove ho visto il film, la data, le persone con cui sono andato al cinema e il famoso voto. Una sorta di blog cartaceo prima del blog? Ancora ho qualcuno di quei fogli. Qualche giorno lo ricopio in questo blog.
La scala di giudizi, elaborata durante le prime settimane di frequentazione assidue dei cinema, è la seguente:
Fucile: se incontro il regista per la strada non so cosa gli faccio...
Meno: il film mi ha colpito in negativo.
Indifferente: il film mi ha lasciato del tutto indifferente.
Più: il film mi ha colpito.
Cuoricino: lo amo.
Doppio cuoricino: amo molto questo film.
Triplo cuoricino: il film mi ha lasciato senza parole.
Il triplo cuoricino si poteva assegnare una sola volta durante un'intera stagione cinematografica (da settembre a luglio), pero' era mobile; cioè, se oggi vedo un film e decido di assegnarli il triplo cuoricino, devo toglierlo al film che l'aveva prima, che si ritrovava con un doppio cuoricino.
Oggi, 09 agosto 2007, decido ufficialmente di modificare gli estremi della mia scala.
"Il Fucile" diventa "Un ceffone". Questo perché sono diventato non violento in questi 9-10 anni.
"Il triplo cuoricino" diventa "Sindrome di Stendhal". Vuol dire che il film mi ha causato cio' che un'opera d'arte puo' causare negli animi più sensibili e che va sotto il nome di Sindrome di Stendhal.
Ricapitolando, la scala valida da oggi è:
Un ceffone: se dovessi incontrare il regista per la strada gli tirerei un ceffone.
Meno: il film mi ha colpito in negativo.
Indifferente: il film mi ha lasciato del tutto indifferente.
Più: il film mi ha colpito.
Cuoricino: lo amo.
Doppio cuoricino: amo molto questo film.
Sindrome di Stendhal: il film mi ha causato una crisi da sindrome Stendhal.
E questo è quanto!
2 commenti:
Bei tempi, Kurtz, bei tempi... :)
Vero, vero. Eravamo giovani, belli, forti. Ora siete tutti vecchi, brutti e abbastanza malandati.
Un patto con il diavolo non costa poi molto, eh...
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