domenica 30 ottobre 2011

Un film: Poulet aux prunes

Regia di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud.



Nassar è un bravo violinista che decide di lasciarsi morire, sotto gli occhi di moglie e figli. Durante i suoi ultimi giorni di vita, visioni del passato e del futuro si accavallano: l'amore mai realizzato, la famiglia, la musica.

Dopo Persepolis, degli stessi autori, era lecito aspettarsi un altro capolavoro: purtroppo questo film mi ha in parte deluso. L'ironia, il dramma, le scene con attori in carne ed ossa e quelle d'animazione: tutti questi fattori non si amalgamano bene nel complesso, a volte sembrano non sembrano neanche sequenze dello stesso film.
Durante i primi 3/4 della pellicola mi sono anche un po' annoiato, essendo la storia un po' leggera e poco sviluppata in alcuni suoi aspetti.
Inoltre, costante la presenza della poesia ricercata a tutti i costi.

Mathieu Amalric bravo come sempre. Da non perdere il suo Tournée, film uscito l'anno scorso di cui è attore e regista.

Voto di Kurtz: indifferente.

mercoledì 26 ottobre 2011

Un film: The artist


Regia di Michel Hazanavicius



George Valentin è un celeberrimo attore del cinema muto: è adorato da tutti, le ragazze fanno la fila per incontrarlo. E ha anche un cane, simpatico ma brutto come la peste.
Peppy Miller è una bella ragazza (la splendida Bérénice Bejo), che aspira al cinema. E proprio grazie a George ce la farà.

Intanto il cinema subisce una grande rivoluzione: il passaggio dal muto al cieco. No, scusate, volevo dire al sonoro. George è della vecchia scuola, non accetta di lavorare per il cinema muto, mentre Peppy inizia la sua ascesa.
I due in tutto questo tempo si incontrano, si amano.

Film muto (di memoria solo Aki Kaurismaki aveva tentato un'impresa del genere negli ultimi anni con il suo bel Juha), con magliloquente colonna sonora. Alcune scene sono davvero molto intense (quella in cui George dà fuoco alle pellicole, su tutte).

Un solo problema: ho trovato il film freddo, poco comunicativo a livello emotivo.

Tra i nomi famosi John Goodman, che a me piace assai, e Malcolm McDowell, l'indimenticabile Alex di Arancia Meccanica.

Voto di Kurtz: cuoricino.

martedì 25 ottobre 2011

L'omeopatia non funziona

Non so se qualcuno se n'è mai accorto, ma tra i blog che linko a partire da Storie Inutili ce ne sono almeno 3-4 di stampo scientifico-razionalista.

Non ci posso fare niente: sono razionale per natura, ho fatto degli studi che hanno acuito la mia razionalità, faccio un lavoro dove la razionalità è essenziale, e sono anche un po' diffidente di natura: non nei confronti dell'essere umano, in cui ho una discreta fiducia, ma di quanto ci viene proposto quotidianamente con assunzioni spesso cementificate dal luogo comune e dalla diceria.

Insomma, tutto questo per dire che non credo alle religioni, anzi non lo sopporto proprio, non credo ai pranoterapeuti filippini, non credo che l'11 settembre sia un complotto organizzato dagli USA, non credo ai vari dottori, come il dr. Hamer, che hanno delle teorie piuttosto fantasiose sulla natura del cancro, altrettanto fantasione come le cure proposte. E che purtroppo hanno anche qualche morto sulla coscienza.

Tra le mie battaglie quotidiane che porto avanti, dedico particolare energia all'omeopatia, che mi sta antipatica per l'aurea di cui gode.

Purtroppo mi duole constatare che in territorio francese, terra dei lumi, di Cartesio, della razionalità, di grandi matematici, l'omeopatia è assai diffusa (forse per la presenza di importanti case omeopatiche, come la Boiron): la sua efficacità è raramente messa in discussione dall'uomo comune (terribile espressione, ma efficace), cosi' come sono presi come oro colato tutti i luoghi comuni attorno all'omeopatia, del tipo "E' roba naturale, male non fa". A proposito di questo, chiedete a Socrate se le piante possono fare male, e sentiamo cosa vi risponde. Oppure, provate a non curarvi qualcosa di grave con l'omeopatia lasciando perdere le cure tradizionali e poi sappiatemi dire.

O ancora, provato a ingurgitare un kg di sterco di vacca, vediamo se fa male: è roba naturale, come puo' fare male?

In ogni caso, non sta a me spiegare scientificamente perché l'omeopatia non funziona. L'ha fatto Piero Angela, che nel 2004 si è beccato un'accusa di diffamazione per aver affermato in tv che l'omeopatia non serve a nulla, lo fanno tante riviste, tanti siti a cui partecipano delle persone con un bagaglio di conoscenze scientifiche superiore al mio.

Da canto mio posso consigliarvi il blog MedBunker, che con un lungo e approfondito post ci informa che uno dei rimedi omeopatici più diffusi, l'Oscillococcinum, prodotto dalla francese Boiron, non è altro che zucchero. Si', zucchero, come quello che si mette nel caffè e che al supermercato costa attorno ad 1€/kg. E che purtroppo in farmacia è venduto molto più caro, spacciato come rimedio contro i mali invernali.

Ancora a proposito dell'Oscillococcinum, non posso non rimandarvi a questo post di Blog (0), in cui il brillante proprietario del blog spiega come una sua pubblicazione sul blog abbia fortemente disturbato la casa francese Boiron, che ha addirittura minacciato di querelare l'autore dell'articolo.

Buona lettura.

Anche io pero' voglio dare il mio contributo scientifico alla dimostrazione dell'inefficacia dell'omeopatia. Guardate bene le due foto qui sotto, scattate da me stesso:


 
Trattasi della tomba di Hanhemann, il fondatore dell'omeopatia, sepolto al cimitero parigino di Père Lachaise, a 10mn da casa mia, luogo dove mi promeno sovente il sabato mattina (sapete, mi piace pensare al futuro).

Ebbene, le foto dimostrano che l'omeopatia non funziona: se funzionasse il tizio non sarebbe mai morto e sarebbe ancora tra noi.

martedì 18 ottobre 2011

Un film: De bon matin

Regia di Jean-Marc Moutout

Un commerciale di un'importante banca inizia ad essere vittima della direzione, che vuole farlo fuori. Lui reagisce a suo modo.



Film algido (non nel senso del gelato), con poche sorprese (la fine è raccontata all'inizio). Poche emozioni. Il protagonista ha poche espressioni, anzi una e basta. Insomma, tutto poco.

Voto di Kurtz: indifferente.

Un film: Un heureux evenement

Regia di Rémi Bezançon

Lui e lei si conoscono. Si innamorano. Fanno le cose sporche. La pancia di lei si gonfia. Un bimbo nasce. La pancia di lei si sgonfia. Ma la coppia non è più la stessa.



In tono leggero e da commedia sono narrate le noie della gravidanza, a partire del dolore del parto e post parto, fino ai delicati equilibri della coppia compromessi dall'arrivo di una creatura piangente.

Voto di Kurtz: più.

lunedì 10 ottobre 2011

Lourdes, i miracoli e un'idea business

Premessa: come tutti quelli che si avvicinano alla 40ina, sono alla ricerca di un'idea che mi permetta di lavorare poco e guadagnare molto, per poter non fare nulla tutto il giorno e comprare un sacco utilissime, quali macchine sportive, una villa à la Tony Montana (con tanto di tigre nel giardino), sigari da 3000€ al pezzo e cosi' via.


Premessa finita, parliamo d'altro. Di miracoli.

Non mi sono mai interessato al fenomeno Lourdes: nelle mie discussioni con i timorati di Dio, alle loro obiezioni del tipo "Ma perché non credi ai miracoli, eppure la Chiesa ne ha certificati tanti?" ho sempre risposto con tono saccente cose del tipo "Si', d'accordo, ma le commissioni sicuramente sono composte tutte da uomini di chiesa e altrettanto sicuramente è bandita la presenza di uomini di scienza".

Ebbene, ieri sono capitato su un interessante articolo in lingua francese sui miracoli di Lourdes, che riassumo in alcuni punti chiave:

1. Le commissioni che certificano i miracoli sono composte da uomini di scienza e da dottori. Secondo l'articolo, la commissione è composta da 10 000 dottori di 75 paesi diversi (un intero palazzetto dello sport pieno di dottori che certificano miracoli. Che brutta immagine :-)

2. Le commissioni non sono sempre state composte da uomini di scienza. Fino al 1920, infatti, nessuna traccia di dottori nelle commissioni.

3. Dal 1920 in poi il numero di miracolati certificati è diminuito brutalmente. Forse a causa del fatto che a certificare i miracoli siano dei dottori? Maligno che è l'articolista...

4. Anno dopo anno, il numero di miracolati certificati ISO diminuisce. Forse perché la medicina riesce a spiegare sempre più fenomeni che prima invece erano ignoti?

5. In 150 anni che il fenomeno è studiato, sono stati certificati circa 70 miracoli.
Quindi in effetti ci sono state delle guarigioni che la scienza non è riuscita a spiegare.

6. Analizzando il rapporto tra il numero di aspiranti futuri miracolati che si reca a Lourdes (parliamo di milioni di persone) e la percentuale di guariti si evince che...è la stessa percentuale di guarigioni spontanee a cui la scienza non sa dare una spiegazione che si riscontra negli ospedali.

Ecco spiegati i miracoli di Lourdes.

Ma ritorniamo a me, che sono sicuramente un soggetto più interessante. La crisi dei 40 anni che si avvicinano, il lavoro che fa guadagnare bene e tutto il resto - si starà domandare il fido lettore - cosa c'entra con Lourdes?

C'entra perché voglio mettere su un business e ho bisogno della collaborazione di qualcuno. Siccome non ho amici a causa di un grave problema di sudorazione ascellare eccessiva, faccio appello ai miei lettori.

Il tutto è molto semplice: si sceglie un posto lontano isolato da paesi e città, pero' vicino ad uno svincolo autostradale. Assolutamente richiesta la vicinanza ad una grotta dove ci sia dell'acqua.
 
In questa zona mandiamo 2-3 bambini a fare una passeggiata (ovviamente tenuti a controllo a distanza per evitare che gli capiti qualsiasi cosa) e al loro ritorno gli facciamo affermare di fronte al prete del più vicino villaggio di aver visto la Madonna. Specifichiamo bene ai bambini che la descrizione non dev'essere quella della popstar, ma della Vergine.



Non è difficile, sapete, convincere i bambini: agli infanti basta che prometti una confezione di Playmobil con i draghi dentro e una fornitura di un anno di merendine, e loro direbbero qualsiasi cosa. Sono peggio degli adulti quelli...

La stampa amplifica la notizia, i primi fedeli iniziano ad arrivare in pellegrinaggio per immergersi nell'acqua, che intanto il prete locale avrà benedetto, e li' scatta il business: parcheggi a pagamento, bed and breakfast, linee di pullman, ristoranti, souvenir.

Ho già in mente qualche nome: b&b "Da Dio", autolinee "I 3 cammelli", ristorante "Da i 40 ladroni", tavola calda "Il miracolato" e cosi' via...

Accetto candidature per sviluppare il business. Astenersi perditempo e agenzie immobiliari.


PS. Dalla settimana scorsa, da quando Steve Jobs è morto, sembra che le Alte Sfere siano tutte dotate di IPhone e perennementi connesse ad internet. Sappiate che se cliccate sul pulsante "Mi piace", sarete tenuti sotto controllo e probabilmente un giorno andrete all'inferno.

giovedì 6 ottobre 2011

Vecchie auto: Lancia HP Executive 2000

Ieri, mentre mi promenavo nei pressi del cinema Mk2 Bibliothèque in attesa che iniziasse il film (si', ho fatto una cosa del tutto nuova ieri: andare al cinema), ho fotografato questa particolare Lancia con un po' di emozione.

L'HP Executive è stata infatti la macchina di casa Kurtz dal 1982 al 1990, quando è stata sostituita con una più banale Dedra.




Il modello posseduto dai Kurtz era della stessa cilindrata (2000 ie) e serie (1981) di quello fotografato: cambia solo il colore, essendo la nostra blu.

Purtroppo non ho mai guidato l'HPE perché quando mi sono patentato, maggio 91, la macchina di rappresentanza di casa Kurtz era già la Dedra, che ovviamente un neo patentato non aveva diritto di guidare.
Wikipedia ci informa che l'HPE ebbe un buon successo. Sarà, ma io nella mia esistenza ne ho viste davvero poche, eppure è un'auto uscita di produzione neanche 30 anni fa...


mercoledì 5 ottobre 2011

L'ovetto e il vero senso della giustizia

Qualche giorno fa delle persone, di cui una ragazza di 14 anni, sono rimaste uccise mentre svolgevano il loro redditizio lavoro (circa 4€ all'ora, sembra).

A parte il fastidioso discorso sulla bocca di tutti che non è giusto morire sul lavoro per 4€ all'ora, come se invece fosse giusto morirci per 10 o 15€ all'ora,il sindaco di Barletta, la città dove è avvenuta la tragedia, ha dichiarato che non si sente di criminalizzare chi offre del lavoro in questo momento di crisi economica nazionale ed internazionale.

Io sono d'accordo con il sindaco e mi dispiacerebbe che la giustizia perdesse del tempo con queste sciocchezze: lavoro nero, condizioni di lavoro disumane, lavoro minorile, stipendi non in linea con il costo della vita.
In Italia la giustizia deve occuparsi di ben altri problemi. In particolare trovo che sia giusto che la giustizia si occupi di malfattori in erba, cioè coloro che domani saranno la vera piaga dello Stivale.

Per esempio, in Puglia sta andando avanti un processo da due anni a carico di un ventenne che due anni fa rubo' un preziosissimo Ovetto Kinder.

Ecco, questa è la giustizia che vogliamo!

L'ovetto rubato che blocca la giustizia

Ragazzo alla sbarra per un furto da un euro
Il processo ne costerà migliaia



TARANTO - «Fino all'anno scorso nella cancelleria penale si usavano ancora i registri di carta» disse del tribunale di Taranto il presidente della Corte d'appello Mario Buffa durante l'inaugurazione di quest'anno giudiziario. «Roba dell'età della pietra...» aggiunse. Parlava del perché a Taranto la giustizia fosse così lenta. Adesso sa che c'è almeno un altro motivo: l'impiego di tempo ed energie per celebrare processi come quello per il presunto furto di un ovetto Kinder. Siamo all'inizio, seconda udienza fissata per il 31 gennaio prossimo. Valore della «refurtiva»: 1 euro e 4 centesimi. Costo del processo: migliaia di euro fra atti, notifiche, tempo da dedicare e documenti da scrivere per cancellieri, magistrati, avvocati, carabinieri.
E se casomai si mettesse male l'imputato - che si chiama Donato, ha 20 anni ed è uno studente - potrebbe avere un futuro da pregiudicato. Vaglielo a spiegare, poi, se per esempio ti fermano per un controllo stradale, che sulla tua fedina penale c'è scritto sì che hai un precedente per furto, ma era un ovetto Kinder... L'avvocato di Donato, Gianluca Pierotti, è convinto che ci siano «tutte le premesse per chiudere questo caso con un'assoluzione». Ma tanto per cominciare ci vorrà tempo e questa storia tiene sulle corde la famiglia del ragazzo già da più di due anni.
È successo il 4 di agosto del 2009. Donato, allora 18enne, chiacchierava con un amico a Montedarena, sulla litoranea salentina, proprio davanti a un rivenditore ambulante di frutta e dolciumi. La cosa certa è che si è avvicinato all'Ape Poker del venditore (che di nome fa Luciano) per prendere un ovetto di cioccolato. Da qui in poi, però, le versioni diventano due. Lo studente dice di aver preso il Kinder dall'espositore per mostrarlo al commerciante e pagarlo. Il commerciante, invece, sostiene che il ragazzo l'aveva messo in tasca e che quando gli ha detto «ti ho visto, volevi rubarlo», ha ricevuto come risposta una raffica di insulti (da qui il rinvio a giudizio anche per ingiurie). «Tutto falso» replica Donato. «Mi ha sgridato perché non dovevo toccarlo e gli ho chiesto pure scusa». Insomma, un battibecco. Niente che valesse più di una banale seccatura. E invece no. Il venditore ambulante ha chiamato i carabinieri, Donato è stato identificato e sentito in caserma e alle due di notte, quando suo padre si è ritrovato davanti al commerciante, ha provato a chiudere la partita con tante scuse e una stretta di mano. Niente da fare. E nemmeno i tentativi di transazione dei giorni successivi sono andati a buon fine (l'ultima offerta era 1.600 euro). Così la faccenda è diventata decisamente più seria di quel che meritava e il fascicolo dell'ovetto è finito sul tavolo del pubblico ministero Raffaele Graziano: furto e ingiurie. Rinvio a giudizio e processo. Avendo ben presente che anche soltanto l'atto di citazione costa ben più del valore della refurtiva.
L'avvocato Pierotti conta di smontare l'accusa anche grazie all'informativa dei carabinieri, una paginetta che riassume la vicenda e che definisce «alquanto improbabile» la versione del commerciante. Perché Donato «indossava un pantalone jeans a vita bassa aderente e tale da impedire l'intromissione nella tasca di un uovo di cioccolato». C'è da sperare che non si arrivi a una perizia per stabilire se e come un ovetto Kinder può stare nella tasca di un jeans.



martedì 4 ottobre 2011

Un film: We need to talk about Kevin

Eva e Franklin hanno un bambino, Kevin. Fin da subito il piccolo instaura un cattivo rapporto con la madre, rapporto che peggiorerà con il passare del tempo, finché l'adolescente Kevin commette un gesto piuttosto grave.

Eva a distanza di due anni rivive il passato nella sua memoria, interrogandosi sul suo rapporto con il figlio.



Esteticamente impeccabile e molto curato (classico film che fa esclamare a molti critici espressioni del tipo Bella forma ma niente sostanza), con delle musiche efficaci.
 
Ezra Miller, Kevin adolescente, ha un volto davvero poco rassicurante e recita bene il suo perfido ruolo. Tilda Swinton brava come sempre, anche se la sua espressione fredda non la fa rientrare tra le mie attrici preferite.

Alcune leggerezze di sceneggiatura a mio avviso, soprattutto alcuni dialoghi quando Kevin è bambino, dialoghi poco probabili per un bambino di 8 anni.

Kevin da piccolo è il bambino più antipatico della storia del cinema, da prendere a schiaffi da mattina a sera.

Voto di Kurtz: cuoricino.