lunedì 1 ottobre 2007

Oriana Fallaci.

Purtroppo Oriana Fallaci è conosciuta dalle nuove generazioni grazie, o a causa, dei suoi pessimi scritti del 2001 e successivi.

Io avevo letto qualche anno fa un suo libro, "Lettera ad un bambino mai nato", che mi colpi' molto per la sua durezza e umanità nello stesso tempo. Un giorno probabilmente lo rileggero', magari dopo aver letto qualche altro suo libro.

Un paio di settimane fa ho comprato per caso in edicola il bimestrale "L'Europeo di Oriana Fallaci": la rivista contiene delle interviste ed articoli scritti dalla Fallaci a partire dagli anni '50 su L'Europeo. Si passa da una simpatica e spietata descrizione dell'ambiente mondano di Saint Tropez degli anni '60 ad un articolo sull'occupazione sovietica dell'Ungheria del '56 passando per varie interviste a personaggi famosi.

Un interessante articolo è su Chet Baker, che all'inizio degli anni '60 è stato in prigione in Italia per motivi di droga: la Fallaci fa appello a Scelba perché dopo la scarcerazione Beker possa rimanere in Italia ed evitare di rientrare negli Stati Uniti, dove lo stesso Baker ha paura di ricadere nel circolo della droga. Fa tenerezza vedere le foto di Baker, che in Italia era ancora un illustre sconosciuto, suonare con un gruppo di studenti universitari dopo la sua scarcerazione.
La Fallaci scrive che durante il processo gli avvocati e il giudice non sapeva chi fosse questo Baker, e che durante la prigione gli altri carcerati gli chiedevano di suonare Tintarella di luna o altro mentre lui si esercitava.


Tra gli altri articoli segnalo quello su Orson Welles, uomo dotato di grande intelligenza e grande spirito, oltre che geniale regista. La Fallaci ricorda il discorso con cui Orson annuncio' alla radio lo sbarco dei marziani:
<<"Signore e signori, ho una notizia grave da darvi. Creature misteriose venute da Marte sono approdate stanotte in New Jersey. Il presidente degli Stati Uniti prende la parola e prega Iddio". Era la notte del 30 ottobre 1938. Nel panico che ne segui', migliaia di fessi restarono feriti, migliaia di gambe e di automobili si ruppero, e ci furono suicidi, aborti, infarti cardiaci, mentre le chiese si riempivano di gente che si scusava con Dio, le colline del Dakota formicolavano di cittadini con l'asciugamano bagnato sulla testa, la maschera antigas sulla faccia, l'Esercito della Salvezza gridava:"Andate a casa, fratelli! Preparatevi a morire!" e John Barrymore uccideva i suoi dieci piccoli danesi perché non fossero mangiati dalle creature siderali.>>

Tra le interviste segnalo quelle a Toto', che scopriamo essere uomo solitario e anche un po' malinconico, a Coco Chanel, a Indira Gandhi.

L'intervista che più mi ha colpito pero' è quella a Alekos Panagulis, uomo chiave della resistenza greca contro il regime dei colonnelli: Alekos era da pochi giorni uscito dal carcere, dopo avervi passato parecchi anni e subito le peggiori torture (alcuni passi sono veramente difficili da leggere: l'intervistato non ci risparmia i dettagli) per essere stato l'organizzatore dell'attentato, fallito, contro il regime dittatoriale di George Papadopoulos.

- Oriana: Alekos, cosa significa per te essere un uomo?
- Alekos: Che discorsi! Significa avere coraggio, avere dignità. Significa credere nell'umanità. Significa amare senza permettere a un amore di diventare un ostacolo. Significa lottare. E vincere. Oppure perdere bene. Guarda, più o meno quel che dice Kipling in quella poesia intitolata"Se". E per te cos'è un uomo?
- Oriana: Direi che un uomo è cio' che sei tu, Alekos.

Dopo l'intervista la Fallaci e Panagulis divennero compagni di vita.

Insomma, se non l'avete capito, consiglio di comprare l'Europeo e leggerlo poco per volta, con attenzione come sto facendo io: la mia impressione è che la Fallaci facesse sentire a proprio agio gli intervistati e che le bastasse fare poche e brevi domande per farli parlare con molta schiettezza.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao. spero tu mi possa aiutare, sono disperata. sto scrivendo una tesi di laurea e in un capitolo parlo della Fallaci in cronaca nera. in questo volume che possiedi della rivista, puoi cercare se si trova anche l'articolo intitolato "L'indifferente" che lei scrisse circa il delitto di Renzo Ferrari (il delitto del bitter) avvenuto negli anni 60 ... mi servirebbe la fonte di tale articolo. Puoi controllare? Ti prego aiutami, l'articolo su internet si trova ma la fonte, no !

Colonnello Walter Kurtz ha detto...

Ciao, scusa la risposta tardiva ma la mail relativa a questo tuo post era finita nello spam e l'ho vista solo ora.
Non mi pare che nella mia rivista si parlasse del delitto Ferrari: quando torno a Parigi cerco il volume e se lo trovo do' un'occhiata per cercare il delitto Ferrari.
Ciao

Giancarlo Fortunato ha detto...

Mr Kurtz,
scomparso?