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La storia vera di Waris Dirie, splendida ragazza somala che per sfuggire ad un matrimonio (con un uomo vecchio e brutto) combinato dalla famiglia approda a Londra e diviene una fotomodella conosciuta in tutto il mondo. Arrivata al successo approfitta della gloria per denunciare la situazione delle donne nel suo paese, in particolare sulla mutilazione dei genitali, pratica a cui anche lei è stata sottoposta all'età di 3 anni.
Non è facile parlare di questo film, perché da un lato affronta un argomento tabù e duro da digerire, ma nello stesso tempo lo fa con toni piuttosto patinati. Il mondo della moda, che occupa la parte centrale della storia e che è dipinto in modo caricaturale, stride con la pratica che il film denuncia.
Probabilmente il regista ha fatto questa scelta per rendere più commerciale e appetibile il film, quindi con lo scopo di sensibilizzare più persone possibile all'argomento, pero' ritengo che il risultato finale sarebbe potuto essere migliore (per esempio raccontandoci di quando la modella, ormai conosciuta in tutto il mondo, va in Somalia a ritrovare la madre dopo 20 anni).
Classico film che ti fa esclamare all'uscita: 'Con tutti i difetti della nostra società, possiamo ritenerci fortunati'. Ed infatti era questo il commento che si sentiva di più all'uscita del cinema.
Voto di Kurtz: più.
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