A me piace ricordare cosi' questo grande uomo di stato:
Da "GIORNO/RESTO/NAZIONE" di giovedì 23 ottobre 2008
INTERVISTA A COSSIGA «Bisogna fermarli, anche il terrorismo partì dagli atenei» di ANDREA CANGINI - ROMA
Presidente Cossiga, pensa che minacciando l`uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?
«Dipende, se ritiene d`essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo.Ma poiché l`Italia è uno Stato debole, e all`opposizione non c`è il granitico Pci ma l`evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia».
Quali fatti dovrebbero seguire?
«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand`ero ministro dell`Interno».
Ossia? «In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...».
Gli universitari, invece? «Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».
Dopo di che? «Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».
Nel senso che...
«Nel senso che le forze dell`ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».
Anche i docenti?
«Soprattutto i docenti».
Presidente, il suo è un paradosso, no?
«Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».
E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero.
«Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l`incendio».
Quale incendio?
«Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università. E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale».
E` dunque possibile che la storia si ripeta?
«Non è possibile, è probabile. Per questo dico: non dimentichiamo che le Br nacquero perché il fuoco non fu spento per tempo».
Il Pd di Veltroni è dalla parte dei manifestanti.
«Mah, guardi, francamente io Veltroni che va in piazza col rischio di prendersi le botte non ce lo vedo. Lo vedo meglio in un club esclusivo di Chicago ad applaudire Obama...».
Non andrà in piazza con un bastone, certo, ma politicamente...
«Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all`inizio del- la contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di controllarlo, ma quando, com`era logico, nel mirino finirono anche loro cambiarono radicalmente registro.
La cosiddetta linea della fermezza applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a volerla... Ma oggi c`è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente».
Fonte
2 commenti:
On lui doit également, mais le sait-on ?, une bien belle condamnation de l'Italie par la Cour européenne des droits de l'homme (affaire Cordova, n° 40877/98)
9. Le requérant est né en 1936 et réside à Naples.
10. En 1993, il était procureur de la République au parquet de Palmi. Dans l’exercice de ses fonctions, il avait enquêté sur un certain M. C. Ce dernier avait entretenu des rapports avec M. Francesco Cossiga, ancien Président de la République italienne, qui, son mandat terminé, était devenu sénateur à vie en application de l’article 59 § 1 de la Constitution.
11. En août 1993, M. Cossiga adressa un téléfax et deux courriers au requérant. Il affirmait lui faire cadeau des droits d’auteur sur les communications écrites, téléphoniques et verbales qu’il avait eues avec M. C. « y compris aux fins de leur exploitation théâtrale et cinématographique » (« anche ai fini di eventuale sfruttamento teatrale e cinematografico »), « à titre de modeste contribution pour les frais [qu’allait] entraîner [son] transfert de Palmi à Naples » (« come modestissimo contributo alle spese che Ella dovrà affrontare per il suo trasferimento da Palmi a Napoli »). M. Cossiga annonçait en outre au requérant qu’il allait lui envoyer un petit cheval de bois et un tricycle « pour les divertissements auxquels vous avez, je crois, le droit de vous livrer » (« per quegli svaghi che credo abbia diritto a concedersi »). M. Cossiga envoya effectivement au requérant le petit cheval de bois et le tricycle, ajoutant à ces objets un jeu de détective nommé « Super Cluedo » ; le colis était accompagné d’un petit mot ainsi libellé : « Amusez-vous, Cher Procureur ! Cordialement, S. Cossiga » (« Si prenda un po’ di svago, gentile Procuratore! Cordialmente F. Cossiga »).
12. Le requérant porta plainte contre M. Cossiga, estimant que les communications et cadeaux décrits ci-dessus avaient porté atteinte à son honneur et à sa réputation. Des poursuites furent alors entamées contre M. Cossiga pour outrage à officier public.
13. Le 12 juillet 1996, M. Cossiga fut renvoyé en jugement devant le juge d’instance de Messine. Le 23 juin 1997, le requérant se constitua partie civile.
14. Entre-temps, le président du Sénat avait informé le juge d’instance que la commission des immunités parlementaires (« Giunta (...) delle immunità parlamentari ») avait proposé à l’assemblée de déclarer que les faits dont M. Cossiga était accusé étaient couverts par l’immunité prévue à l’article 68 § 1 de la Constitution.
15. Par une délibération du 2 juillet 1997, le Sénat approuva à la majorité la proposition de la commission des immunités.
Ciao POC,
Non conoscevo affatto questa vicenda del Cossiga.
Grazie per averla condivisa.
Ciao.
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