lunedì 29 ottobre 2007

Un nuovo post sulle frasi fatte.

Quando uno dei più grandi scrittori italiani degli ultimi secoli prende spunto da un tuo post per scriverne uno a sua volta, ecco, questa è una piccola soddisfazione.

A questo link il mio post originario, mentre a questo quello di Riccardo Venturi.


(Quello nella foto non sono io, e né è Riccardo Venturi)

2 commenti:

Riccardo Venturi ha detto...

E' necessaria a questo punto una confessione che non ho mai osato fare; come suolsi dire colà dove si puote (o come puòssi dire colà dove si suole, scusassero ma stanotte sono un po' in confusione), il momento è giunto. Il dado è estratto, avanti miei brodi.

L'effetto che tali parole e frasi fatte possono provocare è assolutamente potente, anche nella ripulsa che ispirano. La parola "efferato" ha su di me, e da tempo, effetti assolutamente efferati. Così, ad esempio, pur riconoscendone l'indubbia utilità, non compro mai l'analgesico Efferalgan, perché vedo davanti ai miei occhi una specie di (efferata) alga assassina che, non appena aperta la confezione, mi stringe tentacolarmente al collo in un'immagine che sarebbe piaciuta moltissimo a Tiziano Sclavi.

Diciamocelo francamente: parola più terrificante non potevano sceglierla. Si pensi al suo suono: efferato, efferatu, Nosferatu...insomma, un perfetto termine terroristico.

Con i miei migliori saluti e ringraziamenti all'amico colonnello Kurtz, dal quale sicuramente avrò a riprendere qualche altra ideuzza. RV.

Colonnello Walter Kurtz ha detto...

Molto interessante la riflessione sul suono dell'aggettivo efferato.

Secondo il mio Devoto Oli cartaceo, efferato vuol dire: Feroce, barbaro, inumano.

Il primo che sente al tg uno di questi 3 aggettivi al posto di efferato vince un mio poster a dimensioni naturali.

Ciao Riccardo, ti auguro una buona ricezione di questo messaggio (a volte la formalità dei francesi mi fa sorridere).

A très bientôt.