lunedì 27 aprile 2009

Report e il frigo aperto.

Quando una delle mie trasmissioni preferite, Report, si pone la stessa domanda che mi sono posto un paio di anni fa in questo post, è buon motivo per essere orgogliosi.

Per la cronaca, la domanda era: perché nei supermercati la maggior parte dei frigo è senza sportelli, quindi sprecando una quantità considerevole di energia?

domenica 26 aprile 2009

Costo della vita: acqua del rubinetto.

Esaminando il documento delle spese condominiali del condominio dove abito, a Nogent sur Marne, ho scoperto che l'acqua costa 4€ (qualche centesimo in più a dire il vero) al metro cubo.

Spinto dalla mia innata e infantile curiosità ho fatto delle ricerche su internet per vedere quanto costa nella città italiane: secondo questo pagina di Altroconsumo a Roma l'acqua costa, a seconda della compagnia che la fornisce e del consumo annuale, dagli 0.79€ ai 1.25€ al metro cubo.

Per quanto riguarda Milano ho trovato solo questo documento in rete, aggiornato al 2001, secondo il quale il costo dell'acqua al metro cubo è di circa 50 centesimi.

Quindi: tirare l'acqua dopo aver fatto la pipi' a Nogent sur Marne puo' costare anche 5 volte di più che tirarla a Roma e 8 volte a Milano (prezzi aggiornati al 2001).

Da domani faro' solo una doccia settimanale.


Nota a margine sulla distribuzione dell'acqua.

Gli appartamenti dello stabile non hanno il contatore individuale, ma solo uno collettivo: il costo dell'acqua è spalmato sui singoli condomini in base alla metratura quadrata dell'appartamento, neanche in base alla composizione del nucleo familiare.

Inutile dire che questo metodo di distribuzione costi è profondamente ingiusto: in un monolocale ci si puo' abitare in uno o in due persone, eppure la quota di acqua pagata è uguale. Due genitori con un bambino consumano probabilmente più acqua di due genitori con un ragazzo di 10 anni, eppure pagheranno lo stesso.

Oltre ad essere il metodo ingiusto, è anche controproducente per l'ambiente e il portafogli: se ci fossero i contatori individuali, non faremmo tutti docce più veloci, non installeremmo tutti il doppio sistema di scarico per il wc perché avremmo un riscontro immediato sulla bolletta?

Ti riempiono di pubblicità progresso e inutilità varie sul risparmio dell'acqua: sono sicuro che l'installazione di un contatore individuale incide in termini pratici molto di più di ore ed ore di pubblicità progresso. E allora che lo stati finanzi i vecchi condomini per installare il contatore individuale per ogni appartamento!

Ora scrivo a Nicolas per esporgli il problema.


mercoledì 22 aprile 2009

Le ronde.

Finalmente ho capito a cosa si riferiscono i politicanti di destra italiani quando parlano delle ronde, organizzazioni civili (non so in quale senso del termine) volte a sconfiggere la criminalità delle città italiane.

In un primo tempo pensavo che lo scopo delle ronde fosse quello di proteggere i cittadini da lestofanti, malviventi, spacciatori, stupratori, comunisti e blogger.

Invece oggi un articolo de La Repubblica mi ha dato una chiave di lettura non banale: le ronde serviranno a punire i cittadini che mangeranno per strada il gelato o il kebab nelle città lombarde.

E cazzo, se non sono priorità queste nelle nostre città!

Chi se ne frega dell'inquinamento, delle auto parcheggiate sui marciapiedi, della mancanza degli scivoli per gli handicappati, della merda dei cani dappertutto.
Quando per strada puoi incrociare un bambino che mangia un gelato passeggiando oppure un liceale che addenta un kebab all'aperto approfittando di una bella giornata di sole, ci rendiamo conto che tutto il resto deve passare in secondo piano? Vogliamo dare una corretta priorità alle cose?

Che cosa pretendono questi anarchici? Che si possa approfittare della città e degli spazi pubblici come se fossero i loro, che possono addirittura uscire per fare una passeggiata e mangiare una pizza al taglio senza neanche fare un po' di shopping?


E i bolognesi, cosa pensano? Di potersi addirittura sedere sugli scalini della chiesa di San Petronio in piazza Maggiore? Non sia mai. E cosi' il sindaco di sinistra, tale Cofferati, ha pensato bene qualche anno fa di far transennare tale spazio, impedendo cosi' il pericoloso bivacco. Che spettacolo desolante ogni volta che metto piede a Bologna vedere le transenne attorno alla scalinata della chiesa di San Petronio!

Ridicoli.

Un film: In the electric mist

Titolo francese: Dans la brume électrique.
Francia, USA, 2008. Regia di Bernard Tavernier.
Mk2 Bibliothèque, aprile 2009.

Louisania, un investigatore dai metodi a volte poco ortodossi, indaga su un serial killer di giovani prostitute. Durante le indagini scopre il cadavere di un uomo nero, ucciso sotto i suoi occhi qualche decennio prima. Il passato per l'ispettore ritorna a galla e le minacce di morte si fanno sempre più vicine.

Due ottimi attori, Tommy Lee Jones e John Goodman, un'ambientazione misteriosa e mistica tra le paludi di una Louisiana disastrata dall'uragano Katrina, e una valida regia.

Tra le cose migliori in giro in questo momento.

Voto di Kurtz: cuoricino.

martedì 21 aprile 2009

Is that you baby or just a brilliant disguise?

Brilliant disguise, di Bruce Springsteen, è stata la prima canzone che ho imparato a memoria, nel 1987, anno di uscita di Tunnel of love, di cui Brilliant disguise fa parte.

A quell'epoca avevo 14 anni, un Piaggio Si' rosso di zecca, e una nuova passione: Bruce Springsteen.

Ho scoperto Bruce per caso, penso proprio nel 1987, mentre passeggiavo per le vie di Padova con un caro cugino nordico: si passa davanti ad un negozio di dischi e si commenta la copertina del live 1975-85 del cantante americano, uscito l'anno prima.

Con il cugino si commenta: "questo si' che dev'essere uno cazzuto!". Cos'altro vuoi dire a 14 anni, quando normalmente i gusti musicali sono ben altri, di un cantante americano con il bicipite in bella vista ed una chitarra in mano? Non puoi che fare un commento machista.

Quando sono rientrato nella lontana Calabria, dove abitavo, ho chiesto alla mamma 50mila lire per andare a comprare questo live.
E cosi' quella sera me ne tornai a casa con un bel cofanetto composto da ben 3 cassette e un bel libricino con i testi e tante foto: le tre cassette contenevano 40 canzoni incise da Bruce nell'arco del decennio 1975-85, cioè da quando si esibiva di fronte a poche decine o centinaia di persone, fino alle tournée del 1984-1985, che l'ha visto suonare ripetutamente (se non sbaglio la tournée era di 160 date, di cui una buona parte tutto esaurito) per centinaia di migliaia di persone stipate in uno stadio o in un palazzetto.

Inserisco la prima cassetta nel radioregistratore Saba: parte Thunder road, piano voce e armonica, con un dolce pianoforte e una magnifica voce rauca di Bruce. Registrazione del 1975. Dagli applausi che aprono e chiudono la canzone si capisce che il luogo (il Roxy di Los Angeles) è piccolo, raccolto.
Quando Bruce ha registrato quella splendida versione di Thunder road, suonava e scriveva canzoni già da qualche anno, aveva fatto 3 album. Io invece nel 1975 gattonavo o forse riuscivo a fare i primi passi. Altro che Thunder road, i miei pensieri erano altri...

E' la folgorazione: mi sono innamorato subito di quella voce cosi' comunicativa, cosi' spessa, del suono di quel piano, della canzone tutta, anche se non capivo il testo. Per non parlare dell'introduzione del presentatore: Ladies and gentleman, Bruce Springsteen and the E street band.

Ora faccio una piccola pausa per ascoltarla.

Poco per volta apprezzo anche gli altri pezzi del live, alcuni più altri meno: Sandy, Backstreets, The river, This land is your land, Seeds, Born in the USA, la delicata Jersey girl di Tom Waits che chiude l'ultimo lato dell'ultima cassetta e tante altre.

The river, seconda folgorazione del cofanetto, è stata la mia canzone preferita per tanti anni, e anche oggi se mi chiedessero una sola canzone da portare con me nella tomba sceglierei quella versione di The river, perfetta in tutto.
Anche la lunga introduzione di quasi 6 minuti, in cui Bruce parla del suo rapporto con il padre, della chiamata per il servizio militare (erano i tempi del Vietnam), per me fa parte della canzone: quella potente armonica che ti spezza il cuore, che ti penetra nelle ossa, tra il parlato e la canzone non avrebbe lo stesso spessore senza la lunga introduzione.

Il testo di The river con traduzione in italiano qui.

Conosciute le canzoni, ora si trattava di capire di cosa parlavano: il mio inglese non mi consente grandi slanci, e cosi' dopo qualche mese riesco anche a procurarmi il libro dei testi con traduzione a fronte, aggiornato a Tunnel of love, che nel frattempo era uscito. Era un libro dell'Arcana editrice, con copertina verde e foto di Bruce del Born in the USA tour. Ho ancora quel libro, che per me molti anni è stato la mia Bibbia personale: durante i primi anni di università, quando viaggiavo spesso tra Calabria e Bologna, lo portavo sempre con me.

Fino a qualche anno fa, infatti, capitava di ascoltare un album per intero, magari in cuffia, con i testi di fronte. Ora invece si mette il lettore mp3 dove si trova di tutto, da Hendel a Toto Cutugno, e non si ascolta niente con attenzione: si mette qualcosa in sottofondo mentre leggiamo su internet o rispondiamo ad una mail. La musica non è più qualcosa che ti cambia la vita, ma un sottofondo alle diverse attività.

Con i testi inizio cosi' a capire di più della canzoni di Bruce, anche se con lo sguardo di un ragazzo di 14-15 anni, che oltre Bruce ama andare in giro con il motorino e giocare con il Commodore 64.

Tunnel of love, album densissimo sull'amore e sul rapporto di coppia scritto in un periodo in cui la coppia non andava tanto bene per Bruce, a quei tempi era difficile da capire, da interiorizzare per me. Oggi, che di anni ne ho 36, ancora presenta delle sfaccettature nuove ogni volta che lo ascolto ed è sicuramente uno dei miei album preferiti di Bruce.

Fine anni '80 ho iniziato anche a comprare i bootleg di Bruce, le registrazioni clandestine dei suoi concerti. Ora è facilissimo reperirli tramite internet, ma a quei tempi non era cosi' facile né indolore per le tasche, soprattutto se vivevi in Calabria dove i bootleg erano impossibili da trovare.

E cosi', grazie alle riviste specializzate, si andava alla ricerca dei negozi di dischi del nord che vendessero i preziosi bootleg: Roma, Reggio Emilia, Varese, Milano. All'uscita del liceo spesso io e Gianluca, che condivideva con me questa passione, si andava alla SIP di fronte alla villa comunale della nostra cittadina: armati di tanti soldi (non c'era il VOIP e le interurbane costavano un casino a quei tempi) si chiamava alla ricerca di questo o quel titolo, sulla fiducia, solo perché una rivista o un'altra ne aveva parlato bene.

Alla fine qualcuno dei ragazzi dei negozi ci riconosceva dalla voce (o dall'accento) e ci dava i suoi consigli personali: eh si', perché era facile che i proprietari o i ragazzi che ci lavoravano in quei negozi fossero anche loro appassionati di Bruce. In particolare c'era Nicola, che lavorava da Punto Disco, un ragazzo molto gentile che ci dava delle dritte interessanti.

Dopo l'ordine telefonico, qualche giorno a casa arrivavano, belli impacchettati, i nostri oggetti del desiderio: bootleg su bootleg, registrazioni degli anni 70 e 80, in tutte le salse e in tutte le qualità.
I primi 2-3 anni erano vinili, alcuni molto belli e colorati anche (i picture disc), altri dalle confezioni orribili, come "At 6pm he left la Mandria", la registrazione del concerto di Torino di giugno 1988. Non c'erano neanche i titoli della canzoni nella copertina del bootleg, ricordo di avere attaccato io un foglio scritto a penna con i titoli.

Fine anni '80 iniziarono ad arrivare i bootleg in formato cd: il mio primo cd è stato, come immagino per molti, Live in the promised land, della Great Dane Records. Era la registrazione del concerto di Los Angeles, dicembre 1978. Il progetto era curato, se non ricordo male, da Ermanno Labianca, un grande conoscitore e amante di Springsteen, che nel libricino interno mise anche la traduzione in italiano dei tanti parlati di Bruce tra una canzone e l'altra.

E poi il resto è storia, su cui magari un giorno ritornero': il primo concerto a Milano nel 1992 (nell'88 ero troppo piccolo per andare a Roma o Torino), quelli della tournée acustica del disco The ghost of Tom Joad, la reunion con la E Street Band a fine anni 90, l'11 settembre e l'album The rising che ne segui', l'esperienza, riuscita, con la Seeger Band fino agli ultimi due deludenti Magic e Working on a dream, che non mi dicono proprio nulla.

Mi sono fatto prendere un po' la mano: volevo solo pubblicare il link di Brillian disguise, ed invece mi sono fatto prendere la mano. Allora guardatelo il video a questo indirizzo.

Brilliant Disguise
I hold you in my arms
as the band plays
What are those words whispered baby
just as you turn away
I saw you last night
out on the edge of town
I wanna read your mind
To know just what I've got in this new thing I've found
So tell me what I see
when I look in your eyes
Is that you baby
or just a brilliant disguise

I heard somebody call your name
from underneath our willow
I saw something tucked in shame
underneath your pillow
Well I've tried so hard baby
but I just can't see
What a woman like you
is doing with me
So tell me who I see
when I look in your eyes
Is that you baby
or just a brilliant disguise

Now look at me baby
struggling to do everything right
And then it all falls apart
when out go the lights
I'm just a lonely pilgrim
I walk this world in wealth
I want to know if it's you I don't trust
'cause I damn sure don't trust myself

Now you play the loving woman
I'll play the faithful man
But just don't look too close
into the palm of my hand
We stood at the alter
the gypsy swore our future was right
But come the wee wee hours
Well maybe baby the gypsy lied
So when you look at me
you better look hard and look twice
Is that me baby
or just a brilliant disguise

Tonight our bed is cold
I'm lost in the darkness of our love
God have mercy on the man
Who doubts what he's sure of


--
Traduzione dal sito http://www.loose-ends.it

BRILLANTE TRAVESTIMENTO
(Traduzione di Roberto P.)

Ti stringo tra le mie braccia
mentre la band suona
Cosa sono quelle parole sussurrate, piccola
mentre ti giri?
Ti ho vista la scorsa notte
ai margini della città
Voglio leggere nella tua mente
solo per sapere qual’è la mia parte in questa nuova
cosa che ho scoperto, così dimmi cosa vedo
quando guardo nei tuoi occhi
sei tu piccola
o solo un brillante travestimento?

Ho sentito qualcuno chiamare il tuo nome
da sotto il nostro salice
Ho visto qualcosa ripiegato di nascosto
sotto il tuo cuscino
Ci ho provato in ogni modo piccola
ma proprio non riesco a vedere
cosa una donna come te
stia combinando con uno come me
E allora dimmi chi vedo
quando guardo nei tuoi occhi
sei tu piccola
o solo un brillante travestimento?

Adesso guardami piccola
sto facendo di tutto per fare le cose a doveree poi tutto cade a pezzi
quando si spengono le luci
Resto solo un triste pellegrino
percorro questo mondo nell’abbondanza
Voglio sapere se è di te che non mi fido
perché proprio non mi fido di me stesso

Adesso tu fai la parte della donna amorevole
io farò quella dell’uomo fedele
ma bada di non guardare troppo da vicino
nel palmo della mia mano
Siamo stati davanti all’altare
la zingara ha giurato che il nostro futuro era roseo
Ma sono arrivate le ore difficili
E forse, piccola, la zingara ha mentito
Così quando mi guardi
faresti bene a guardarmi attentamente e a farlo due volte
sono io, piccola,
o solo un brillante travestimento?

Stanotte il nostro letto è freddo
Mi sono perso nell’oscurità del nostro amore
Dio abbia pietà dell’uomo
che dubita di ciò di cui è sicuro

Un film: Villa Amalia.

Francia 2008, regia di Benoît Jacquot
Cinéma Saint Germain des près.

Una donna francese, musicista, una notte scopre che il suo uomo la tradisce. Nella stessa serata incontra un vecchio amico d'infanzia. Decide di lasciare tutto, di vendere l'appartamento e andare alla ricerca delle sue origini, ad Ischia, stringendo sempre di più l'amicizia con l'amico ritrovato.

Non sopporto a pelle, come dicono i giovani, Isabelle Huppert, ma mi tocca riconoscere che a volte si lancia in delle ottime interpretazioni: questo è uno di quei casi.

Le parti girate ad Ischia sono molto solari: sconsiglio la visione del film agli italiani che vivono in Francia e hanno il mal du pays (nostalgia di casa).

Voto di Kurtz: cuoricino.

Un film: Katyn.

Polonia, 2009. Regia di Andrzej Wayda
Réflet Medicis

Anni '40, Germania e Russia si dividono la Polonia: la Russia cattura qualche decina di migliaia di graduati polacchi, uccisi dopo un po' di tempo nella foresta di di Katyn. La verità ufficiale diffusa dalla Russia per parecchi decenni è che siano stati i nazisti a uccidere i prigionieri.

Un bel film, sull'attesa, sul lutto, ma soprattutto sulla menzogna, sulla vita senza la libertà.

La regia è ben curata, a tratti maestosa, e la fotografia molto bella.

Voto di Kurtz
: cuoricino.

Un film: Ponyo.

Giappone 2007. Regia di Hayao Miyazaki
Mk2 Bibliothèque, aprile 2009.

Ponyo è una piccola pesciolina che dopo aver conosciuto Sosuke, un gentile bambino appassionato di mare, farà di tutto per diventare un essere umano.

Nonostante la sceneggiatura sia leggera in alcuni passaggi e nel delineare certi personaggi (a partire dal papà di Ponyo), il cartone è simpatico e in alcuni passaggi molto poetico.

Voto di Kurtz: cuoricino.


sabato 18 aprile 2009

18 aprile: una data importante.


Ci sono delle date importanti nella vita di un uomo. Altre doppiamente importanti.

Il 18 aprile per me è una data doppiamente importante:

1. Mi sono disiscritto da Facebook
2. Mi sono fatto tagliare i capelli.
3. Ho scoperto una canzone dei Massive attack, Safe from harm, che ascolto a ripetizione da un paio d'ore.

(me medesimo dopo il taglio dei capelli)

Addio riccioli e addio Facebook.

Perché mi sono disiscritto da FB? Perché il mio interesse verso questo mezzo di socialità era notevolmente scemato negli ultimi 2-3 mesi. All'inizio mi sono divertito, sarei falso a negarlo: mi piaceva il fatto di poter incontrare delle persone con cui avevo perso i contatti da un sacco di anni. Bello, anche tu qui? E come ti va la vita? E davvero sei in Francia? E' bello ritrovarti, per fortuna che c'è Facebook...

Passata questa prima fase di entusiasmo iniziale ti rendi conto che con queste persone, assenti da anni nella tua vita (e che probabilmente anche prima erano solo delle comparse, degli attori non protagonisti), non hai molto da comunicare: dopo qualche giorno diventano solo un icona cliccabile nella lista dei tuoi amici. Persone con cui ogni tanto scambiare 4 chiacchiere inutili.

Non voglio esprimere giudizi negativi su FB e sulle possibilità che mette a disposizione: dico solo che io mi ero rotto e che dal mio punto di vista i rapporti di FB sono i rapporti dell'ipocrisia, del "che bello ritrovarti, se non ci fosse FB non ci saremmo mai ritrovati".

P.S. Vi segnalo delle riflessioni interessanti di Riccardo Venturi su FB, in particolare in questo suo soave post, che ha, tra l'altro, il grande merito di avermi fatto scoprire il Canon, di Johann Pachelbel.

P.S.2: devo riconoscere che grazie a FB ho conosciuto almeno un paio di persone, amici degli amici, davvero interessanti.

mercoledì 15 aprile 2009

Un film: Gran Torino

USA, 2009. Regia di Clint Eastwood.

Un anziano signore reduce di guerra (quella di Corea) vive da solo nella sua casetta in un quartiere pieno di asiatici ed immigrati di qualsiasi continente. Passa le giornate a bere birra seduto sotto il portico, a curare il giardino e a lamentarsi degli immigrati e dei giovani. Per una serie di avvenimenti, pero', inizia a solidalizzare con i vicini asiatici, in particolare con Tao, un ragazzino molto timido.

Nonostante uno dei miei critici preferiti, FS, lo abbia definito "un film mediocre per un pubblico mediocre", continuo a pensare a Gran Torino da quando l'ho visto, cioè più di un mese fa, come ad un grande film.

Io l'ho trovato splendido, con una convincente interpretazione di Clint nel ruolo (non nuovo né originale) di burbero ma tenero, e una regia classica e impeccabile.

La storia, molto poetica, ci rivela un personaggio, quello di Clint, nonostante un po' granitico, con delle sfumature umane toccanti: il tempo che passa, il corpo che invecchia, dare un fine ultimo alla vita.

D'accordo, per alcuni la storia non è molto verosimile, ma se giudichiamo i film dalla verosimiglianza delle storie narrate, dovremmo cancellare dalla terra una buona parte del cinema.

Era dai tempi di There will be blood , We own the night e Eastern promises che non si vedeva un film cosi' bello al cinema.

Da vedere in lingua originale per l'affascinante voce di Clint.

Voto di Kurtz
: doppio cuoricino.

Peccato che i terremoti capitino solo ogni 20-30 anni.

Il limite tra ridicolo e drammatico a volte è una linea rosso sangue molto sottile.

Perché laico, di Stefano Rodotà: un estratto




Spero che Stefano Rodotà non me ne voglia se pubblico su questo blog un estratto del suo libro "Perché laico", di cui consiglio a tutti la lettura per la razionalità e la forza con cui l'autore analizza il potere della Chiesa nella politica e nella società italiana.

Il brano si trova all'inizio del capitolo Poteri in conflitto, pagina 127. Mi sono permesso di aggiungere qualche a capo e qualche spazio per migliorare la leggibilità sul monitor.

Buona lettura.

"Spero che anche i più pigri e distratti si siano resi conto che stiamo ormai di fronte ad un conflitto tra due poteri, lo Stato e la Chiesa, non governabile con le categorie tradizionali dell'ingerenza più o meno legittima delle gerarchie ecclesiastiche o con il riferimento al Concordato.

E il terreno dello scontro è sostanzialmente quello dei diritti fondamentali della persona, a loro volta parte di una più generale questione dei diritti, quelli legati all'innovazione scientifica e tecnologica e quelli sociali, tema centrale della discussione pubblica in moltissimi paesi (e con il quale dovrebbe misurarsi chi continua a porre interrogativi su significato e sopravvivenza delle categorie di destra e sinistra, come hanno fatto negli ultimi tempi il mensile inglese "Prospect" e quello francese "Philosophie Magazine").

Il conflitto tra poteri emerge dalle ultime prese di posizione della Chiesa, che più nitide e radicali non potrebbero essere. Benedetto XVI ha indicato una serie di valori che “non sono negoziabili” e che impongono ai legislatori cattolici di “presentare e sostenere leggi ispirate ai valori fondanti della natura umana” (13 marzo 2007).

La Pontificia Accademia per la vita ha “raccomandato una coraggiosa obiezione di coscienza” a tutti i credenti, e in particolare a “medici, infermieri, farmacisti e personale amministrativo, giudici e parlamentari e altre figure professionali direttamente coinvolte nella tutela della vita umana individuale, laddove le norme legislative prevedessero azioni che la mettono in pericolo” (16 marzo).

In concreto, questo significa che i valori di riferimento dei legislatori non devono più essere quelli definiti dalla Costituzione, ma quelli di un diritto naturale di cui la Chiesa si fa unica interprete. A questo si accompagna un esplicito rifiuto dell'ordine civile, rappresentato dalla legittima legislazione dello Stato ritenuta non conforme a quei valori, che persino i giudici non dovrebbero applicare.

La rottura è netta. Viene posto un limite esplicito al potere del Parlamento di decidere liberamente sul contenuto delle leggi, con l'ulteriore ammonimento che, qualora quel limite non fosse rispettato, si troverebbe di fronte alla rivolta dell'intera società cattolica.

....
La prima vittima di questo stato delle cose è il dialogo, che a parole molti dichiarano di volere. Ma il dialogo non è possibile quando una delle parti afferma di essere depositaria di valori appunto “non negoziabili” e prospetta una rivolta permanente contro lo Stato.

...
Quando il dialogo scompare, quando la verità assoluta esclude l'attenzione per il punto di vista altrui, è la logica democratica a essere sacrificata.

martedì 14 aprile 2009

Messico e nuvole: cinema e musica.


Una delle cose che più mi affascina dei film è l'abbinamento tra immagini e musica: un film senza musica mi è quasi insopportabile. Dev'essere per questo che non sono mai riuscito ad apprezzare il cinema muto, il cui linguaggio è lontano dalle mie corde.

Il cinema ha il grande merito di avermi fatto scoprire delle musiche che prima non conoscevo. O anche di ri-scoprire delle musiche a cui prima non avevo dato mai molto importanza, ma che inserite in un certo film mi colpiscono e mi rimangono per sempre impresse.

La musica aiuta a ricordare una certa sequenza in testa, a tenerne vivo il ricordo, come se il film o una parte di esso non smettesse di girare nella tua immaginazione.

Eccomi allora a fare una lista, di certo incompleta e in perenne divenire, di canzoni scoperte grazie al cinema, la più affascinante tra tutte le forme artistiche.

Non ho incluso le colonne sonore scritte apposte per i film, altrimenti la lista diverrebbe infinita, ma solo musiche (ri)scoperte grazie ai film che amo.

L'ordine è ovviamente casuale.


By this river, Brian Eno - Da La stanza del figlio, Nanni Moretti (scena).

Cucurruccu Paloma cantata da Caetano Veloso - Da Hable con ella, Pedro Almodovar (scena)

La vie est une partouze, Arno - Dal film C'est pas tout à fait la vie dont j'avais rêvé, di Michel Piccoli

Insieme a te non ci sto più, Caterina Caselli - Bianca e La stanza del figlio, entrambi di Nanni Moretti.

Waltz 2 From Jazz Suite, Dmitri Shostakovich - Eyes wide shut, Stanley Kubrick (trailer)

The young americans, David Bowie - Da Dogville, di Lars von Trier

Sweet child in time, Deep purple - Da Breaking waves, di Lars von Trier

Je ne regrette rien, Edith Piaf - La môme, di Olivier Dahan

A chi, Fausto Leali - La meglio gioventù, di Marco Tullio Giordana

Faith, George Michael - Rules of attraction, di Roger Avary

Il cielo in una stanza, Gino Paoli - Bianca, Nanni Moretti (scena)

Gocce di memoria, Giorgia - La finestra di fronte, Fernando Ozpetek

Sarabande, Handel - Barry Lindon, Stanley Kubrick (link musica con scene del film)

Trio n°2 en mi bémol majeur, di Schubert - La pianiste, di Michael Haneke (ma sentito anche in Barry Lindon)

Gran Torino, Jamie Cullum - Gran Torino, di Clint Eastwood (video ufficiale)

I'm your man, Leonard Cohen - Caro diario, Moretti

The Köln Concert, Keith Jarret - Caro diario (scena)

Sei bellissima, Loredana Bertè - La messa è finita, Nanni Moretti

September song, Lou Reed - September songs - The music of Kurt Weill, di Larry Weinstein (video)

This magic moment, Lou Reed - Lost highway, David Lynch (scena del film)

I can't live, if living is without you, Mariay Carey - Rules of attraction, di Roger Avary (per chi ancora non l'avesse capito, questo film mi è piaciuto assai).

Sinnerman, Nina Simone - Inland Empire, David Lynch

Wild is the wind, Nina Simone - Home, di Ursula Mayer

Llorando, Rebekah Del Rio - Mulholland drive, di David Lynch (scena)

L'oro del nero, Wagner - The new world, Terrence Malick (scena)

The hands that built America, U2 - Martin Scorsese

Aggiunte il 15.04.2009:

Rammstein, del gruppo Rammstein - Lost highway, David Lynch (video della canzone). Compratevi Mutter dei Rammstein, un grandissimo album.

I'm derangered, David Bowie - Lost highway (inizio del film)

lunedì 13 aprile 2009

Ristoranti e bar a Parigi: Le café Marly.

In un angolo della piazza del Louvre, a poche decine di metri dalla piramide si trova questo café, dove è possibile anche mangiare.

I prezzi sono ovviamente alti (6€ una spremuta di pompelmo), il servizio detestabile e incredibilmente lento.

Pero'....all'interno del café si trova una sala con visione su una sala del museo del Louvre. In particolare oggi pomeriggio il sole che entrava dalla vetrata creava una splendida luce.

Il gelato di Grom

Il gelato è una di quelle cose che più mi mancava in Francia: abituato agli ottimi gelati di Bologna (Gelateria Castiglione e Il gelatauro su tutti), non sono mai riuscito a trovare un gelato veramente degno di questo nome nell'amata Parigi.

Amorino, Alberto, Delizia e follia, Pozzetto: provati e riprovati millanta volte, ma niente, nessuno di questi gelati italiani è riuscito a soddisfarmi e a procurarmi piacevoli sensazioni.

Finché un grigio giorno di fine gennaio, Désirée, durante un pranzo mi dice: e quello di Grom l'hai mai assaggiato? Ma come, dico, sobbalzando dalla sedia? Esiste un Grom a Parigi ed io sono l'ultimo a saperlo! Non penso di meritare questo.

Da quel giorno una parte del mio stipendio passa dal mio conto in banca alla cassa di Grom: il migliore gelato che potete trovare a Parigi (*) e in assoluto un ottimo gelato.

Finora ho assaggiato solo i gusti alla crema e tutti sono stati tra il buono e l'ottimo: nocciola, cioccolato fondente, bacio, stracciatella, pistacchio, marron glacé...

(*) come già scritto, non ho ancora assaggiato i sorbetti. Questi sono ottimi da Berthillon.

Ristoranti e bar a Parigi: Breakfast in America.

4 rue Malher, 75004.

Cucina americana, con hamburger molto buoni, abbondanti e prezzi proporzionati, 9-11€ a seconda del tipo.

Una birra piccola Stella Artois costa solo 3.2€, cosa rara a Parigi.

L'ambiente è semplice, simpatico e i tavoli molto ravvicinati. Le ragazze che servono sono gentili e addirittura sorridono ogni tanto.

Non ho apprezzato il dolce alla carote, un Carrot cake, che mi è parso troppo grasso ed industriale: ma forse è un mio limite perché i dolci americani non mi piacciono (per lo meno quelli proposti a Parigi, quelli veri non li ho mai assaggiati).

Il giudizio nel complesso è quindi molto positivo.

Ieri, domenica di Pasqua, hanno anche preso i ticket restaurants.

Esiste un altro Breakfast in America anche Rue des Ecoles, nel 5.

sabato 11 aprile 2009

Un film: Wendy and Lucy

USA 2008. Regia di Kelly Reichardt

Una ragazza americana e il suo cane sono in viaggio in macchina verso l'Alaska, dove sperano trovare lavoro. In una piccola cittadina dell'Oregon l'auto si rompe, la ragazza ruba in un supermercato perché ha pochi soldi e, mentre è in gattabuia per dei controlli, il cane, che era rimasto parcheggiato di fronte al supermercato, scompare. Tutto il film narra allora la ricerca del cane.

Giuro che non vado più a vedere i film minimalisti: non ne posso più di questo genere di film, con una sceneggiatura inesistente, regia men che meno, nessuna tensione drammatica, niente che si faccia ricordare se non una ragazza antipatica che continua a cercare il suo cane.

Voto di Kurtz: meno.

Esempio di efficienza: rimborso biglietto de Gregori.

Un mese fa circa ho comprato on line sul sito della FNAC 2 biglietti per il concerto di Francesco de Gregori, che si sarebbe dovuto tenere il 16 aprile. Ho ovviamente pagato con carda di credito.

Venerdi' 3 aprile mi arriva una mail dalla FNAC che mi annuncia che il concerto è stato annullato e che nei prossimi giorni mi avrebbero accreditato sul mio conto corrente la cifra dei due biglietti: nessuna operazione è richiesta da parte mia, se non quella di aspettare.

Giovedi 9 aprile sul mio conto ho trovato l'accredito aspettato: 5 giorni quindi per fare l'accredito, considerando che c'era una domenica di mezzo.

Brava la FNAC, che in questo caso si è dimostrata molto efficiente (altre volte purtroppo no).

lunedì 6 aprile 2009

Ristoranti a Parigi: Le Véraison.

Questo simpatico ristorante che propone cucina francese si trova nel 15esimo arrondisment di Parigi, un quartiere tranquillo e familiare, non ancora invaso dalle orde di turisti.

La cucina a me è parsa di buon livello: come antipasto ho preso dei ravioli al formaggio di capra in brodo (i ravioli, non la capra), come piatto un'ottima e tenera entrecôte argentina (per lo meno, nel menu c'era scritto cosi') e per dolce una buona crème brûlée al caramello.

Le porzioni sono pero' un po' piccole.

I prezzi: 25€ per entrée e piatto o piatto e dolce, 29€ per tutte e tre le portate.

Unico difetto: il prezzo del vino. Per una bottiglia di vin du pays, per quanto buono, abbiamo pagato ben 26€, ed in ogni caso la bottiglia più economica era sui 22€.

A fine cena il proprietario è venuto a fare due chiacchiere e a sapere se tutto era andato bene, cosa più unica che rara.

La sera in cui siamo stati noi, sabato sera, l'ambiente era abbasranza rumoroso.

Sito internet: http://www.laveraison.com/

domenica 5 aprile 2009

Annullato il concerto di De Gregori.


Da quasi 5 anni in Francia, ho fatto un salto di gioia quando ho letto che il 16 aprile Francesco de Gregori, uno dei miei cantautori preferiti, avrebbe fatto un concerto a Parigi. Comprato subito un paio di biglietti, per me e Caroline, non vedevo l'ora che arrivasse il giorno tanto atteso.

Anticipata la notizia dell'annullamento del concerto in maniera ufficiosa da un'amica, un paio di giorni fa mi è arrivata la conferma ufficiale: concerto annullato dal management italiano per motivi ignoti.

Fortuna che qualche settimana fa ho potuto assistere al concerto di un altro grande italiano, meno conosciuto: Gianmaria Testa per un intenso concerto acustico all'intimo teatro Europeen.

Consiglio il suo penultimo album, Da questa parte del mare, album a tema sull'immigrazione. Una volta capito se Testa vi piace o no potete prendere l'ultimo cd, acustico, probabilmente più difficile per chi non conosce l'autore.

Il link ufficiale di Gianmaria Testa.

Cose sparse che non mi piacciono di Parigi.


Questo post riguarda solo la città di Parigi intra-muros e non la periferia, per la quale un giorno scrivero' un'intera enciclopedia.

In ordine casuale alcune cose che non riesco a farmi piacere di Parigi.

- La puzza di pipi' lungo la Senna.
Capita che cammini lungo la Senna, che fai una passeggiata più o meno romantica, e ti imbatti in alcuni passaggi che sono delle vere toilettes a cielo aperto.

D'estate ci sono delle piazzole lungo la Senna dove si puo' ballare gratuitamente: l'idea è molto bella e consente di vivere la città a costo zero oltre che all'aria aperta. Problema: non ci sono delle toilettes pubbliche, per cui dopo una o più buone birrre cosa fa un essere umano? La pipi' contro il muro o in un'aiutola, anche perché nella zona non ci sono locali pubblici dove poter espletare i propri bisogni. Il risultato ve lo lascio immaginare.

- I prezzi spropositati dei bar per quanto riguarda tutto cio' che si beve.
Anche il mangiare non costa poco, ma il bere è più eclatante. Un thé non lo paghi meno di 4€, cosi' come un succo di frutta in bottiglia. Della birra e dell'acqua in bottiglia poi meglio non parlare.

- La maleducazione e la scontrosità di molti baristi, ristoratori e commessi.
Di questo ho già parlato lungamente qui

- La lentezza esasperante di molti baristi, ristoratori e commessi.
Anche questo argomento è stato da me già trattato nel post di cui sopra, e mi piacere constatare che non sono il solo a notarlo (seguirà link non appena lo recupero).

- La ridotta presenza di zone pedonali.
Non capisco per quale motivo in Francia non riescano a chiudere le vie al traffico, tranne pochissime eccezioni. Anche in quartieri parigini che per loro natura sarebbero perfetti per una passeggiata a piedi, ci trovi sempre le auto. Per esempio nel Marais, dove i marciapiedi e le vie sono minuscole, stai li' a passeggiare e ti devi scostare perché deve passare l'auto di turno o lo scooter.
Ad un servizio su France 5 questa sera hanno parlato di Parigi come Ville voiture e non come Ville Lumiere: sono in parte d'accordo.

- Gli scooter truccati.
Il problema è molto più evidente in periferia (dove è rarissimo trovare uno scooter o una moto non truccato), ma anche a Parigi non si scherza: scooter truccatissimi, che al loro passaggio ti infrangono i timpani con un rumore da enormi zanzare e con una puzza da olio bruciato non indifferente.

- Gli autobus rumorosi.
Non ho statistiche alla mano, ma ad occhio mi pare che il parco autobus di Parigi sia vecchio. Quindi autobus rumorosi e puzzosi.

- La zona attorno Les Halles.
Non c'è bisogno di spendere molte parole su questa triste zona di Parigi: basta farsi un giro e ci si rende conto di quanto sia brutta e squallida.

- Alcune vie di Belleville.
Belleville, quartiere tra il popolare e il borghese trendy, ha alcune zone sporche e decadenti, con palazzi ridotti molto male. Peccato perché sarebbe un quartiere affascinante.

- Le enormi torri del quartiere asiatico, nel 13esimo arrondisment.
Brutte ed antiestetiche, non c'è altro da dire.

- I battelli che solcano la Senna tutto il giorno, scorazzando orde di turisti muniti di macchina fotografica o equivalente apparecchio atto ad immortalare il vissuto.

Per chi non lo sapesse, i battelli hanno fari molto potenti per illuminare tutto cio' che è nel raggio di qualche centinaio di kilometri. Morale: mentre ti fai la tua bella passeggiata lungo la Senna, passa il battello con i suoi fari e toglie qualsiasi poesia alla tua passeggiata.

- Le poche strutture per gli handicappati.
C'è molto da fare, davvero tanto. A partire dai bar e ristoranti che hanno le toilette al primo piano o al piano interrato, alle stazioni di metro e RER, spesso sprovviste di ascensori per handicappati.

- I prezzi assurdi dell'immobiliare, soprattutto rapportati alla qualità delle abitazioni.

- L'avenue degli Champs Elysées.
A me gli Champs Elysées non piacciono affatto, non riesco a trovare nulla di affascinante in questo enorme stradone a più corsie per senso di marcia. I francesi, incuranti del mio giudizio, continuano a ritenere che si tratti della "Avenue più bella del mondo".

- I barboni che dormono sotto i ponti della Senna.
Non mi lancio in analisi sociologiche-politiche-sociali per le quali non ho né strumenti né dati, pero' in una città ricca come Parigi mi fa una certa impressione vedere poveri cristi che hanno fatto di un sottoponte la loro casa.

- La scarsa qualità (in media) dei ristoranti.
A Parigi puoi mangiare anche bene senza spendere una fortuna, ma se vai a caso rischi di mangiare molto male.
Non sono mai entrato nelle cucine dei ristoranti, ma l'impressione generale è che nei locali pubblici l'igiene sia scarsa. Basta vedere i bar dove spesso sono esposti senza alcuna copertura i dolci per ore ed ore, bersaglio inconsapevole di chissà quanti sputi degli avventori del locale.

Seguirà un giorno post sulle cose che adoro di Parigi (e non sono poche).

mercoledì 1 aprile 2009

Validità della patente italiana in Francia.


Più volte mi è capitato di essere fermato dalla polizia francese e di aver subito il loro terrorismo psicologico (la prossima volta vi sequestriamo il veicolo, siete in contravvenzione...) perché ancora non ho la patente francese, nonostante i miei quasi 5 anni di permanenza in Francia, e mi ostino a circolare con quella italiana.

Secondo i poliziotti, infatti, entro un anno dal momento in cui si vive in Francia bisognerebbe chiedere alla prefettura il cambio di patente: gli dai quella italiana e loro te ne danno una francese equivalente. Al di là di questo anno la patente italiana perderebbe la sua validità e quindi sarebbe come circolare senza.

Oggi ho voluto indagare su questo argomento e ho scoperto che le patenti emesse da paesi membri dell'Unione Europea non devono essere necessariamente cambiate: la nostra cara patente italiana, quindi, ha validità illimitata in Francia sotto alcune logiche condizioni.

Ho cosi' stampato questa pagina (prefettura della polizia francese) che attesta quanto ho scritto sopra. La portero' sempre con me, insieme ai documenti della Vespa, cosi' la prossima volta che mi fermeranno potro' zittire i poliziotti se riattaccano con la solita solfa.

Consiglio a tutti gli italiani patentati che guidano in Francia di fare altrettanto.

Qualche altro link su questo argomento:
http://www.expatries.diplomatie.gouv.fr/default.aspx?SID=12359
http://www.languedoc-roussillon.pref.gouv.fr/demarches/permisdeconduire/permisetranger.shtm

Un film: Cyprien

Francia 2008, regia di David Charhon

Cyprien è un ragazzo di rara bruttezza: per di più è informatico, ha come amici una banda di sfigati asociali appassionati di videogiochi e di film di fantascienza e ovviamente è del tutto imbranato con le donne. Un giorno pero' un misterioso robot gli consegna a casa del profumo i cui effetti sono miracolosi: dopo le spruzzate, infatti, Cyprien si trasforma in un figo incredibile, adorato dalle donne. Nel giro di poco tempo diventa direttore del giornale di moda dove lavorava come informatico e la vita assume un'altra dimensione. Finché non si rende conto che essere belli non è sempre bello.

La pellicola aveva tutti gli elementi per diventare un film cult del trash: eppure non ci riesce e rimane solo una brutta commedia che fa poco ridere. Puo' piacere al massimo agli appassionati di videogiochi e di fantascienza, che probabilmente godranno delle mille citazioni.

Il film è una consacrazione del product marketing: mai visto un film in cui c'è una tale quantità di marchi esposti come in questo. Solo per questo motivo ne sconsiglio la visione.

Voto di Kurtz: meno.

P.S.: il migliore amico di Cyprien, il ragazzo con gli occhiali che si vede nella locandina, assomiglia un sacco al mio amico FM.

Un film: Milk

USA 2008, regia di Gus Van Sant.
Mk2 Bibliothèque.

La storia vera di Harvey Milk, omosessuale che si fa strada in politica a San Francisco.

Storia interessante, bella ricostruzione di San Francisco e dell'America bigotta dei decenni scorsi, Sean Penn non delude: tuttavia il film è un po' piatto, non riesce a decollare.

Voto di Kurtz: più.

Un film: Tokyo Sonata

Giappone, Olanda, 2008. Regia di Kiyoshi Kurosawa
Mk2 Beaubourg. Un po' vecchie le sale di questo cinema e l'audio non è buono.

La disgregazione di una famiglia giapponese: il padre maschilista e autoritario perde il lavoro, il figlio grande si arruola nell'esercito americano per una guerra in Medio Oriente, il figlio piccolo prende corsi di pianoforte allontanandosi dal padre. E la madre cerca di tenere uniti tutti i membri della famiglia.

Film rarefatto con momenti di lentezza, a me non ha suscitato grosse emozioni, pur riconoscendo che è un efficace ritratto sociale.

Voto di Kurtz: più.